Avvenire, 7 luglio 2021
Bennett, prima sconfitta sulla cittadinanza ai palestinesi sposati con israeliani
Tel Aviv
Primi scricchiolii nel nuovo governo israeliano di Naftali Bennett, che si regge su una risicata maggioranza (61 seggi su 120) e tiene insieme otto partiti disomogenei. Ieri alla Knesset era in votazione l’estensione di una legge (approvata nel 2003, nel pieno della Seconda Intifada, per controllare gli ingressi in Israele) che vieta ai palestinesi della Cisgiordania e di Gaza sposati con israeliani di ottenere i diritti di cittadinanza. La proposta del governo è stata bloccata con 59 voti a favore e 59 contro. Determinante il voltafaccia di un deputato di Yamina
(il partito di Bennett), Amichai Chikli, che ha votato contro, allineandosi con l’opposizione guidata dall’ex premier Benjamin Netanyahu. Chikli è stato definito un «disertore» e Bennett ha accusato l’opposizione di aver dato «un colpo diretto alla sicurezza del Paese», perseguendo una «politica meschina». Due dei quattro deputati islamisti di Raam hanno votato a favore, due si sono astenuti.