il Fatto Quotidiano, 12 luglio 2021
La malafede di Salvini e l’uso strumentale dei due Papi
Come suona falsa la risposta sbrigativa che domenica Matteo Salvini ha dato in un’intervista al Corriere della Sera in merito al suo sodalizio clericale con l’altro Matteo, Renzi, per affossare il ddl Zan sui diritti civili (l’appuntamento è domani al Senato). “Entrambi ascoltiamo il Santo Padre”, ha detto.
Ora, il leader leghista pilastro del governo dei Migliori semplifica in due righe una questione complessa, esplosa tre settimane fa con la divulgazione della Nota della Segreteria di Stato Vaticana – contemplata dal principio concordatario all’articolo 7 della Costituzione – e che evidenziava a giudizio della Santa Sede i rischi del ddl sulla libertà d’espressione. Il dibattito successivo è stato intenso e divisivo anche nella Chiesa: da una parte i sostenitori di Francesco, in ogni caso forti del silenzio del papa; dall’altra i vescovi italiani arruolati sic et simpliciter dalla destra anti-bergogliana.
Ma il punto è un altro. Cioè: l’uso strumentale e talvolta ignorante dei due papi. Nel senso che il “credente” Salvini, quello che sventola il rosario mariano nei comizi di partito, sinora si è sempre proclamato ratzingeriano, costruendosi un Benedetto XVI nemico dei migranti e dell’Islam e ignorando quindi il pensiero completo del papa emerito (che comunque sempre conservatore rimane, ma certamente non sovranista). Ecco un paio di slogan salviniani in questi otto anni di misericordia francescana: “Il mio Papa resta ancora Benedetto XVI” (2016); “Auguri di cuore nel giorno del suo compleanno a Joseph Ratzinger, non solo indimenticata guida della Chiesa come Papa Benedetto XVI ma finissimo filosofo e teologo, i cui insegnamenti ancora oggi vivificano le nostre menti e le nostre coscienze” (2020).
“Il mio papa” e “indimenticata guida”. Non solo. Ché il “credente” Salvini è anche discepolo del pasciuto cardinale americano Burke, alfiere dell’arido tradizionalismo in nome della dottrina e della liturgia, tutto formalismo e apparenza, e che in passato ha evocato l’Anticristo per stroncare il pontificato “eretico” di Bergoglio, ritenuto una sorta di Lutero a capo della Chiesa di Roma. Premesso tutto questo, adesso in modo strumentale Salvini inverte la rotta e presenta se stesso come un attento e zelante “ascoltatore” di Francesco. Che ipocrisia! Una finta conversione, sia chiaro, solo in materia di diritti civili, tenendo presente la complessità della Nota citata prima.
Ecco, per esempio, la parte finale della speciale preghiera dei fedeli raccomandata ieri, anche festa di San Benedetto patrono d’Europa, dai vescovi italiani durante la messa: “Lo Spirito Santo aleggi sulle acque, affinché siano fonte di vita e non luogo di sepoltura, e illumini le menti dei governanti perché, mediante leggi giuste e solidali, il Mare Nostrum, per intercessione di san Benedetto, patrono d’Europa, sia ponte tra le sponde della terra, oceano di pace, arco di fratellanza di popoli e culture. Preghiamo”. Chissà se ieri Salvini era a messa e ha risposto come tutti i fedeli alla preghiera dei vescovi.