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 2021  luglio 06 Martedì calendario

Dario Argento debutta come attore

Dario Argento, 81 anni, è sul set laziale del suo nuovo film, Occhiali neri, ma conta di arrivare a Cannes per il suo debutto da protagonista del film Vortex di Gaspar Noé. «Non capita tutti i giorni che un regista venga ingaggiato come attore, non sono Woody Allen o Nanni Moretti».
Il suo rapporto con il festival è forte e longevo.
«Sono molti anni che vengo. Ho ricordi bellissimi, l’anniversario di Suspiria nel 2007. Non lo vedevo da anni, non sopporto di rivedere i miei film: è stato emozionante quella sala colma di registi e attori ad applaudire, un bell’omaggio. Opera nel 1987 fu proiettato fuori concorso in una sala gigante. L’ultima volta, due anni fa, con il mio amico John Carpenter, omaggiato alla Quinzaine. Siamo stati insieme tutto il tempo, con altri colleghi, a vedere film, cenare, parlare di cinema. Il paradiso».
A parte le mani degli assassini dei suoi film, lei ha recitato poche volte.
«Qualche particina, per amicizia. Ricordo John Landis, nel ’92, eravamo entrambi a Pittsburgh — lui girava Amore all’ultimo morso e io preparavo Due occhi diabolici — mi propose un piccolo ruolo. Ma stavolta sono protagonista. Mi ha chiamato Gaspar, gli ho detto "scusami, non mi va di fare l’attore". È venuto a Roma a casa mia per convincermi: "È una bella storia e ti darò libertà, io non scrivo un copione dovete inventare". Sono partito, incosciente, per Parigi. È stata un’esperienza strana, abbiamo improvvisato a tema: "Litigate sul fatto che non siete d’accordo sull’educazione del nipote". Ogni ciak era diverso e irripetibile. Mi sono lasciato andare, ho recitato in francese, stranamente a mio agio. Gaspar dice che il film è venuto bene. Ma è stato impegnativo e non lo rifarò».
Lei interpreta un critico.
«Sì, in una scena con un critico discutiamo a braccio al telefono su cinema e sogno, per 31 minuti: Bunuel e Dalì, Hitchcock, espressionismo. Gaspar ha detto "ci penso io, inserisco, taglio….E ha invitato i più famosi critici francesi per la scena in cui c’è la riunione della rivista, ognuno a dire la sua».
Nel suo cinema l’aspetto onirico è importante.
«È vero, il film che sto preparando, è una specie di sogno ad occhi chiusi: la protagonista cieca, vivrà una pericolosa avventura affiancata da un ragazzino cinese. Ho scelto Ilenia Pastorelli perché mi sembra molto brava, ma ci sarà anche Asia».
"Vortex" è una storia d’amore?
«Quasi. Siamo una coppia anziana. Lei è malata di Alzheimer, lui ha un’amante da vent’anni di cui è molto innamorato, ma la cosa sta per finire perché lui è costretto a occuparsi della moglie, che ha molti incidenti domestici e ha un figlio drogato. È una famiglia disgregata e un vortice travolgerà la vita di tutti».
Noé gira spesso film scandalosi.
«Stavolta Gaspar ha fatto un film personale, la mamma ha avuto l’Alzheimer. c’è molto di sé».
L’amore può fare paura?
«Sì, perché ti porta in vortici in cui perdi la cognizione della realtà. Quello dei giovani è festoso, quello degli adulti può essere tragico».
A lei è mai capitato?
«Di farmi travolgere no, di avere passioni sì. Ma ho avuto un momento della mia vita importante: quando mi sono separato da Daria Nicolodi le mie figlie sono venute da me, non sono volute restare da lei, così ho fatto loro da padre e madre fino quasi all’età adulta. Loro mi vietavano di portare donne, in casa, non solo per la notte ma anche a pranzo… mi interrompevano le telefonate, mi hanno molto seguito, mia madre diceva che hanno fatto il bene della mia vita».
Siete molto legati?
«Sono l’unica cosa importante, oltre il lavoro che mi dà grandi soddisfazioni. Le mie figlie sono un tesoro che cerco di mantenere con tutto l’amore che posso».
La morte di Daria Nicolodi è stata un grande dolore per Asia.
«Sì. Abbiamo affrontato insieme il dolore, ci siamo ricordati del passato, quel che è accaduto tra di noi, i momenti difficili che ci sono in tutte le famiglie. Ma ci amiamo al di là delle incomprensioni e siamo stati molto felici. Le portavo sul set che erano ragazzine, Asia ha imparato il cinema lì, a Fiore non interessava».
Un ricordo bello con Daria?
«Tanti viaggi, passione che ci accomunava. Per preparare Suspiria abbiamo girato l’Europa in cerca di stregonerie, Belgio, Svizzera Germania, Francia. Ad Haiti abbiamo vissuto un mese, io studiavo gli zombie, che nascono lì, andavamo negli ospedali, abbiamo assistito a riti vodoo impressionanti. Daria era felice di seguirmi anche in queste avventure pericolose. In comune avevamo una grande curiosità».
È stato un amore travolgente?
«È stato un grande amore. È nato in modo travolgente e poi è finito. Succede a tante persone, ognuno prende altre strade, segue altri pensieri e progetti».
Il rapporto con sua madre?
«È stato fondamentale. Ho trascorso l’infanzia nel suo studio di fotografia, lei faceva i ritratti delle dive più belle degli Cinquanta e Sessanta. Dopo la scuola io in fondo al camerino facevo i compiti. Vedevo queste donne bellissime che si truccavano e spogliavano senza accorgersi di me, ero turbato. Tutto questo mondo materno l’ho portato nei miei film, che quasi sempre hanno al centro figure femminili potenti».