ItaliaOggi, 8 luglio 2021
Spettegolare fa bene alla salute
Da un po’ di tempo si va dicendo che parlare male degli altri fa bene alla salute e aiuta a rafforzare i legami sociali. Quando non distrugge le amicizie, lo spettegolare le rafforza ed è ipotizzabile che una parte del peso del lavorare da casa discenda dalla difficoltà di restare al corrente del gossip più fresco e scabroso.
Le ricerche che dimostrano i benefici del malignare insieme sulle persone non presenti sono ormai numerose. L’elemento più recente è uno studio dell’Università di Pavia – condotto da Natascia Brondino, Laura Fusar-Poli e Pierluigi Politi – che dimostra come lo spettegolare aumenti la produzione dell’ormone dell’ossitocina nel corpo, diminuendo invece la presenza di cortisolo. Le sostanze, detto popolarmente, sarebbero rispettivamente gli ormoni della «felicità» e dello «stress». Quindi, un bello sfogo pettegolo migliorerebbe l’umore e calmerebbe le ansie... Siccome, in fatto di malignità, tutto il mondo è paese, la ricerca italiana rafforza l’identificazione di un fenomeno comune a molte altre nazioni, e non solo quelle occidentali.
Una conferma arriva perfino dalla Normal South China University, dove si è utilizzata la tecnica della risonanza magnetica per seguire l’attività cerebrale dei pettegolanti. Sparlare degli altri avrebbe, secondo i cinesi, un effetto sul cervello simile a quello procurato dal consumo di un alimento gradito. Ci sono indicazioni che in pratica siamo destinati quasi dalla nascita a essere pettegoli. Secondo una ricerca del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, i piccoli di cinque anni, ancora prima di iniziare la scuola, sono già abili nel «taglia e cuci» conversazionale riguardo a conoscenti comuni non presenti. Per i tedeschi ciò dimostrerebbe come l’abilità di «sviluppare strategie per la gestione delle reputazioni» esista dalla più tenera età.
Il primo scienziato a sottolineare il lato positivo del parlare male degli altri è stato l’antropologo inglese Robin Dunbar, alla fine degli anni novanta. Riconosceva al pettegolezzo la capacità positiva di procurare a chi sparla un’identità condivisa, un ruolo di appartenenza. Da allora, l’immagine dello spettegolare non ha fatto che migliorare.
La nostra è un’epoca revisionista, stanca delle vecchie «verità». Una volta le malelingue, le «comari», si biasimavano. Oggi leggiamo che «spettegolare è una skill sociale, non un difetto caratteriale». Vale a dire: fate pure…