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 2021  luglio 09 Venerdì calendario

Periscopio

Diversi anni prima che Pavarotti morisse, mia moglie e io lo invitammo a Forlì a un concerto di beneficenza per una comunità di tossicodipendenti. Pavarotti venne apposta dall’America. Non volle una lira, si pagò lui il biglietto aereo. Lo accompagnai per tutta la serata al pianoforte, di fronte a settemila persone. Un gesto che non potrò mai dimenticare. Riccardo Muti (Aldo Cazzullo). Corsera.
Letta sa bene che è iniziata una battaglia che rischia di diventare incontrollabile ed è indeciso se andare alle urne dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, per poter fare lui le liste, o giocarsi la roulette di un congresso che difficilmente potrà vincere perché il Nazareno è ormai un Vietnam. Luigi Bisignani, il Tempo.
Dopo i primi cento giorni del Consolato di Mario Draghi da apòta (storico) lo posso dire: questa volta, forse, ci è andata meno peggio del solito. Dal tempo di Alcide De Gasperi non avevamo più avuto al potere un “Padrone”, solo “Fattori” o “Maggiordomi”. Certo, Draghi sempre un “Padrone” è, e sa di esserlo, ma si capisce che il potere lo vive non fine a se stesso, lo usa in scioltezza, trasferendo così sicurezza ai sudditi. Anzi, è probabile che via via crescerà il numero dei sudditi che si affezionerà a lui e ai valori degli “Alpini”. Riccardo Ruggeri. ItaliaOggi.
Guglielmo Giannini, fondatore e affossatore dell’Uomo qualunque, seppe usare il turpiloquio con mezzo secolo di anticipo su Grillo: “Non rompeteci i coglioni”, “Fessuccio Parmi” (Ferruccio Parri), “il romagnolo di turno (Pietro Nenni), “segaioli”,”Caccamandrei” per Calamandrei, la rubrica PdF (Pezzo di Fesso), per tacere d’inviti espliciti a madri e figlie degli avversari. Tuttavia, per dirla col Cav, gli mancò il quid. Marco Bertoncini. ItaliaOggi.
Le vendite post-pandemia della Ferrari intercettano la ripresa e la previsione è chiudere il 2021 con un miliardo di fatturato in più rispetto al 2020. La top del listino è la SF90 che costa 430 mila euro più eventuali accessori. Nei pressi dello stabilimento, Massimo Bottura, da chef stellato diventato imprenditore, ha aperto un altro suo ristorante, con lo stemma del Cavallino rampante, piatto forte del menù la lingua salmistrata con lumache, aglio dolce e caviale. Carlo Valentini. ItaliaOggi.

Vorrei lasciare due inquietudini ai moralisti di questa buia epoca: negli stadi si gridano offese non di poco conto contro mamme di arbitri, mogli e figlie di giocatori, difetti fisici di ogni genere eccetera. Sono offese di minor conto rispetto a quanto avviene nelle offese per razzismo? Chi lo ha deciso? Inoltre, nel mondo ci sono problemi enormi come la morte di un sacco di bambini per fame, tralasciando altre calamità. Vogliamo trovare un simbolino anche per loro? Temo che il “razzismo” ( parola tanto vaga quanto imprecisa e elastica) sia una questione comoda. Dichiararsi antirazzisti non è difficile. Se però poi si dà degli immorali a chi non si comporta come noi, si ricade esattamente in una forma subdola di razzismo. Perché si sa, il germe del razzismo alligna dove c’è una “razza’” o lobby o brigata umana (bianca, nera, etero o omosessuale chesia, gialla, greca, atea o credente, di sinistra o destra che sia) che ritiene gli altri più bassi e “immorali”. Davide Rondoni. QN.
Marcello Marchesi ha toccato tutte le corde. Politica: «La rivoluzione si fa a sinistra, i soldi si fanno a destra». Sociale: «La legge è uguale per tutti. Basta essere raccomandati» o «Mangiate merda, milioni di mosche non possono sbagliare». Esistenziale: «Due parallele si incontrano all`infinito, quando ormai non gliene frega più niente». Anche il cabaret ha una gloriosa tradizione comica, con punte satiriche, ne fanno parte a pari titolo Giorgio Gaber e Paolo Villaggio, Enrico Vaime e Nanni Svampa. Umberto Simonetta ne fece una bella antologia, La patria che c`è data (Bompiani, 1974). Alessandro Gnocchi. Il Giornale.
Un lettore (se non vuole passare al nemico, lo snobismo) deve coltivare la lettura come un tempo i gentiluomini esercitavano la beneficenza: in segreto. Leggere non fa di nessuno un modello di virtù. Tutt’al più ne fa un intellettuale, e sa il cielo quanto poco la categoria, messa catastroficamente alla prova negli ultimi due secoli, abbia onorato e onori il mondo. Diego Gabutti. ItaliaOggi.
Qui al Negrar di Verona rifacciamo le protesi di anche e ginocchi troppo vecchi, o infetti, o realizzate male in altri ospedali. È un intervento molto complesso. Ogni anno ci capita oltre un centinaio di volte per i ginocchi e una quarantina per le anche. Claudio Zorzi, primario ortopedico all’ospedale Sacro Cuore don Calabria, Negrar (Verona). (Stefano Lorenzetto) l’Arena.
Il grande capo della Disney, Bob Iger, ha annunciato che la piattaforma Disney + ospiterà il nuovo attesissimo lavoro di Peter Jackson, la serie/documentario “The Beatles: Get Back”. Uscirà alla fine del prossimo novembre, non casualmente perché il prossimo ottobre (il 5 per la precisione) ricorreranno i 60 anni dall’uscita di Love me do il primo 45 giri dei Beatles. Mauro Masi. ItaliaOggi.
I parà di Motta Gur non sapevano neanche come era fatto il Muro del Pianto, e ci finirono a sbattere contro quasi senza saperlo. Molti di loro erano sionisti laici, figli dei kibbutz marxisti (l’anima dei corpi di élite dell’esercito) dove si forgiava col lavoro nei campi “l’ebreo nuovo”, dove non si pregava e non si dava retta alle superstizioni religiose. Eppure in tanti si misero a piangere, chiesero ai commilitoni di aiutarli a recitare una preghiera, la prima mai detta nella loro ruvida vita di “sabra”. Erano tutti sui vent’anni. Maurizio Pilotti. Libertà.
Il meno brillante in tv sembrava, e di fatto era, Carlo Conti. Agli esordi lavorava come impiegato di banca. Alla lunga, invece, la professionalità e la preparazione premiano chi sa esercitarle con ordine, metodo e pazienza. E oggi la star (non come comico, ma come conduttore) è diventato lui, Carlo. Cesare Lanza. Alle cinque della sera.
La sfida della qualità mi appassiona sin da quando lasciai la Rizzoli e nel 1988 approdai a Guanda come direttore editoriale. Alla Rizzoli, assieme a Mario, negli anni precedenti avevamo dato vita a una stagione molto ricca. Facemmo entrare autori come Manganelli, Citati, Flaiano, Landolfi e Tomizza. I saggi di Giovanni Macchia. Luigi Brioschi, presidente e direttore editoriale della casa editrice Guanda (Roberta Scorranese). Corriere della Sera.
La tristezza è la malinconia degli infelici. Roberto Gervaso, scrittore.