ItaliaOggi, 8 luglio 2021
Periscopio
Politici che mi cercano ce ne sono parecchi, ma li ignoro. Matteo Fiocco, youtuber di agricoltura (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Se Conte mollasse, l’Elevato chiamerebbe Di Maio sommerso di complimenti, mentre sull’ex premier piovevano insulti. Il lettore ha capito che in questa fase è inutile chiedersi quale sarà la linea politica del nuovo M5s, ammesso che sia davvero nuovo. Bruno Vespa. QN.
Dobbiamo fare i conti con la rotta balcanica. In tempi di pandemia non è facile. Giovedì 1° luglio, in Friuli ci sono stati 15 contagiati, di questi, 5 sono richiedenti asilo. Sabato 3 luglio 12 casi nell’intera regione: 7 erano migranti. Non aggiungo altro. Massimiliano Fedriga presidente della Regione Friuli e delle Regioni italiane (Stefano Lorenzetto), l’Arena.
Vito Rosario Petrocelli di anni 57, grillino lucano e presidente della Commissione Esteri del Senato, anche se poi lui, in realtà, sarebbe un geologo (non state a sottilizzare: ricordatevi sempre che Barbara Lezzi, vent’anni in un’azienda che produce pezzi di ricambio per orologiai, ha fatto il ministro per il Mezzogiorno). Allora: questo Petrocelli va in giro dicendo che l’Italia dovrebbe essere il miglior riferimento per la Cina mentre, nell’ultimo G7, di fatto orientato dal nostro premier Mario Draghi, tutti hanno sostenuto che la Cina rappresenta il nuovo nemico delle democrazie avanzate. Fabrizio Roncone. 7 – Corsera.
Nel Pd tutti contro tutti: Orlando spiazzato a sinistra dal suo vecchio compagno di merende Provenzano, a cui ha tolto il posto da ministro e che ora guida la frangia più estrema del partito mettendolo in difficoltà come ministro del Lavoro, Dario Franceschini, invece, in costante rottura con Letta e sempre più pentito di non essere più il capo delegazione del Pd al Governo e che non smette di fare un pensierino al Quirinale, convinto com’è, beato lui, di riuscire alla fine a trovarsi gli appoggi giusti. Luigi Bisignani, il Tempo.
I registrati alla piattaforma di Casaleggio non pagano un cent per l’iscrizione, che è gratuita. E quel che non costa niente non vale niente. Molti sono stati iscritti da amici, parenti e conoscenti che hanno bisogno di voti per farsi eleggere alle primarie online. Questa strana “base” è divisa a metà fra i fedeli al sogno originario di un movimento di rottura e la popolarità di Conte, l’unico che potrebbe arginare la frana elettorale che li ha dimezzati. Idem gli elettori. Mauro Suttora, saggista (Federico Ferraù). ilSussidiario.
Per offrire un prezzo competitivo occorre avere costi competitivi, ciò che in Italia risulta complicato innanzi tutto a causa di una tassazione complessiva per le aziende che sfiora il 70%. Con questo livello di tassazione si fatica ad essere competitivi sul piano internazionale. Il fatto è che tutti sono d’accordo su questo gap che ci tarpa le ali, tutti promettono di tagliare il peso fiscale sulle imprese ma in concreto non succede nulla e gli stranieri ci rubano quote di mercato. Romodo D’Orazio, Modaimpresa. (Carlo Valentini), ItaliaOggi.
Tutti (sempre il filosofo, che oggi è di corvée) hanno diritto alle proprie alienazioni, e leggere è una di queste, né migliore né peggiore delle altre, qualunque cosa se ne dica in tivù, dove passano per «libri» (che «migliorano» chi li legge) non soltanto l’ultimo Saviano ma persino l’autobiografia di Rocco Casalino e quella di Giorgia Meloni, entrambe pseudofreudianamente in conflitto col papà. Diego Gabutti. ItaliaOggi.
Delphine Ernotte, direttrice di France Télévisions (la Rai francese, ndr), ha detto che nella tv pubblica ci sono troppi «uomini bianchi di più di cinquant`anni, la situazione deve cambiare». Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, in una recente intervista all’Express ha affermato che esiste un «privilegio bianco». È spaventoso. Sentendo queste dichiarazioni ci si rende conto di quanto sia profonda la penetrazione di certe teorie. Quando espressioni come “privilegio bianco” vengono pronunciate dal capo dello Stato c`è da preoccuparsi. Pascal Bruckner, filosofo (Mauro Zanon). Il Giornale.
Ho cominciato a lavorare con Pavarotti nel 1969, con I Puritani alla Rai di Roma. Poi abbiamo avuto momenti di frizione per fatti tecnici. Incomprensioni musicali. Tramutate in una grande amicizia. Devo a Pavarotti una delle più belle, se non la più bella voce della seconda metà del Novecento. Lui mi ha regalato cose meravigliose: un Pagliacci registrato in disco a Filadelfia, un Requiem di Verdi alla Scala, e soprattutto il Don Carlo scaligero, dove Pavarotti in particolare nel finale dà una lezione di tecnica vocale, di fraseggio perfetto, davvero di grande ispirazione. Sulle parole “ma lassù ci vedremo in un mondo migliore” riconosco la sua generosità. Riccardo Muti (Aldo Cazzullo). Corsera.
Garin, come Luporini, Cantimori, Ragionieri, è stato un intellettuale che aveva. un legame forte con il Pci ma, diversamente dagli altri, non si iscrisse mai al partito. Sapeva di poter incidere più da fuori che da dentro e aveva ragione. Considerava un errore di ingenuità l’iscrizione di Cantimori. E fu felice quando Delio non rinnovò la tessera del Pci. Oltretutto, Garin ricevette come dono da Cantimori una raccolta di poesie di Georg Trakl, con una dedica significativa: “Distaccato, non separato”. Michele Ciliberto, biografo di Giordano Bruno (Antonio Gnoli). La Repubblica.
L’europarlamentare Alex Langer veniva da un “posto pulito e illuminato bene”, il Sud Tirolo ordinato e benestante. Era del 1946, padre medico viennese, ebreo, non praticante, madre farmacista. Una famiglia laica, colta, progressista che lo iscrisse con scandalo di tutti (in un mondo dove la segregazione era una autopratica quotidiana) all’asilo italiano. Ancora bambino Alex vive quindi sulla sua pelle la stupidità degli steccati etnici. Maurizio Pilotti. Libertà.
I friulani e i veneti hanno in comune la capacità di crearsi il futuro, di rimboccarsi le maniche. Costruiscono multinazionali senza avere i soldi, fidando solo sulla forza delle loro idee, come dimostrano i casi Danieli, Fantoni, Illy. Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli e delle Regioni (Stefano Lorenzetto), l’Arena.
Le mogli non dovrebbero mai rinfacciarci i nostri tradimenti, ma solo perdonarci. Niente ci fa sentire più in colpa di un’assoluzione. Roberto Gervaso.