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 2021  luglio 03 Sabato calendario

La carta dei sovranisti Ue

PARIGI Marine Le Pen, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, il premier ungherese Viktor Orbán, l’esponente polacco Jaroslaw Kaczynski, lo spagnolo Santiago Abascal e altre dieci forze politiche hanno lanciato ieri una nuova «Unione dei patrioti europei» per difendere l’idea di un’Europa «rispettosa dei popoli e delle nazioni libere», giudicando inaccettabile che «i popoli siano sottomessi all’ideologia burocratica e tecnocratica di Bruxelles che impone norme in tutti gli ambiti della vita quotidiana».
È una svolta nella politica europea perché per la prima volta i partiti di area sovranista e populista si riuniscono con l’ambizione di costituire in futuro una «grande alleanza al Parlamento Ue», un unico gruppo forte di 115 deputati a Strasburgo, che sarebbe la terza formazione dopo popolari e socialdemocratici.
Nella «Carta dei valori per immaginare insieme il futuro dell’Europa» viene accantonata, almeno in questa fase, la retorica dell’uscita dall’Europa o dall’euro. L’obiettivo non è più distruggere l’Unione Europea ma «riformarla» pesando di più sul dibattito politico e contrastare quello che i firmatari chiamano il «percorso federalista» intrapreso negli ultimi anni. «L’uso delle strutture politiche e delle leggi per creare un Superstato europeo è una manifestazione della pericolosa e invasiva ingegneria sociale del passato, situazione che deve indurre a una legittima resistenza», si legge nella Carta dei valori.
I «patrioti» richiamano l’attenzione sul «rispetto dell’eredità giudaico-cristiana dell’Europa», sulla famiglia come «unità fondamentale delle nostre nazioni» e sulla politica a favore della famiglia come «risposta all’immigrazione di massa». L’avversario designato in particolare da Marine Le Pen è Emmanuel Macron, «principale rappresentante in Francia dei mondialisti ed europeisti che vogliono accrescere il potere delle istituzioni europee».
Il posizionamento politico di Marine Le Pen è coerente in Francia e in Europa: rivale di Macron nella corsa all’Eliseo della primavera 2022 e anche a livello continentale. La formalizzazione dell’alleanza con Le Pen, Orbán e Kaczynski in funzione anti Macron e anti europeista rende invece più problematica la situazione della Lega di Salvini: in Italia parte del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi, salvatore dell’euro e oggi il più stretto alleato di Macron, e al tempo stesso in Europa parte di questa nuova e rafforzata alleanza sovranista con Giorgia Meloni (che invece è fuori dal governo), che ha per maggiori avversari gli stessi Macron e Draghi.
Una contraddizione che ha provocato immediate polemiche, innescate dal segretario del Pd Enrico Letta: «Non si può stare allo stesso tempo con l’europeismo e con Orbán. Non si può essere sostenitori insieme di Draghi e di Orbán. L’Alleanza in Europa dei sovranisti di Salvini e Meloni ha due primi ministri, Orbán e Morawiecki. Sono gli unici due che l’anno scorso hanno messo il veto a NextGenerationEU e al Recovery Plan che salva l’Italia».
La Lega ha risposto con un comunicato: «La carta dei valori firmata anche da Salvini non è in alcun modo un attacco a Draghi ma è un punto di vista costruttivo e ampiamente condiviso sul futuro dell’Ue. Orbán era nel Ppe fino al marzo scorso, e quindi è stato a tutti gli effetti un alleato dei socialisti di cui fa parte il Pd di Letta».
La riorganizzazione del campo sovranista è stata permessa dall’uscita di Orbán dal Ppe nel marzo scorso: adesso può perseguire apertamente l’unione con i lepenisti in Francia, e Meloni e Salvini in Italia.