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 2021  luglio 08 Giovedì calendario

Piovono 100 alla Maturità

Piovono 100 e 100 e lode sui maturandi del secondo esame in era Covid. Merito di una prova molto più semplice, di un sistema di punteggi stravolto e di una formula che molti presidi chiedono di modificare per lasciare spazio almeno a una prova scritta e a una valutazione più equilibrata.
A Torino ad aver preso un bel 100 alla maturità sono stati l’11,5% tra studenti e studentesse che si diplomavano, più di uno su dieci, il triplo rispetto a due anni fa, cioè l’epoca pre Covid quando l’esame di Stato aveva due prove scritte e un orale. Si calcola che dal 2019 a oggi il punteggio finale medio è cresciuto di 5 punti nei licei e di 8 negli istituti professionali. A Torino si parla di record ma è lo stesso in tutt’Italia. A Milano al liceo classico Manzoni su 184 maturi in 83 hanno preso cento o cento e lode. Quasi la metà, un risultato mai visto. Sempre a Milano, al liceo classico Beccaria la percentuale di studenti con il massimo dei voti è più bassa, il 32%. Un maturando su tre. Anche in questo caso percentuali mai toccate prima. A Mantova e provincia ad aver ottenuto cento o cento e lode sono stati più di uno studente su 10. Bocciature ai minimi termini. Ad Arezzo, al liceo Colonna il 27 per cento dei maturandi dell’indirizzo linguistico hanno avuto il massimo dei voti, il 19% all’indirizzo scienze umane.
La commissione interna
E poi Napoli, Pesaro, Palermo. Leggere le cronache locali in questi giorni significa imbattersi in titoli carichi di entusiasmo sulla «pioggia di 100», sui record della maturità, la seconda dell’era Covid. In attesa dei dati ufficiai del Ministero dell’Istruzione che quantificheranno il dato a livello nazionale, i presidi di diversi istituti secondari d’Italia confermano la tendenza e provano a dare una spiegazione. Mario Rusconi presidente dell’Associazione nazionale Presidi del Lazio: «Sappiamo che quest’anno i voti sono molto più alti e lo giustifichiamo ricordando che 6 membri su 7 sono interni al contrario di quanto avveniva fino a due anni fa. Si sono evitati i soliti incidenti di percorso con ragazzi entrati con un punteggio di 90 e costretti a diplomarsi con voti più bassi perché la commissione esterna non li conosceva, non li ha capiti».
Cristina Costarelli, dirigente del liceo scientifico Newton di Roma e vicepresidente dell’Anp del Lazio, spiega che «L’essere un po’ più larghi di manica, nei limiti ovviamente, premiando l’originalità degli elaborati nell’unica prova orale, si è coniugato sicuramente con la situazione contingente, con il tener conto di un anno particolarmente complesso». Conferma i voti più elevati anche Raffaella Massacesi, dirigente del liceo classico Eugenio Montale di Roma. Un risultato che ha potuto constatare nel suo liceo e nell’istituto dove è andata a svolgere gli esami come presidente di commissione. «Senza dubbio una maturità più semplice. A definire il punteggio pesa per il 40% il colloquio dove non c’è una vera e propria interrogazione ma un elaborato realizzato dagli studenti e esaminato da docenti interni. Non si mette in difficoltà nessuno se in pochi casi. Si finisce per confermare il curriculum con cui ci si presenta alla prova ed è più facile avere un voto alto. E poi, dopo un anno così pieno di difficoltà io stessa non ho potuto non tenerne conto nella valutazione finale».
Nostalgia dell’esame pre-Covid? «Non molta in un anno come questo. Nessuno avrebbe avuto le forze per affrontare due prove scritte e un’interrogazione orale ma bisogna riflettere su come procedere in futuro», risponde la preside Massacesi.
Ottimi i risultati anche dell’istituto tecnico industriale Caramuel-Roncalli di Pavia, il 15% ha avuto il massimo dei voti. Matteo Loria il dirigente scolastico: «Sono risultati più alti del solito che danno soddisfazione agli studenti che hanno dovuto affrontare un anno complesso». Anche per lui, il prossimo anno si impone però una riflessione. «Inserirei almeno una prova scritta altrimenti la valutazione non risulta completa».
Al liceo scientifico Da Vinci di Reggio Calabria i voti dell’esame di maturità sono da sempre più alti rispetto alla media nazionale. «Il nostro è un liceo che forma eccellenze, abbiamo una rigida selezione iniziale quindi chi arriva in fondo è molto preparato» spiega la dirigente Giusy Princi. Quest’anno ad aver avuto il massimo dei voti sono stati ancora di più, il 47% dei maturandi. «Si sono create le premesse con i docenti interni si è creato un percorso personalizzato – spiega la dirigente – fornendo ai ragazzi i materiali che permettessero loro di personalizzare il percorso e far fuoriuscire le competenze». Anche per Giusy Princi però così com’è strutturata la prova non può funzionare, soprattutto in previsione di un altro anno con una parziale didattica a distanza. «Va introdotta almeno una prova scritta, è squilibrato assegnare il 40% dei crediti soltanto sulla base di una prova orale. Restano fuori una parte di competenze che invece abbiamo il dovere di registrare».