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 2021  giugno 28 Lunedì calendario

Per pagare le tasse occorrono 238 ore all’anno

ROMA — La parola d’ordine che arriva dalla “Bicamerale” del Fisco è “sfoltimento sistematico” delle oltre 100 tasse che gravano sugli italiani: Draghi e il ministro del Tesoro Daniele Franco sono pronti ad impugnare le forbici. Tutti i partiti sono d’accordo, come spiegano le bozze del documento che sarà votato in forma definitiva entro fine mese e servirà da base per il ddl delega che il governo varerà entro fine luglio: i micro-prelievi cumulatesi nel tempo contribuiscono alla complessità del sistema e vanno eliminati. Tanto più, calcola la Commissione, che dal gettito di tali prelievi lo Stato incassa soltanto lo 0,01 per cento del gettitototale.Un gettito irrisorioNel documento della “Bicamerale”, a titolo esemplificativo vengono citati per nome e cognome piccoli balzelli che danno fastidio solo ad elencarli. Sono il Superbollo, la tassa di laurea, le tasse di pubblico insegnamento, l’imposta sugli intrattenimenti, la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale, l’addizionale regionale sui canoni di utenze delle acque pubbliche, i diritti di licenza sulle accise, l’imposta erariale sui passeggeri degli aerotaxi, l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aerei.Il tema rimbalza da anni. Fu oggetto del celebre libro di Tremonti e Vitaletti, “Le cento tasse degli italiani” nella metà degli Anni Ottanta. Reiterato dalla Cgia di Mestre che con l’allora presidente Giuseppe Bortolussi produsse il libro “Tassati e mazziati”. Fino a pochi mesi fa quando l’Osservatorio dei conti pubblici della Cattolica guidato da Carlo Cottarelli produsse lo studio “Burocrazia: 91 semplici modi per combatterla”, con un elenco di balzelli di cui si proponeva l’eliminazione.Tassa sui funghi e sul risoDa allora nulla: basti pensare che le imposte italiane sono più di 100 e che dalle 10 principali, tra le quali Iva, Irpef, Irap, Imu, lo Stato ricava il 90 per cento delle entrate. Per il resto molti sono balzelli discutibili: come l’Iva sulla bolletta della luce che ancora si calcola anche sulle accise, una tassa sulla tassa. Oppure l’imposta provinciale sulla Rca auto accompagnata dal vecchio contributo al Servizio sanitario (introdotto con la filosofia che chi ha un incidente grava sulla spesa).Secondo l’Osservatorio dei Conti pubblici della Cattolica ci sono almeno 19 micro imposte da abolire senza nessuna esitazione. Il loro gettito è di circa 685 milioni. Tra queste: i diritti dell’Ente nazionale Risi, di cui volevano l’abolizione gli “Amici del Mondo” negli Anni Cinquanta; la tassa sulla raccolta dei funghi; l’imposta regionale sulla benzina, i diritti di archivi notarili; il tributo speciale di discarica.Le tasse? 238 ore all’annoMa non basta. Le tasse si moltiplicano ma anche la normativa è cresciuta in modo elefantiaco. Lo dice il direttore generale dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini in una sua recente audizione parlamentare: il Tuir, testo unico delle imposte sui redditi, dalla sua adozione dal 1986 ad oggi ha subito più di 1.200 modifiche. Il decreto del 1972 che introdusse l’Iva ha avuto 1.000 modifiche.La stessa Commissione parlamentare denuncia che il vecchio 740, ora Modello redditi, ha raggiunto 341 pagine e il 730 ben 136. Denuncia Giuseppe Rivetti, professore di diritto tributario: la legislazione in materia di imprese è cambiata 32 volte negli ultimi 30 anni e per pagare le tasse occorrono 238 ore all’anno, 79 in più rispetto alla media Ocse.