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 2021  luglio 08 Giovedì calendario

La consigliera siciliana che ha cambiati sei partiti

Non gareggia certo per conquistare l’Oscar dei voltagabbana, ma qualche avversario e alcuni amici di partito ai quali ha sbattuto la porta in faccia approfitterebbero della norma fatta aleggiare dal Pd per tagliare lo stipendio a Marianna Caronia, che ha collezionato gagliardetti di partito transitando da Forza Italia alla Lega, da ambienti Udc e Cantiere popolare al gruppo misto dove rivendica, dice, il primo diritto di un parlamentare: «Il diritto ad essere se stessi. Con coerenza...».
Ma non sono troppi 6 cambi di casacca come consigliere comunale a Palermo e deputato regionale a Palazzo dei Normanni?
«Che menzogna. Me ne attribuiscono troppi. Comunque non sono io a cambiare, ma chi governa i partiti. Cioè vertici che spesso non mantengono gli impegni di programma».
Quante volte, onorevole?
«Solo tre volte. Ho lasciato Forza Italia dove adesso Gianfranco Micciché s’è messo pure a sostenere il sindaco Orlando in una Palermo al disastro. La Lega perché il senatore Candiani diceva cose poi non fatte. Ed ora sto al Misto perché continuo da lì le mie battaglie».
E l’Udc? E il Cantiere popolare di Saverio Romano?
«Non sono io cambiare. Partiti e movimenti si evolvono, muoiono o vengono snaturati. Ecco perché rivendico il mio diritto a restare coerente con gli impegni sbandierati agli elettori».
E quali sono quelli da lei presi?
«Sono nel programma elettorale con cui ci si presenta alle urne. Io sono sempre rimasta nel centrodestra, coerente nel sostegno al presidente Nello Musumeci». 
Nel 2018 lasciò Forza Italia perché non vedeva “all’orizzonte alcuna volontà di rinnovamento”...
«È ancora così. E ho sempre pagato trasmigrando verso aree di opposizione interna, mai di governo. Pensando solo ai principi...».
Il principio al quale tiene di più?
«Quello di genere, visto che qui le donne faticano a imporsi, a farsi inserire nelle liste, a essere elette e, quando sono elette, a conquistare posizioni di potere reale. Per avere un assessore alla Regione donna che fatica... e non sono io». 
E se scattasse la norma anti casacche?
«Mi prenderei l’eventuale penalità, pagando per non tradire gli elettori».