ItaliaOggi, 29 giugno 2021
Periscopio
Giorgia Meloni mi piace. Mi piace che abbia il coraggio di stare all’opposizione da sola. Dopodichè non la voterei. Ma mi sembra una donna di qualità. Carlo Rossella (Alessandro Rico). La Verità.
La frenesia di questi giorni, la pazza voglia di rivivere che si vede nelle piazze e nelle strade delle nostre città in queste ultime ore con la mascherina, o nelle spiagge e sui laghi in queste prime sere d’estate, insomma tutto questo ricorda altri momenti della nostra storia, altre smanie, altri sabati del villaggio. Ricorda l’esplosione popolare alla fine della guerra, con il boogie-woogie dei soldati americani; o il matto ritmo dei primi anni del boom. C’è un indimenticabile film del 1962 di Luciano Salce che si chiama proprio «La voglia matta», con Ugo Tognazzi e una sedicenne, meravigliosa Catherine Spaak. Michele Brambilla. QN.
Se le esportazioni calano e i prezzi delle materie salgono sarà un dramma per l’Europa (e per noi), visto che la strategia resta quella della trasformazione, senza però possedere materie prime? Ci vogliono decisioni strategiche rapide, per fortuna è arrivato Mario Draghi, ma la nostra burocrazia e quella europea sono pachidermi impossibili da trasformare in gazzelle, quindi saremo inermi di fronte a un cambio di paradigma, di cui ci sfuggono ancora i contorni e le dimensioni. Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi.
Il 1993 è una data importante perché segna uno spartiacque nei rapporti tra la politica e la magistratura. Con la revoca del Parlamento all’autorizzazione a procedere nei confronti dell’allora leader socialista, Craxi, venne meno la linea di confine tra politica e magistratura individuata dalla Costituzione nel 1948. Luca Palamara (Veronica D’Agostino). Cultura Identità.
Al nocciolo, la mia tesi è questa. Nel corso del mezzo secolo c’è stato un continuo passaggio di consegne tra organi costituzionali. A turno, l’uno ha esercitato per qualche tempo la supremazia e ha poi fatto un passo indietro, cedendola all’altro. Una sorta di gara, talvolta litigiosa, tra Parlamento, e residenza della Repubblica che, nell’ordine, si sono contesi la scena. E da ormai un decennio è il Quirinale a detenere lo scettro. Giancarlo Perna: “Il Ring”. Guerini e Associati.
L’11 Settembre, crollo delle due torri a New York, ha dimostrato che la popolazione statunitense, le grandi città degli Usa non reggerebbero a un attacco su vasta scala, cadrebbero nel caos più incontrollabile. I cinesi glielo hanno rinfacciato con estrema durezza: «Se per 3mila morti alle Twin Towers avete sofferto così, che cosa fareste con milioni di morti in ogni città?». Piero La Porta, generale. (Stilum Curiae).
Ho avuto la fortuna di crescere negli anni 50, di frequentare il liceo di Molfetta dove aveva studiato Salvemini, con professori non severi; severissimi. Ricordo un’interrogazione di latino alle medie. L’insegnante mi chiese: “Pluit aqua”; che caso è aqua? Anziché ablativo, risposi: nominativo. Mi afferrò per le orecchie e mi scosse come la corda di una campana. Grazie a quel professore, non ho più sbagliato una citazione in latino. Oggi lo arresterebbero. Non rimpiango certo le punizioni corporali. Rimpiango la serietà. Lo spirito con cui Federico II fece scolpire sulla porta di Capua, sotto il busto di Pier delle Vigne e di Taddeo da Sessa, il motto: “Intrent securi qui quaerunt vivere puri”; entrino sicuri coloro che intendono vivere onestamente. Questa è la politica dell’immigrazione e dell’integrazione che servirebbe. Riccardo Muti, direttore d’orchestra. (Aldo Cazzullo). Corriere della Sera.
Tra coloro che hanno pagato a Enrico Letta il biglietto da Parigi per metterlo alla guida del Pd, da Franceschini al trio Guerini-Lotti-Margiotta, e che oggi rimpiangono Nicola Zingaretti, si registra sempre più sconcerto rispetto all’incomprensibile linea politica dell’ex professore a Sciences-Po. Andreotti commenterebbe: «Un comunista come Zingaretti portava il Pd verso il centro, mentre un cattolico Dc come Letta lo sposta sull’ultra sinistra». Per Fanfani, invece, «uno di Pisa non può che far male e si capisce che non segue i consigli dello zio Gianni, un gigante tra i nani di oggi». Luigi Bisignani, il Tempo.
Si è conclusa l’indagine conoscitiva del Senato sull’impatto che l’uso, ovvero l’abuso, di tecnologia digitale produce sulla mente, sul corpo e sulla vita quotidiana dei più giovani. Il quadro è devastante: dipendenza da social e videogiochi, crescita esponenziale di reati come bullismo, adescamento ed istigazione al suicidio, aumento vertiginoso dei casi di ansia, depressione, autolesionismo...E la progressiva perdita di capacità mentali essenziali. Non si può più far finta di non aver visto e di non aver capito che cosa sta succedendo ai danni di un’intera generazione. Andrea Cangini senatore FI. QN.
Erano gli anni della guerra fredda. E dunque come escludere che l’Unione Sovietica, a dispetto del sottosviluppo, si fosse dotata di sigari o di piatti volanti? L’Urss non c’è più. Ma la sindrome sopravvive.Ed ecco che due presidenti, Obama e Trump ordinano un’inchiesta. Ieri i risultati. Nulli. Il Pentagono non ne sa più di Orson Welles o di Steve Spielberg. Solo ipotesi. 144 i casi esaminati. Uno solo chiarito. Era un pallone che rifletteva i raggi del sole. Sugli altri 143 mistero. Eppure ci sono le rilevazioni dei radar, i video dei caccia americani, le testimonianze di chi giura e spergiura di non avere sognato. E allora? Continueremo a fantasticare e ad aspettare i marziani. Cesare De Carlo. QN.
I ragazzi della mia squadra sanno che possono contare su di me, adesso e per sempre. Ma io non posso fare progetti: devo fornire loro i mezzi per costruirseli da soli. Devo dotarli degli strumenti per essere liberi e poter fare a meno di me, se lo riterranno giusto, se potranno farlo. Emma Marrone, X Factor. (Simonetta Sciandivasci). il Foglio.
Mio padre andava quasi tutte le mattine al cimitero con Gino (il custode del cimitero di Ro ndr). Io lo chiamavo più volte per avere notizie. E pensavo che quando si trovava lì, di fronte alla Rina con cui continuava a parlare, gli facesse piacere sentire la voce di sua figlia. Così lui diceva un Padre nostro e io, a Milano, in casa editrice, interrompevo quello che stavo facendo, per ascoltarlo e magari mi univo alla sua preghiera. Elisabetta Sgarbi, editora (Maurizio Caverzan). Panorama.
Nessun amore è piccolo. O è grande, o non è. Roberto Gervaso, scrittore.