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 2021  luglio 07 Mercoledì calendario

Periscopio

Il bacio è cultura. Baciando si conosce un’altra lingua. Marco Pozza.
La cautela e l’ansia sono difese naturali che ci aiutano a schivare i pericoli. Ma il loro eccesso è la paura che non ci aiuta a schivare un bel niente. Anzi, ci paralizza. Michele Brambilla. QN.
Quando stava all’opposizione il M5s voleva licenziare la casta dei politici e riformare tutto. Giunto al governo si è reso conto che i No (No tav, eccetera) non bastano, occorrono idee politiche ed economiche e ci vogliono competenze che i militanti di un partito formato da gente presa dalla strada ha dimostrato di non possedere. Cesare Cavalleri. Studi Cattolici.
Le squadre anglosassoni, compreso il Galles, tendono a fare il gesto di inginocchiarsi a inizio partita. Qualcuno, sapendolo, forse avrebbe dovuto porre la questione agli Azzurri: in queste circostanze, di solito una squadra decide insieme il da farsi. Invece la situazione ha colto di sorpresa i nostri calciatori, che hanno reagito ognuno alla propria maniera. Nessuno può essere rimproverato per questo (anche se resta l’impressione che qualcuno abbia pensato a uno strano rito gallese, tipo All Blacks). Aldo Cazzullo. Corsera.
La satira si paga cara. Gaio Fratini, finì in povertà, ebbe la legge Bacchelli per iniziativa di Vittorio Sgarbi. Proprio Fratini, per anni redattore al Caffé di Giambattista Vicari, compilò una esilarante antologia di poesia satirica, La rivolta delle muse. Epigrammi d`Italia (Vallardi, 1994). Vista la data? Un attimo prima della trasformazione del comico in tribuno della plebe in funzione politica di contrasto al centrodestra, una stagione davvero umiliante per la satira, con i giullari ridotti a camerieri del potere mediatico e culturale, fortemente sbilanciato a sinistra. Alessandro Gnocchi. Il Giornale.
Tutto comincia nel 1923, quando Emilio Gentile passa al nemico e scrive sulla sua rivista, La nuova politica liberale, che cambierà più volte titolo fino a diventare nel 1933 Civiltà fascista, d’essere «fermamente convinto della necessità suprema di uno Stato forte, come dovere e come diritto del cittadino, e di una disciplina ferrea, che sia scuola rigida di volontà e di caratteri politici. (…) Questo il succo del mio liberalismo». Da allora le istituzioni libere sono diventate in Italia una barzelletta. Liberale a parole, illiberale nella sostanza, l’Italia sta insieme con lo spago (se lo spago si spezza, via con un altro spago, e se manca lo spago, allora un elastico, una puntina da disegno, un po’ di nastro adesivo). Diego Gabutti, scrittore, ItaliaOggi.
ll divorzio fra il ministero del Tesoro e la Banca d’Italia voluto da Nino Andreatta in combutta con Azelio Ciampi, si rivelò un Giano bifronte: l’inflazione finì ma esplose il debito pubblico. Il governo, senza più la mano amica di Bankitalia ma sempre avido di denaro, fu costretto a chiederlo al mercato, sottoponendosi ai suoi interessi usurari. Come era nelle intenzioni, l’inflazione calò dal 18,1 del 1981 al 4,98 nel 1992. Però il debito, nello stesso intervallo, passò dal 58,86 per cento sul Pil al 105,20. Preso l’abbrivio, peggiorò sempre più. Oggi ha raggiunto il 160% ed è il tallone d’Achille dello Stivale. Giancarlo Perna: “Il Ring”. Guerini e Associati.
Putin ha vissuto tutta la parabola discendente dell’Unione sovietica. Nel 1981 era a Berlino Est come giovane ufficiale di collegamento del Kgb. Ha imparato la lezione: la politica esige il consenso e non può prescindere da una capacità militare credibile e sostenibile. Nel 2000 il pil reale della Russia non era superiore a quelli cumulati da Lombardia e Veneto. Putin ha dato impulso e aggiornato le tecnologie avanzate e segrete sviluppate dall’Unione sovietica. Oggi la tecnologia e l’informatica della Russia sono pari e, in numerosi campi, superiori a quelle statunitensi. Piero La Porta, generale. (Stilum Curiae).
L’irredentismo insieme secolare e messianico degli ebrei poteva chiudere due millenni di paura, di fughe, di pogrom e persecuzioni, di orrori culminati nella Shoah. Solo col Muro del Pianto gli ebrei sarebbero davvero tornati a casa. Così nel 1967 la 55esima brigata dei paracadutisti (soldati tosti, da prima linea, abituati allo scontro corpo a corpo ) ebbe l’ordine di avanzare e prendere la Gerusalemme Vecchia. Si fecero largo combattendo senza quartiere, arrivando la mattina del 7 giugno fino alla Porta dei Leoni, l’ingresso a est che porta nel quartiere arabo. La sfondarono, ed entrarono nelle mura: la resistenza all’interno della Città Vecchia fu minima, solo qualche cecchino giordano, subito neutralizzato. Maurizio Pilotti. Libertà.
Quello che l’uomo moderno non riesce a capire è che la natura ha un solo Padrone. Puoi usare tutta la chimica che vuoi, ma poi ti ritrovi il mondo com’è oggi. Con la cimice asiatica ho perso il raccolto di due stagioni. Per salvare i pomodori mi tocca insacchettarli a uno a uno in reticelle simili a zanzariere. Matteo Fiocco, youtuber (Stefano Lorenzetto). Corriere della Sera.
Io nel matrimonio declino il «per sempre», che una volta era il sogno romantico di tanti giovani. Oggi molti matrimoni nascono nella consapevolezza che il “per sempre” non sarà realtà. Io invece dico cose scandalose per i nostri tempi, ne sono consapevole, ma ho trovato un’infinità di persone a cui il mio film su Sgarbi senior è piaciuto, evidentemente c’è chi ancora ci crede. Pupi Avati, regista (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Il primo articolo lo inviai all’Arena, una recensione del romanzo Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez. Non uscì, né ottenni risposta. Mi fu consigliato di rivolgermi a Verona Sette. Mi ricevette Paolo Butturini, che in seguito sarebbe stato assunto alla Gazzetta dello Sport. Non mi diede molte speranze. Tornata a casa, squillò il telefono. Era Butturini: «Dario Fo si esibirà in Mistero buffo al teatro Ristori. Ora si trova a Brescia. Vada a intervistarlo». Ma io non credo di esserne capace, balbettai. «Parta», fu la replica. Elena Gaiardoni, giornalista (Stefano Lorenzetto). L’Arena.
Da ragazzo, nei sogni, trionfavo come un campione del calcio o un irresistibile tennista. A vent’anni sognavo di conquistare Brigitte Bardot e Marylin Monroe. Poi, di vincere il premio Pulitzer e anche il Nobel. Da giornalista e da scrittore. Poi, da giocatore al casinò, di schiantare la roulette. Insomma, c’era una esagerata, poco lodevole, affermazione del mio ego. Cesare Lanza. Alle 5 della sera.
Non sono così serio da prendermi sul serio. Roberto Gervaso, scrittore.