la Repubblica, 30 giugno 2021
La biblioteca delle Brontë all’asta. Polemiche
La notizia che da qualche settimana fa fibrillare appassionati e studiosi è che la famosa collezione della biblioteca della famiglia Brontë, la Honresfield Library, è stata ritrovata. Si tratta di manoscritti, pagine di diario, oggetti, lettere, prime edizioni commentate a mano che appartenevano alle sorelle Brontë, per più di ottant’anni spariti nel nulla. Improvvisamente la biblioteca è riapparsa in vendita da Sotheby’s, in un’asta annunciata all’inizio di luglio ma che è stata bloccata dopo proteste e appelli. Cuore della collezione un prezioso quadernetto personale di poesie di Emily Brontë: 31 componimenti autografi che si credevano perduti.Ecco in breve l’intricato affaire dell’asta Brontë. Dopo l’annuncio di Sotheby’s, la Brontë Society e il Brontë Parsonage Museum sono intervenuti chiedendo al parlamento inglese di fare qualcosa per evitare che i «tesori inestimabili» della Honresfield Library, compreso il rarissimo quaderno poetico, finissero nelle mani di compratori privati, parlando di un «atto calcolato di dispersione del patrimonio». A quel punto la Friend of the National Libraries, un’associazione benefica britannica che si prefigge di salvaguardare il patrimonio scritto e stampato nazionale, ha lanciato una raccolta di fondi pubblici e privati per comprare la collezione completa: una cordata di biblioteche e musei, tra cui la British Library e il Brontë Parsonage Museum, si è proposta di acquistare la biblioteca per la cifra stratosferica di 15 milioni di sterline. John Scally, fiduciario della Fnl alla guida della National Library of Scotland, ha commentato: «Il nostro consorzio è determinato a raccogliere i fondi per salvare la Honresfield Library e condividerla con chiunque voglia goderne». L’ultimo atto è la decisione di Sotheby’s di posticipare l’asta a una data che rimane segreta.La leggendaria collezione scomparsa contiene più di 500 manoscritti ed è stata assemblata a cavallo del XX secolo dagli industriali William e Alfred Law, che vivevano a Honresfield, a poche miglia da casa Brontë. Tra i materiali ci sono alcune pagine di diario, i biglietti di compleanno che Emily e Anne si scrivevano e la prima edizione di Cime tempestose, datata 1847, con le correzioni di pugno della scrittrice e la copertina in tessuto originale. La copia è dedicata dal padre, il reverendo Patrick, alla governante della famiglia, Martha Brown. Gabriel Heaton, specialista di letteratura inglese e manoscritti storici di Sotheby’s, ha definito la proposta della Fnl «un’iniziativa senza precedenti». Se tutto andrà nel verso giusto c’è dunque da sperare che i manoscritti di Emily torneranno a stare a Haworth, il villaggio dello Yorkshire dove si trovava la canonica di famiglia, oggi sede di uno splendido museo immerso nelle brughiere: qui potranno essere conservati alle giuste condizioni di umidità e temperatura.«Quando ho letto la notizia sul Guardian sono rimasta a bocca aperta», dice Paola Tonussi, autrice di saggi sulla famiglia Brontë e di una biografia su Emily (Salerno) finalista del premio Comisso, oltre a collaborare con la rivista Brontë Studies. È grazie alla passione di questa studiosa che riusciamo a districare il giallo: «Alla morte del suocero, il marito di Charlotte Brontë tornò in Irlanda portando con sé manoscritti, libri e oggetti della famiglia. Dopo un po’ ne vendette una parte al noto bibliofilo e falsario Thomas James Wise che, con John A. Symington compilò la prima raccolta di Lettere brontëane. I due arrivarono perfino a tagliarne molte a striscioline per venderle ad appassionati e turisti. Fino a quando Alfred e il fratello William Law, abbienti collezionisti che vivevano a poche miglia dalla canonica di Haworth acquistarono da Wise tutto ciò che poterono». Si forma così la famosa collezione Law della quale fanno parte anche le liriche di Emily, da quel lontano 1939 conosciute solo attraverso le trascrizioni e le fotografie che Sir Alfred aveva fatto fare. Fino a poche settimane fa nessuno ne sapeva niente, l’intera collezione sembrava risucchiata in un buco nero: «Anche l’ editio princepsdell’opera di Emily, The Poems of Emily Brontë, a cura di Derek Roper e Edward Chitham per la Clarendon Press la dichiarava unlocated, non localizzata, irreperibile», racconta Tonussi.Il taccuino con le 31 poesie scritte da Emily tra il 1838 e il 1846 è stato valutato da Sotheby’s tra le ottocentomila e il milione e duecentomila sterline. In questi versi c’è tutto l’universo letterario di Emily, tutta la poesia che prepara Cime tempestose, come ci mostra Tonussi: «L’amore per la terra “madre”, le brughiere spazzate dal vento, l’inclinazione a vivere dentro un mondo interiore e il tema della libertà che spinge la scrittrice a immedesimarsi nel suo falco, Nero, prigioniero come lei. Infine l’immaginazione, invocata sempre per sollevare la “sognatrice solitaria” dal dolore dell’umanità. Fino ai toni panteistici di Non vile è la mia anima, la poesia testamento di Emily».La biblioteca contiene insieme ad alcuni autografi di Charlotte e Ann Brontë due lettere di Jane Austen alla sorella Cassandra: in una scritta alla vigilia di un ballo, la scrittrice racconta la fine di una storia d’amore, nell’altra commenta l’accoglienza di Orgoglio e pregiudizio e Ragione e sentimento. Ci sono inoltre importanti manoscritti di Walter Scott, primo fra tutti il romanzo Rob Roy, un volume di poesie di Robert Burns e una copia annotata di Una storia degli uccelli britannici di Thomas Bewick, il libro che Jane Eyre bambina legge all’inizio del romanzo. Ma il gioiello è quel taccuino personale di Emily che si pensava perduto. Non è detto però che la biblioteca non riservi altre sorprese. Potrebbe esserci il manoscritto perduto di Cime tempestose ? È uno dei cinque romanzi più letti al mondo, il prezzo in quel caso sarebbe incalcolabile. Quello sì che sarebbe un terremoto.