Corriere della Sera, 29 giugno 2021
5.500 container di Giochi preziosi bloccati in Cina
«Ho 5.500 container fermi nei porti della Cina. Per ricevere la merce le compagnie asiatiche ci chiedono cifre astronomiche: invece dei circa 10 milioni che abbiamo sempre pagato per queste spedizioni, ora ne vogliono più di 60. Ci tengono in ostaggio dicendo che non ci sono navi a sufficienza da inviare in Europa. E in gioco per noi c’è la campagna di vendite di giocattoli per il Natale. Ho 2.400 dipendenti tra Italia ed Europa e un piano di investimenti nella Penisola. Non voglio che siano messi a rischio, quindi sto pagando». L’allarme viene da Enrico Preziosi, l’imprenditore della Giochi Preziosi, la più grande realtà a proprietà italiana dei giocattoli. È convinto che l’industria nazionale, ma anche quella europea, ora debba rivedere il suo modello. E non certo solo per noi. Il problema degli approvvigionamenti si fa pressante e tocca tutti i settori.
«Mi chiedo se questo atteggiamento non faccia parte della grande disputa commerciale tra Cina e Occidente. Sono in Cina da 45 anni e lì realizziamo il 95% delle produzioni. Questo vale anche per i grandi gruppi americani, perché Pechino è diventata la fabbrica mondiale del giocattolo», dice Preziosi che lancia un appello al governo. «Dobbiamo riportare in Italia le produzioni, ne sono convinti gli imprenditori di tutti i settori. E non è solo una questione italiana, tutti pensano che si potrebbe creare più occupazione, investire. Ma è necessario avere l’appoggio del governo, con strumenti di supporto che riguardano contribuzione e tassazione. È un capitolo chiave nella ripartenza, in una fase in cui si sta investendo, anche grazie all’Europa. Vorrei attenzione sul prodotto italiano, la carta vincente sui mercati globali».
La Cina è stata un «Eldorado per le aziende europee», con un costo del lavoro basso che ha convinto a delocalizzare. «Se non l’avesse fatto l’Italia, l’avrebbero fatto Francia, Germania e Stati Uniti. Ma così abbiamo abdicato alla supremazia della Cina, fornendole i frutti della nostra ricerca, del design, del saper fare tecnologico. È stata un’arma a doppio taglio. A breve il costo del lavoro non sarà più competitivo. Il presidente Xi Jinping ha già promesso che i salari cresceranno. A marzo avevamo già incassato un aumento del 10-15% del costo delle produzioni per la crescita del prezzo delle materie prime».
La campagna di Natale
Preziosi: «È in gioco per noi la campagna vendite per il Natale. Così siamo in ostaggio»
Giochi Preziosi ha un piano di investimenti di 25 milioni per inaugurare in Italia 40 negozi. A Milano aprirà poi a ottobre i primi due flagship store a insegna Giochi Preziosi più un negozio Giocheria a gennaio, con un investimento di altri dieci milioni. Si aggiungeranno ai 450 negozi in franchising della Penisola, dove ha comprato la Trudi.
Preziosi è anche il presidente e l’imprenditore del Genoa: «Cedere club come l’Inter a investitori cinesi non ha giovato all’Italia. Quando le nostre squadre hanno bisogno di risorse Pechino non risponde».