Il Messaggero, 30 giugno 2021
Un secolo di insulina
La molecola dei record, l’insulina, spegne quest’anno le sue prime 100 candeline. Ed è giusto festeggiarla come una grande star perché oltre ad essere stata la prima proteina ad essere sequenziata, la prima ad essere sintetizzata chimicamente e la prima ad essere prodotta da fattorie di batteri grazie all’ingegneria genetica, l’insulina ha salvato milioni di vite in tutto il mondo. A cominciare da quella del quattordicenne Leonard Thomson, la prima persona al mondo ad essere trattata e salvata dall’insulina, al quale l’azienda farmaceutica Eli Lilly (la prima che iniziò a produrre insulina) oggi dedica il Leonard Award, un premio per chi migliora la gestione del diabete con approcci innovativi.
COLPI DI SCENA
La storia della scoperta dell’insulina sembra un romanzo, con tanto di intrighi e colpi di scena, come quelli narrati nel libro Prossima fermata, l’isola che c’è (Compagnia Nuove Indye) di Renato Giordano, presidente della Società italiana di Medicina teatrale e diabetologo, appena presentato al Diabetes Patient Summit 2021. Tutto inizia con una notte insonne di Frederick Banting, medico trentenne canadese spiantato, che legge un articolo su un modo teorico per isolare l’insulina, il fantomatico ormone pancreatico in grado di regolare il metabolismo degli zuccheri.
IL LABORATORIO
Banting decide di provarci e bussa alla porta del professor John Macleod, luminare del metabolismo dei carboidrati all’università di Toronto. Il cattedratico gli concede il suo laboratorio per l’estate, una decina di cani come animali da esperimento e uno studente, Charles Best. Da quel laboratorio fatiscente, sarebbe uscita di lì a poco una scoperta che avrebbe valso il premio Nobel per la Medicina (1923) a Banting e Macleod.
La prima insulina era una sorta di spremuta di pancreas animale, una densa fanghiglia marrone che funzionava però, almeno sugli animali. Era arrivato dunque il momento di testarla sull’uomo. La scelta cadde su Leonard Thomson, un quattordicenne ricoverato all’ospedale di Toronto, in fin di vita per il diabete di tipo 1. È l’11 gennaio del 1922 e a Leonard viene praticata un’iniezione intramuscolo dell’estratto di Banting & Best (lo stesso che aveva tenuto in vita Marijorie, il cane 33, al quale era stato in precedenza rimosso il pancreas). Ma i risultati non sono quelli attesi; la glicemia del ragazzo si scompensa ulteriormente e compare un ascesso nel sito dell’iniezione. I due scienziati chiedono aiuto a James Collip e al professor Macleod che in tempi record riescono nell’impresa. Il 23 gennaio viene effettuata una seconda iniezione a Leonard e questa volta, dopo appena 24 ore, i suoi livelli di glicemia si normalizzano.
LA PRODUZIONE
La notizia della scoperta dell’insulina fa il giro del mondo e arriva alle orecchie di Marie Krogh, un medico e scienziato danese, moglie di August Krogh, premio Nobel per la Medicina nel 1920. Marie ha il diabete, una condanna a morte negli anni 20. Così, quando il marito August viene invitato a tenere una serie di conferenze negli Stati Uniti, Marie decide di seguirlo. I coniugi Krogh incontrano il professor Macleod e lo convincono a concedere loro il permesso di produrre l’insulina in Scandinavia, dove August, per salvare la vita alla sua Marie e a tanti altri, fonda il Nordisk Insulinlaboratorium in collaborazione col medico danese Hans Christian Hagedorn.
La rivista Nature ha dedicato lo speciale Nature Milestones in Diabetes, per ripercorrere tutti i passaggi chiave dalla scoperta dell’insulina ad oggi, pietre miliari come la realizzazione di prototipi di pancreas artificiali, infusori di insulina al bisogno gestiti oggi dall’intelligenza artificiale.
Oggi sono disponibili insuline dalle molteplici durate d’azione, dalle ultra-rapide alle ultra-lente e sono inoltre allo studio forme a somministrazione settimanale o addirittura orali. Le vecchie siringhe sono state da tempo soppiantate dalle penne da insulina o da microinfusori che dialogano con appositi sensori per somministrare l’insulina nel modo più accurato possibile. Una lunga strada insomma, dall’estratto di pancreas, all’intelligenza artificiale. Ma non è finita.
LA TERAPIA
Come ricordava infatti Banting nella sua lettura per il premio Nobel, «l’insulina non è la cura per il diabete; è un trattamento». E ancora oggi, ci sono milioni di pazienti con diabete nel mondo che aspettano la cura, quella definitiva. Ma intanto vivono una vita normale grazie all’insulina, farmaco delle meraviglie e preziosa compagna di vita.