Il Messaggero, 5 luglio 2021
Intervista a Micaela Ramazzotti
Una madre bambina, «una buona a nulla che ha paura di affrontare la vita ed è incapace di prendersi le responsabilità». Una donna «nata storta» pronta però ad impegnarsi a testa bassa per riavere i figli, a lei sottratti dai servizi sociali dopo un evento drammatico: con la sua fragilità, il sincero desiderio di cambiare e una disperata umanità, ruba il cuore il nuovo personaggio interpretato da Micaela Ramazzotti con il corpo e con l’anima nel film di Stefano Chiantini Naufragi, dal 9 luglio su alcune piattaforme. L’attrice romana, 42 anni, due figli di 11 e 8, pronta a tornare sullo schermo in L’ombra di Caravaggio di Michele Placido e nel remake italiano di Otto donne e un mistero, racconta la sua interpretazione in Naufragi affrontata con la consueta sensibilità a fior di pelle.
È affezionata ai personaggi disadattati?
«Amo le donne vulnerabili e stravaganti, afflitte dalla paura di vivere. Quelle emarginate dalla cultura occidentale che prescrive perfezione ed efficienza. Interpretare questi personaggi fuori dagli schermi è un regalo perché voglio metterli in luce e fornirli di una voce. Diciamo che è il mio patto con queste pazzerelle».
A lei è capitato di sentirsi inadeguata?
«Sì, in passato. Poi per fortuna sono maturata e, facendo un lungo lavoro su me stessa, ho imparato a non sentirmi peggiore degli altri ma alla pari».
Il suo successo è legato a film drammatici come La pazza gioia, La tenerezza, Gli anni più belli. Ma non le piacerebbe tornare a far ridere come ai tempi di Posti in piedi in paradiso di Carlo Verdone?
«Negli ultimi anni sono stata percepita soprattutto come un’attrice impegnata, ma la voglia di interpretare una commedia è rimasta. Per questo girerò Otto donne e un mistero, remake di Alessandro Genovesi del cult di François Ozon. Farò il personaggio interpretato da Fanny Ardant».
Nel cast figurano anche Margherita Buy, Sabrina Impacciatore, Ornella Vanoni, Benedetta Porcaroli e altre attrici: sul set siete destinate a scannarvi?
«Macché, ci divertiremo moltissimo, non vedo l’ora di iniziare le riprese a settembre».
Il cinema sta lasciando più spazio alle donne?
«Mi sembra proprio di sì e ne sono felicissima. Se la presenza femminile aumenta, se la visione delle autrici trova spazio è un vantaggio per tutti. A me piace molto essere diretta dalle registe, l’ultima è Elisa Amoruso con cui ho girato Maledetta primavera. Il talento però non ha sesso. Esiste e basta».
Nella vita che mamma è?
«Adoro stare con Anna e Jacopo, gioco con loro. Come tutte le mamme, ho la mania di controllo e sono piuttosto apprensiva, ma mi sto impegnando per cambiare».
Cosa le ha lasciato la pandemia?
«Mi ha permesso di rivedere vecchi film e riflettere. Ma ho avuto paura, come tutti, del nemico invisibile rappresentato dal virus. Oggi mi sento in una fase post-traumatica rischiarata dal sollievo: la vita ricomincia e possiamo tornare a stare con gli gli altri».
Girerà un nuovo film con suo marito Paolo Virzì?
«Chi lo sa, non c’è fretta ma la voglia esiste».
Contenta della donna che è diventata?
«Decisamente. Oggi mi sento una persona più matura, quella donna che ho cercato tanto».
E come l’ha trovata?
«Imparando a scacciare l’ansia che mi aveva tormentata per anni. Ci sono riuscita allontanando lo sguardo da me stessa e puntandolo sugli altri. Ora vedo più lontano».