Corriere della Sera, 11 luglio 2021
La Catalogna chiude la discoteche
Occhi puntati sulla Spagna, laboratorio europeo, suo malgrado, delle evoluzioni della variante Delta, ormai maggioritaria nel paese. La quinta ondata di Covid-19, rileva il quotidiano El Mundo, è trenta volte più potente di quella dell’estate 2020. Se 21 milioni di spagnoli, il 44 per cento della popolazione, non fossero già vaccinati, ospedali e terapie intensive sarebbero di nuovo al collasso.
Il «modello» B1.617.2 di coronavirus arrivato dall’Asia è molto più rapido e contagioso del suo predecessore, l’Alfa, che però aveva avuto il vantaggio dell’effetto sorpresa e approfittato della vulnerabilità della popolazione anziana, ora in larga maggioranza protetta dalle due dosi di vaccino.
Il virus sembra sapere però dove dirigersi: nei luoghi di villeggiatura, ai festival, ai concerti, nelle discoteche, ovunque si raggruppino ragazzi nè vaccinati nè impauriti. La diffusione sta crescendo a ritmo sostenuto nella fascia dei 20-29enni, con 1.047 contagi ogni centomila abitanti. I tracciamenti conducono a voli di rientro da Baleari, Canarie, Andalusia, con cinquemila nuovi positivi e 15 mila contatti da controllare.
La media generale in Spagna è salita di 38 punti in una settimana e, stando agli ultimi dati divulgati dal ministero della Sanità, è arrivata a 317 casi ogni centomila abitanti. Meno di tre settimane fa, era sotto la soglia dei cento.
Al di là delle cifre, l’attenzione delle autorità è concentrata sugli ospedali, dove presto potrebbe accendersi la spia del sovraffollamento. Per ora tre ricoverati su cento sono malati di Covid-19, ma nei reparti di terapia intensiva sono il 7%. L’allarme scatta al 25%, che potrebbe essere raggiunto nel giro di poche settimane se il picco di contagi dovesse mantenere l’andatura.
La buona notizia è che il tasso di letalità è molto inferiore a quello d’inizio anno, quando in Spagna si contavano più di 350 decessi al giorno. L’ultimo dato ne conta sei. Quasi tutte le comunità regionali sono inquadrate a un livello di rischio epidemico basso, con l’eccezione di Madrid e della Catalogna, a rischio medio. Ma molti governi locali premono per correre ai ripari prima che la situazione sfugga al controllo. Due le strategie in campo: accelerare le vaccinazioni fra i giovani e limitare l’esuberanza notturna. Il governo centrale nicchia e, con la fine dello stato di emergenza, coprifuoco e confinamenti non possono essere ripristinati senza un decreto da Madrid o un provvedimento del Tribunale Supremo. Al quale sembra disposto a ricorrere il governo delle Canarie per tenere tutti in casa tra mezzanotte e le sei del mattino almeno a Tenerife, l’isola più colpita. La Comunità Valenciana, che include località festaiole come Benidorm, sarebbe altrettanto favorevole al coprifuoco in molti comuni e ha fissato a mezzanotte e mezza l’orario di chiusura di bar e ristoranti.
In gioco è la stagione turistica. Dopo essere stata additata come destinazione pericolosa da Parigi e Berlino, la Spagna cerca di rassicurare i visitatori stranieri, offrendo divertimenti: ma la Catalogna da ieri dovuto chiudere le discoteche e il locali notturni, autorizzando solo quelli all’aperto (per partecipare a eventi sopra le 500 persone bisognerà tuttavia esibire un certificato vaccinale).