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 2021  giugno 29 Martedì calendario

Il vaffa di Giuseppi

Proponendo un voto degli iscritti sul suo statuto, fatalmente destinato a trasformarsi in un referendum tra sé e Grillo, Conte ha dato un colpo letale al mediocre confronto che si trascina da giorni con il Fondatore. Un “vaffa” che nessuno aveva mai osato nei suoi confronti. Ed è difficile immaginare che l’ex-comico possa accettare di farsi esautorare o di dover correre alla riconquista della sua creatura, accettando la sfida dell’ex-premier, che al M5S non è neppure iscritto. Conte lo nega, spiega che la votazione potrebbe svolgersi solo con il consenso dell’Elevato: ma è chiaro che se l’esito non dovesse essere quello che si aspetta (una maggioranza “non risicata"), l’«avvocato del popolo» resterebbe libero di proporre un suo partito.
Giunto a questo punto, lo scontro tra i due che si son contesi una leadership rivelatasi inscindibile è destinato a non ricomporsi. E alto è il rischio che la vicenda si concluda con un’ennesima scissione, forse l’ultima, prima della dissoluzione del Movimento, uscito vincitore dalle elezioni del 2018 e dominatore delle ultime due legislature, tanto che recano il marchio pentastellato le riforme più importanti e più discutibili di questi ultimi anni. Stando alla ricostruzione di Conte, illustrata nella conferenza stampa di ieri, l’ex-premier era stato convocato a febbraio, in coincidenza con la caduta del governo giallorosso da Grillo, per ricevere la proposta di guidare il Movimento, privo di un leader riconosciuto da oltre un anno, dopo le dimissioni di Di Maio da capo politico, e appeso alla confusa e infinita celebrazione degli Stati Generali. Conte, sempre seguendo la sua testimonianza, accettò a condizione di poter cambiare tutto e fissare in un nuovo statuto i principi che M5S avrebbe dovuto seguire per il futuro. Da allora in poi cominciò un fitto scambio di mail tra il designato e il Fondatore, che sarebbe stato messo al corrente nei dettagli di tutti i passaggi più delicati, e avrebbe assecondato il lavoro dell’ex-premier fin quasi alla fine, quando, per ragioni ancora inspiegabili, cominciò a scartare (la famosa visita all’ambasciata cinese nei giorni del G7 a cui Conte si rifiutò di partecipare), per arrivare agli ultimi giorni, in cui di punto in bianco rovesciò il tavolo. Trattandosi di una versione di parte – ancorché documentata dalle mail – in un conflitto molto duro tra due soggetti, occorre valutarla con prudenza, aspettando le reazioni dell’altra. Ma prima ancora, forse occorrerebbe riflettere sul perché Conte si sia illuso di recintare con la sua sapienza giuridica un tipo come Grillo, incontrollabile non solo in politica. Inoltre, essendo chiaro che l’ex-comico non intendeva ritirarsi a vita privata, sarebbe interessante capire come l’ex-premier intendesse impostare il rapporto con il suo “dante causa” (per adoperare il linguaggio giuridico che gli è più familiare). In un partito normale, le maggioranze e le minoranze si formano e cambiano sovente, così come i leader. Ma in un Movimento nato e cresciuto senza regole?
A queste domande Conte avrebbe dovuto farne seguire un’altra, che forse era la prima da farsi: per quale ragione Grillo avrebbe dovuto regalargli la propria creatura, che seppure in crisi ha ancora un ruolo centrale nel quadro politico italiano? Siccome non è pensabile che un uomo intelligente come Conte, con quasi tre anni di esperienza come presidente del Consiglio, non si sia posto questi problemi, prima di mettersi al lavoro, è verosimile che sia stato incoraggiato dall’interno del Movimento ad andare avanti, anche quando Grillo cominciava a frenare. Con le conseguenze che si sono viste. Adesso, senza trascurare il destino dei 5 stelle, che sta a cuore a tutti, il punto è che il principale partito della maggioranza e del Parlamento è ridotto come è ridotto, senza che nessuno dei due duellanti che continuano a contenderselo abbia fatto un accenno di riflessione su quel che Draghi, dopo aver osservato con preoccupazione quanto stava accadendo, s’è chiesto e ha cominciato a chiedere in giro: come si fa, come fa il governo ad andare avanti così? —