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 2021  luglio 07 Mercoledì calendario

Dolly, la pecora clonata 25 anni fa

Quando è nata, 25 anni fa, per un po’ è rimasto un segreto gelosa-mente custodito al Roslin Insti-tute di Edimburgo. Quindi, dopo la rivelazione dell’Observer e la conferma di Nature, la notizia è esplosa su tutti i media. Non si trattava solo di un exploit tecnico del gruppo di Ian Wilmut: il primo mammifero clonato a partire da una cellula adulta. Era il simbolo della scienza che infrange i tabù e divide l’opinione pubblica. Per i tecno-ottimisti l’inizio di una stagione che avrebbe portato all’uso terapeutico delle cellule staminali embrionali. Per i tecno-pessimisti un pendio scivoloso verso un futuro di manipolazioni e individui-fotocopia. Cosa resta di Dolly un quarto di secolo dopo quel fatidico 5 luglio del 1996? Se ne ricordiamo l’anniversario, significa che non è stata una meteora ma una stella. Dopo di lei nessuna breaking news biotech ha colpito così l’immaginario collettivo. Nemmeno Lulu e Nana, le due bimbe con il Dna geneticamente editato in Cina nel 2018. Un po’ è merito del musetto simpatico che in foto faceva la sua figura. Nella seconda metà degli anni ’90, inoltre, non ci eravamo ancora assuefatti alle profezie della fanta-scienza. Ma al clamore ha contribuito anche il fatto che la contrapposizione tra bioetica laica e cattolica allora aveva un peso maggiore sugli equilibri politici. Di lei hanno parlato il Papa, il presidente degli Usa, intellettuali di ogni estrazione. L’abbiamo vista diven-tare madre, ci siamo preoccupati per le sue malattie, e tanti ancora si recano al Museo Nazionale della Scozia dove riposa. Dopo il decesso per eutanasia nel 2003, Nature titolò che era morta di overdose, quasi come una rockstar. Resta la polvere di stelle, dunque. È scomparso, per fortuna, il manipolo di fanatici che millantavano di essere pronti a clonare gli esseri umani. Ri-mangono tante buone ricerche che han-no fatto progredire le conoscenze su biologia della riproduzione e medicina rigenerativa. La carne clonata non è mai arrivata in tavola, ma nei laboratori crescono una varietà di organoidi, tes-suti coltivati, candidati trattamenti me-dici che in qualche modo sono debitori della clonazione.