la Repubblica, 4 luglio 2021
Il Concorso Sud è un flop
L’obiettivo dei cento giorni è stato raggiunto, ma non quello di trovare 2.800 candidati idonei a ricoprire i posti a disposizione. Il Concorso Sud si conclude con un mezzo flop: solo 821 assunzioni, meno di un terzo di quelle previste. Anche se il tasso di idonei è più alto e raggiunge il 53%, così come ha calcolato il Formez (il Centro studi e assistenza per l’ammodernamento della Pubblica amministrazione): hanno superato le prove 1.484 candidati, ma per due dei cinque profili richiesti i vincitori sono più dei posti disponibili, e quindi possono solo sperare di essere ripescati per altre selezioni pubbliche. Mentre per gli altri tre profili esperto in gestione, rendicontazione e controllo, funzionario esperto analista informatico e funzionario esperto tecnico – rimangono molti posti vuoti.
Il concorso si è svolto due fasi: quando è emerso che i poco più degli 8mila ammessi in prima battuta non sarebbero stati sufficienti ad assicurare un numero adeguato di vincitori, sono stati ammessi tutti coloro che erano in possesso dei requisiti minimi. A partecipare sono stati circa 102 mila candidati, a presentarsi molti di meno (37.009), con un’affluenza del 36,2%, «dato in linea con una tendenza di scarsa partecipazione che emerge in numerosi concorsi recenti», commenta il Formez. Il tasso più alto si è registrato in Calabria (41,2%), Sicilia (41,0%), Sardegna (40,9%), il più basso nel Lazio (24,4%).Giovani poco interessati a lavorare nella Pubblica Amministrazione? È la lettura del ministro della Pa Renato Brunetta, seconso il quale «ha pagato l’impianto originario del concorso, impostato dal precedente governo per reclutare esperti con contratto a tempo determinato e retribuzioni standard medio-basse».
In effetti, i profili rimasti scoperti sono quelli a elevata specializzazione, figure tecniche che mancano nella Pa e di cui ci sarà più che mai bisogno anche per la gestione dei progetti del Pnrr. E proprio la necessità di reclutare altre figure di questo tipo, con contratti a termine (tutte le assunzioni legate al Recovery sono a tempo determinato), fa scattare l’allarme. Lo stesso Brunetta non aveva fatto mistero di considerare il Concorso Sud una sorta di prova generale dei concorsi per il Pnrr. Così, il ministro ha parlato di una campagna informativa per il reclutamento: «Stiamo lavorando per proporre Open Day nelle Università, nei territori”, ha detto. Aggiungendo: «Sarà l`occasione per coinvolgere gli studenti, ma anche i sindaci, le imprese e i professionisti, nel cambiamento in atto e per raccontare la ricchezza di opportunità che si apriranno nella Pubblica amministrazione ».
Sindacati e organizzazioni studentesche avevano criticato il bando perché assegnava un forte peso alle esperienze professionali e ai titoli di studio molto elevati. È probabile che molti neolaureati non si siano presentati, mentre i professionisti già avviati, che avrebbero potuto avere i requisiti, magari hanno fatto domanda, ma poi hanno ritenuto l’offerta di lavoro poco appetibile. Le prove sono risultate complesse, e non erano facili da superare per semplici neolaureati. Ecco infatti, dal sito del Formez, i dati sugli idonei: il 50,9% ha tra i 30 e i 40 anni, il 22,6% tra i 40 e i 50, il 20,4% fino a 30 anni. Era un concorso per professionisti, ma i contratti offerti erano tali solo da attrarre i neolaureati. Un caso di mismatch.