Il Sole 24 Ore, 12 luglio 2021
Così il Covid ha cambiato le spese nel 730
Chiusi in casa durante il lockdown del 2020, gli italiani hanno speso meno in medicinali, visite ed esami. La cifra portata in detrazione quest’anno è più bassa in media di 99 euro. Sono in calo anche molte voci di costo legate ai figli, come attività sportive, mense scolastiche, asili nido. Aumenta del 2,7%, invece, la percentuale dei contribuenti che sfruttano la detrazione standard sui lavori in casa: in pratica, grazie alla ripresa estiva dei cantieri, coloro che oggi detraggono la prima rata sono più numerosi di coloro che hanno detratto l’ultima nei 730 presentati nel 2020.
I dati del Caf Acli fotografano – a campagna dichiarativa in corso – come sono cambiate nell’anno della pandemia le spese familiari agevolate dal Fisco. «Il campione conta oltre 990mila modelli 730 inviati nelle scorse settimane e fino al 4 luglio – spiega Paolo Conti, direttore generale del Caf Acli – e coinvolge solo contribuenti che hanno presentato la dichiarazione sia nel 2020 sia quest’anno». La prima impressione è che il coronavirus abbia pesato più delle due novità normative al debutto dal 1° gennaio 2020, e cioè il divieto di pagare in contanti le spese detraibili al 19% (esclusi farmaci e prestazioni presso strutture pubbliche o accreditate) e il décalage di alcuni bonus per chi dichiara più di 120mila euro di reddito (con azzeramento a 240mila euro).
Le spese mediche
La detrazione sulle spese sanitarie si conferma la più diffusa. Nei modelli presentati in queste settimane, però, calano sia la frequenza di utilizzo (da 72 a 70,6%) sia l’importo detratto (da 1.098 a 999 euro). «Il fatto che la spesa sia diminuita più del numero di contribuenti – commenta Conti – fa pensare al rinvio di visite preventive e di routine, soprattutto tra gli anziani e i bambini. L’obbligo di tracciabilità, criticabile per spese che dopotutto sono già fatturate, ha comunque un impatto minore della pandemia».
Palestre, scuole, asili e università
I mesi passati in casa si riflettono nel crollo delle spese per attività sportive dei ragazzi: la frequenza è quasi dimezzata (dal 6,3 al 3,7%). Attenzione, però, allo sfasamento temporale: le famiglie che avevano pagato l’iscrizione annuale a settembre del 2019 (ad esempio a un corso di basket) spesso non hanno ricevuto un rimborso, ma un voucher per le lezioni non sfruttate, che hanno poi “speso” a settembre del 2020 per la nuova iscrizione. Mentre chi si è iscritto per la prima volta lo scorso autunno ha pagato l’abbonamento alla stagione 2020-21 e lo sta detraendo adesso.
Idem per le spese di istruzione, che per la scuola pubblica sono costituite – per lo più – dalla mensa: si passa dall’8,3 al 6,8% e da 536 e 393 euro. In alcuni casi le somme riferite ai periodi di Dad sono state rimborsate, in altri sono state scalate dal 2020-21.
Oltre alle chiusure, sul calo della detrazione per gli asili nido (dallo 0,5 allo 0,3%) pesa la crescente diffusione del bonus nido erogato dall’Inps, che è incompatibile con lo sconto fiscale.
Non si vede ancora, invece, la fuga degli studenti fuori sede dalle città universitarie. L’importo è invariato (1.820 euro) e la frequenza cala di poco. «Vuoi per i tempi di disdetta dei contratti, vuoi perché molti hanno aspettato a decidere, credo che questo effetto lo vedremo compiutamente solo l’anno prossimo», osserva Conti.
Tra le spese familiari, è praticamente immutata la deduzione per i contributi di badanti e colf.
Spese funebri
Dai modelli 730 di quest’anno emerge il triste e prevedibile aumento della detrazione per le spese funebri (dall’1,9 al 2,2%), legato ai decessi per Covid-19. È un incremento che – rapportato al campione – appare tutto sommato in linea con i dati Istat (99mila decessi in più nel 2020 in Italia), anche se il ricorso al bonus fiscale potrebbe essere stato attenuato dal lockdown e dal blocco dei funerali.
I bonus sui lavori in casa
Il bonus sulle provvigioni pagate agli agenti immobiliari diminuisce meno di quanto avrebbe fatto presagire il calo dell’8% delle compravendite di case registrato nel 2020 (558mila rogiti, 46mila in meno del 2019).
Cresce ancora, invece, la diffusione dei bonus casa “ordinari”. Trattandosi di detrazioni a recupero decennale, però, ciò non significa che nel 2020 i lavori siano stati più intensi che nel 2019, ma dimostra solo che l’anno scorso si è speso più che nel 2010. Anzi, l’aumento degli utilizzatori del bonus mobili – che è in vigore da metà 2013 – svela un calo, perché è inferiore alla media degli ultimi anni. Il bonus facciate fa capolino nello 0,75% dei 730 con una rata media di 490 euro: la sensazione è che il grosso dei lavori si vedrà tra un anno. Impercettibile il superbonus (0,02%), ma ciò si spiega con l’avvio lento della nuova, intricata agevolazione e con il massiccio ricorso a cessione e sconto in fattura.
Mutui e assicurazioni
Non tutto, comunque, dipende dal virus. Gli interessi sui mutui casa sono diminuiti di 113 euro, principalmente per effetto del calo dei tassi nel 2020. «Le moratorie non sono state molto usate dai nostri clienti», rileva Conti.
Aumenta la diffusione delle polizze casa contro le calamità naturali (da 0,65 a 0,87%). La percentuale è bassa, ma la consapevolezza dei proprietari sta crescendo – forse sull’onda dei cambiamenti climatici – e le compagnie spingono un po’ di più.
Tra le donazioni, cala la diffusione di quelle a favore delle Onlus, mentre restano ferme allo 0,02% quelle ai partiti: qui si registra però la maggiore riduzione di importo (-478 euro).