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 2021  giugno 30 Mercoledì calendario

Perdasdefogu, nel paese dei centenari

C’è un paese in Sardegna di 1.741 abitanti. Si trova nell’Ogliastra, a cento chilometri da Nuoro e cento da Cagliari. Qui vivono otto centenari, quattro uomini e quattro donne. Il segreto della longevità? Lo spiegano loro stessi: aria buona e cibo sano, con tante verdure dell’orto.
C he abbia qualcosa di speciale lo dice il cartello all’ingresso del paese, su un totem di pietra: «Perdasdefogu record mondiale della longevità familiare». Primato conquistato sul campo nel 2014 da Consòla Melis e i suoi 8 fratelli e sorelle: 837 anni insieme sigillati dal Guinness World Records. Che ci siano le premesse per continuare sul solco della tradizione lo dice il compleanno di Federica Melis, già maestra elementare e adesso neocentenaria, festeggiata lunedì con tutti gli onori dal sindaco Mariano Carta, in tricolore e cravatta, e dal parroco don Luca Fadda, che ha officiato messa nel cortile della sua casa, a ranghi ridotti per via del Covid (c’erano «solo» trenta persone).
Ma quel che è certo, è che in questo paese di 1.741 abitanti dell’Ogliastra, a cento chilometri da Nuoro e cento da Cagliari, il mare più vicino a Tertenia, forse a chi compie gli anni non bisogna augurare a chent’annos, a cent’anni. Qui, infatti, i centenari sono già otto, quattro uomini e quattro donne, felice doppia anomalia nazionale, visto che in Italia ci sono 30 centenari ogni centomila abitanti, e visto che la proporzione nazionale è di 4-5 donne per uomo.
«Se c’è un segreto è nell’aria pulita e nell’acqua dolce di Foghesu, il nome sardo del paese: qui si trovano decine di insetti molto particolari che possono essere considerati dei marcatori ambientali. Poi, la dieta dei nostri anziani è semplice: mangiano poco, le verdure vengono solo dall’orto, e sono dei grandi camminatori, percorrevano anche dieci chilometri a piedi per prendere una fascina di legna in campagna», racconta Giacomo Mameli, 80 anni, scrittore e memoria storica del paese delle «pietre di fuoco», dove da undici anni organizza il festival Settesere Settepiazze Settelibri nel quale è intervenuto, tra gli altri, il sociologo Derrick de Kerckhove. Lui indica soprattutto nel forte senso della comunità il vero antidoto alla morte. «Quasi tutti gli anziani vivono nelle case dove sono nati, c’è solidarietà, nessuno resta solo: se poi ha più figli, trascorre una settimana a casa di uno, una settimana dall’altro».
Con Federica Melis, che si diplomò negli anni Quaranta alle magistrali di Nuoro, dove arrivava a cavallo scortata dal fidanzato e che ricorda ancora come un momento di grandissima felicità il primo voto del 1946, gli altri centenari sono Antonio Brundu, 103 anni (lui si salvò dai bombardamenti su Cagliari del 30 marzo 1943 perché aveva la febbre e lasciò la caserma per andare in un rifugio), Bonino Lai, 102 (scampò all’arresto durante la Seconda guerra mondiale per via di un errore nel telegramma che annunciava la morte di Italia, sua sorella Italina), Vittorio Spanu, 101 (è l’unico che vive nell’ospizio di Perdasdefogu, faceva l’agricoltore), Giovannina Mameli, 100, Maria Brundu, 101, Concetta Melis, 100, Gigino Depau, 101.
«La popolazione di Perdasdefogu è certamente anziana, ma la cosa interessante è che sono in tantissimi ad aver superato la soglia degli ottant’anni. E la presenza dei centenari non trova paragoni con quanto si osserva nel resto d’Italia, oltretutto perché caratterizzata da una eccezionale longevità maschile: il rapporto è di uno a uno», fa notare la demografa dell’Università di Cagliari Luisa Salaris.
Magari non era a questo tipo di notorietà che si pensava quando alla fine degli anni 50-primi anni Sessanta, dal territorio di Perdasefogu partivano i missili balistici e qualcuno vagheggiava che la nuova «base spaziale sarda» potesse competere con Cape Canaveral o Baikonur. Quelli erano sogni. Lo spopolamento ha raggiunto cifre importanti, negli ultimi trent’anni sono andate via 850 persone. Il paese, però, continua a coltivare iniziative che vivacizzano l’attività culturale. Negli anni ha dedicato diverse piazze ai grandi della letteratura: nel 2019, all’inaugurazione di piazza Cent’anni di solitudine, arrivarono l’ambasciatrice della Colombia in Italia, Gloria Isabel Ramírez Ríos, e la figlioccia di Gabriel García Márquez, Katia González.