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 2021  luglio 11 Domenica calendario

La zanzara che ha fatto la storia

Cosa accomuna la nascita della Gran Bretagna, le strategie militari di Napoleone, le migrazioni dell’Homo Sapiens, l’esito della Crociate e persino la nascita della democrazia moderna? La risposta è una sola, la zanzara. Anzi, dopo aver letto Zanzare. Il più micidiale predatore della storia dell’umanità – il brillante saggio di Timothy C. Winegard che uscirà con HarperCollins il prossimo 15 luglio (22 565 pp. nella traduzione di Paolo Lucca) la vostra visione del mondo è destinata a mutare, per sempre.
TRE GRAMMI
La zanzara pesa circa 3 grammi per appena pochi millimetri di lunghezza eppure con il suo ronzio e la sua puntura, ha determinato il corso di guerre, paralizzando governi, sconvolgendo la storia mondiale e seminando il panico. Solo la femmina ci punge ma l’anno scorso ha ucciso 830 mila persone (i temuti squali, mediamente, si fermano a quindici vittime) e Winegard stima che le zanzare, sino ad oggi, abbiano ucciso circa 52 miliardi di persone, circa la metà di tutti gli esseri umani mai vissuti sulla Terra. Ovviamente le zanzare «non uccidono nessuno in forma diretta si affretta a chiarire l’autore ma le tossinfezioni derivanti dalle punture si lasciano dietro una scia infinita di morti». Winegard, accademico canadese (1977), formatosi ad Oxford, professore di Storia e Scienze politiche alla Colorado Mesa University, firma un corposo testo che si legge come una spy-story, andando a zonzo dalla notte dei tempi, dai romani sino ai giorni nostri, studiando l’impatto devastante sull’umanità delle zanzare, «il distruttore di mondi».
LA QUESTIONE
Per l’autore si tratta di una questione personale visto che suo nonno William, nel 1918, diciottenne e imbarcato in Marina, «contrasse contemporaneamente la Spagnola, la febbre tifoide e la malaria vivax al largo delle coste africane. Divenne uno scheletro di 44 chili ma miracolosamente si salvò. Altrimenti io non sarei qui». Le zanzare hanno cambiato molte volte la storia del mondo. Una prova? Nel 1698, cinque navi salparono dalla Scozia, per raggiungere Panama. Qui la Compagnia di Scozia sperava di creare un hub commerciale ma la malaria li sterminò e le perdite economiche furono talmente ingenti che gli scozzesi dovettero accettare un’offerta di unificazione dall’Inghilterra. In pratica, furono i morsi delle zanzare panamensi a far nascere la Gran Bretagna. E quindici secoli prima, un ceppo di malaria locale uccise quarantamila soldati romani che avrebbero dovuto sottomettere proprio la Scozia.
LA DECIMAZIONE
Ceppi endemici decimarono le forze di Annibale mentre attraversavano l’Italia, allontanarono gli eserciti di Gengis Khan dall’Europa meridionale e impedirono ai crociati europei di conquistare la Terra Santa (a conti fatti, la malaria uccise più di un terzo di loro). E nel 1809, a Walcheren, Napoleone aprì le dighe per creare un’inondazione salmastra, dichiarando: «Dobbiamo opporci agli inglesi con nient’altro che la febbre, che presto li divorerà tutti». Ebbene, che mondo sarebbe stato senza quel ronzio maledetto, si domanda l’autore. È impossibile saperlo, d’altra parte per una serie di conseguenze storiche e matrimoni falliti per la morte di uno dei consorti, Winegard afferma che le zanzare sono indirettamente responsabili della Magna Carta e, quindi, della democrazia moderna. E intanto, per scamparla, abbiamo dovuto affinare l’ingegno, come dimostra la nascita del gin tonic: per governare l’India coloniale, i britannici consumavano 700 tonnellate di corteccia di china all’anno, per curarsi dalla malaria.
L’EFFETTO
Così, «per contrastare il sapore amaro del medicinale e molto probabilmente anche per ottenere un effetto inebriante, essi aggiunsero del gin al preparato». E con un paio di cubetti di ghiaccio, il cocktail è servito. La zanzara che conta circa 3540 specie e costituisce il gruppo più numeroso della superfamiglia dei Culicoidea – ha dominato la Terra per 190 milioni di anni. Chiudete gli occhi e immaginate questo minuscolo esercito di 110 bilioni di insetti che ha colonizzato praticamente ogni angolo del pianeta («gli unici luoghi sicuri» scrive l’autore – sono l’Antartide, l’Islande, le isole Seychelles e qualche minuscolo atollo della Polinesia») e le loro punture hanno modificato il nostro dna, al punto che abbiamo sviluppato difese ereditarie contro alcuni ceppi malarici.
IL TERRORE
Ma ecco spuntare il virus Zika, il virus del Nilo occidentale o la Dengue e siamo punto e a capo, terrorizzati da un insetto minuscolo quanto letale. E indovinate un po’, come già dichiarano i giornalisti scientifici Jared Diamond e David Quammen, Winegard ribadisce che proprio la globalizzazione – con i suoi voli low-cost e l’urbanizzazione selvaggia sta favorendo la diffusione una nuova generazione di malattie trasmesse dalle zanzare e un tempo confinate ai tropici. Una pagina via l’altra, con una prosa sempre chiara, Winegard ci porta a spasso lungo la storia dell’umanità, sfoderando aneddoti e cifre che ci annichiliscono e infine, sgancia la bomba: ci affidiamo fiduciosi alla tecnologia puntando al sogno dell’immortalità ma sin dalla notte dei tempi, il più temibile predatore è sempre lì, in agguato. Insomma, sia che brandiate una ciabatta nel cuore della notte o che indossiate unguenti e braccialetti ad ultrasuoni, sappiate che la lotta con le zanzare è impari e non promette nulla di buono.
La zanzara ha resistito all’estinzione dei dinosauri e al Ddt, adattandosi e mutando continuamente, «facendo di tutto per sopravvivere, proprio come noi». E alla fine, probabilmente, resteranno solo loro. Ronzando sulla Terra, indisturbate, in cerca di nuove prede da pungere.