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 2021  giugno 29 Martedì calendario

Perché le case costano sempre di più

La corsa dei prezzi delle case è stato uno degli effetti economici più sorprendenti e imprevisti di questa pandemia. Negli Stati Uniti l’associazione delle agenzie immobiliari ha rilevato su maggio un’impressionante crescita del 23,6% in un anno del prezzo medio di vendita, cioè il rialzo più forte di sempre. In Europa la situazione è più sotto controllo, ma comunque non tranquilla. Nell’ultima rilevazione sui valori immobiliari, riferita al quarto trimestre del 2020, Eurostat ha calcolato un aumento medio annuo del 5,4%, con alcuni grandi mercati particolarmente caldi come la Germania (+8,1%) e la Francia (+6,1%). In Italia – ha comunicato ieri l’Istat – la crescita media annua a fine 2020 era all’1,6% e ha accelerato al +1,7% nei primi tre mesi di quest’anno, per effetto di una crescita del 3,9% del prezzo delle case nuove e dell’1,2% di quelle esistenti.
In un contesto di crisi economica che ha provocato un crollo dei Pil dell’economia i prezzi delle case dovrebbero scendere. Se non succede è perché viviamo in una situazione anomala. Nell’ultimo bollettino della Banca centrale europea l’economista Moreno Roma ha analizzato quello che sta succedendo nella zona euro e ha offerto cinque spiegazioni per questo sfasamento tra l’andamento dell’economia reale e quello dei prezzi degli immobili. La prima è che i dati sui prezzi si basano, in Europa, sui valori dichiarati al rogito: la crisi sul mercato immobiliare si è sentita più a livello di calo di compravendite che di diminuzione dei prezzi. La seconda spiegazione sta nelle misure di sostegno introdotte dai governi, che hanno attenuato il calo dei redditi delle famiglie. La terza ragione sono le condizioni estremamente favorevoli di finanziamento, con un tasso medio dei nuovi mutui in Europa sceso fino all’1,3% nel 2020. Infine il forte aumento del risparmio registrato un po’ dovunque lo scorso anno può avere aiutato alcune famiglie a mettere da parte la base di liquidità per potere comprare un’abitazione.
Nel Nord Europa la preoccupazione per un surriscaldamento del mercato sta crescendo. La settimana scorsa un eurodeputato olandese ha interrogato Christine Lagarde su l’impennata dei prezzi nei Paesi Bassi. Il presidente della Bce ha detto che non ci sono segnali di bolla immobiliare a livello di zona euro, ma ha ammesso che ci sono «vulnerabilità» nell’immobiliare in alcune nazioni e in alcune specifiche città.
Anche in Italia la situazione è diversificata. L’aumento del prezzo medio nazionale non è allarmante, considerato che l’indice dei prezzi, a 101,1 punti, è sotto di quasi 20 punti rispetto ai massimi del 2011. Però a livello locale in alcune grandi città, a partire da Milano, l’aumento dei prezzi è stato particolarmente forte: addirittura +27% secondo un report di Immobiliare.it. Segni di surriscaldamento quasi ’americano’.