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 2021  luglio 07 Mercoledì calendario

La reggia da 60 milioni di Erdogan (pagata dai turchi)

Ancora una volta il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, nato in una piccola casa di uno dei quartieri più poveri di Istanbul, non si è fatto alcuno scrupolo nel sottrarre altri 60 milioni di euro alle casse dello stato per farsi costruire una residenza estiva alla propria altezza. Certo, sia la nuova faraonica sede della presidenza inaugurata ad Ankara nel 2015, costata la cifra monstre di 500 milioni di euro, sia questa mega villa extralusso per le vacanze estive rimarranno nella disponibilità dei suoi successori. Resta il fatto che la decisione presa dal Sultano di dotare l’istituzione che incarna di un riparo al mare così sfarzoso e costoso è uno schiaffo più che sonoro ai milioni di turchi disoccupati o pagati con salari da fame. Mentre sullo sfondo del buen retiro estivo di Marmaris, in una insenatura di sabbia bianca della costa egea meridionale, c’è una selva rigogliosa, su quello delle abitazioni della maggior parte della popolazione turca c’è una foresta di palazzoni dormitorio o catapecchie rurali. Del resto l’inflazione a due cifre non accenna a placarsi e il crollo della moneta locale negli ultimi due anni ha reso il costo della vita, affitti compresi, inaffrontabile per la moltitudine. Ma Erdogan continua a comportarsi come se la Turchia fosse ancora una delle “tigri” asiatiche dei primi anni Duemila.
A mostrare per la prima volta il “palazzo d’estate” con 300 stanze, tre eliporti, una enorme piscina e arredi pregiati, è stato Sefik Birkiye, già architetto del “palazzo bianco” in stile neo ottomano della capitale dove una delle 1.150 stanze è ovale essendo ispirata allo studio del presidente degli Stati Uniti. A proposito di Casa bianca, quella estiva in salsa turca è il resort dove si trovava Erdogan quando iniziò il fallito golpe del 2015 di cui il presidente incolpò, seppur indirettamente, la Cia. Portato via dall’enorme stanza con vetrata sul mare cristallino dalla scorta, che lo protesse dai colpi di arma da fuoco dei golpisti, Erdogan ha sempre impedito che venissero divulgate le immagini di questa gigantesca villa. Grazie a uno dei pochi giornali di opposizione sopravvissuti, il laico Sozcu, ora tutti possono vederla. Mostrare urbi et orbi il “palazzo bianco d’inverno”, per Erdogan era un modo di impressionare lo straniero, nel caso del “palazzo d’estate” nasconderlo invece è un modo per non sentirsi accusare dall’opposizione e, soprattutto, dalla gente di indifferenza nei confronti dei problemi economici dei più. Dalle scorse amministrative del 2019 Erdogan sta infatti perdendo consensi, così come il suo omologo russo Vladimir Putin che ha sempre negato di essere il proprietario della immensa magione sul Mar Nero mostrata in un video dal Alexei Navalnj. Il resort voluto da Erdogan è stato completato nel 2019 e si estende su circa 90 mila metri quadrati. Le immagini stanno suscitando forti critiche nell’opinione pubblica e tra gli ambientalisti anche per la massiccia deforestazione dell’area dovuta all’ampliamento dell’edificio, sorto sul sito che ospitava già la sobria residenza estiva dell’ex presidente Turgut Ozal. Ma il presidente turco è noto per non avere a cuore l’ambiente, a partire dalla decisione di distruggere un piccolo parco nel cuore di Istanbul, Gezi, che, nel 2013, provocò la reazione di 4 milioni di turchi scesi nelle piazze e repressi brutalmente dalla polizia. Inoltre, per realizzare la immensa residenza di Ankara, Erdogan fece abbattere 50 mila alberi di foresta protetta, nota come “foresta di Ataturk.” Va ricordato che il complesso di Marmaris è già stato usato per rinsaldare preziose alleanze geopolitiche.
Tra le sue stanze dorate, Erdogan ha ospitato il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, con cui solo una ventina di giorni fa ha firmato nuovi accordi strategici di cooperazione economica e militare, e il premier albanese Edi Rama, leader politico cruciale per la ripenetrazione di Ankara nei Balcani. Non è chiaro il motivo per cui l’architetto Birkiye, autore anche della nuova moschea di piazza Taksim, abbia deciso di svelare il mistero e condividere le immagini del progetto sul proprio sito web. Nelle immediate vicinanze del Palazzo centrale, dove si trovano 5 edifici di diverse dimensioni, sono stati realizzati alloggi per il personale da tre blocchi, mentre l’area di 10.966 metri quadrati davanti al mare è stata riempita con sabbia e ghiaia speciali e trasformata in spiaggia. Anche se il sipario della segretezza sull’Okluk State Guest House nel quartiere Marmaris di Mula è stato infine sollevato, mostrando quanto il Sultano se ne infischi altamente dei suoi “sudditi”, nulla succederá perché ormai Erdogan è un autocrate che mette le manette a qualunque forma di dissenso.