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 2021  giugno 28 Lunedì calendario

Conte e Grillo sono ai ferri corti


È quasi sera, quando una telefonata improvvisa riaccende la speranza nel Movimento 5 stelle. Beppe Grillo e Giuseppe Conte si stanno parlando. Grillo è nella residenza estiva a Marina di Bibbona; Conte nella sua casa, nel cuore di Roma. Il confronto va avanti per più di un’ora, il timbro della voce di entrambi è freddo, i toni duri, durissimi, da parte di tutti e due. Vorrebbero poterla chiamare «vittoria», i pontieri che per tutta la giornata di ieri hanno tempestato di telefonate il Garante per convincerlo a fare un passo in avanti, rivedere le sue pretese, «altrimenti – gli ripetevano – il Movimento rischia di morire». Anche i parlamentari, agitati, pensano si sia riaperto uno spazio stretto, impervio, quasi impossibile per tornare a trattare. La notizia gira veloce nelle chat: «Hai visto?» – «Forse non è tutto finito». Ma è un’illusione. Il fiume di parole è scivolato sulla linea Roma – Bibbona lasciando intatte le distanze. L’addio di Conte è a un passo. Forse già oggi, quando parlerà in conferenza stampa.Grillo, logorato dalla preoccupazione, a più riprese si mostra disponibile a ritrattare molte delle sue pretese. Le mette nero su bianco in una mail, che viene inviata a Conte prima della telefonata. «Posso accettare di non nominare i vicepresidenti – gli ribadisce Grillo nel corso della telefonata –. Vuoi nominarli tu? Va bene». Ma non può bastare. «Se è un problema che io sia il rappresentante del Movimento all’estero, ci rinuncio. Anche se sarei utile…». Ci prova ancora. Eppure, per Conte, quelli sono dei passi indietro su questioni minori. Quello che serve, gli dice l’ex premier, è la «piena agibilità politica» del capo all’interno del partito. Non può accettare che sia Grillo a prendere le decisioni sulle alleanze, sui governi da appoggiare, sulle candidature, sulle nomine. Il Garante deve custodire i valori del Movimento, non fare politica. Questo è l’unico vero grande nodo e quando i telefoni tornano silenziosi, è ancora lì, intatto.Oggi Conte parlerà. Ma sul cosa dire e come dirlo, è combattuto. Ci sono momenti – raccontano i parlamentari che gli sono stati vicini – in cui vorrebbe chiudere tutto, scrivere la parola «fine» su questa esperienza. Un’altra parte di lui invece ascolta le voci, i lamenti, che arrivano dal Movimento. E le suppliche di tentare un’ultima volta, di offrire ancora una chance a Grillo, fanno tremare le convinzioni granitiche maturate un attimo prima. Di certo, non attaccherà Grillo. Né sul piano politico, né su quello personale, nonostante abbia subito su entrambi i fronti il bombardamento del fondatore pochi giorni fa. Vuole allontanare l’idea che lo scontro sia diventato una questione personale. I mediatori, come Roberto Fico e Luigi Di Maio, sperano però che alla fine della conferenza stampa la porta resti almeno socchiusa. Che Conte spieghi le sue ragioni, presenti il suo progetto politico, e lasci a Grillo l’ultima parola. La decisione, insomma, se strappare o sventolare bandiera bianca.A una resa totale di Grillo credono in pochi. Sarebbe l’ultima possibilità di evitare il naufragio. In quella direzione spinge la base del Movimento, che accusa il Garante di voler affossare il partito, mentre i parlamentari M5S implorano un ultimo sforzo di pace. Chiede «coraggio e umiltà», il deputato Luigi Gallo, considerato da sempre un uomo vicino a Fico. «Abbiamo bisogno di Grillo, anti-sistema e radicale, che guarda con attenzione agli ultimi e alla crisi ambientale – scrive Gallo – ma anche di Conte, pragmatico e istituzionale, che sa arginare conflitti e placare egoismi e isolamenti nella società». Anche il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia ricorda le «tante sensibilità diverse» che vivono all’interno del Movimento. Ma deve «stare unito per ripartire più forte», dice, convinto che le due personalità dei duellanti possano convivere: «È necessario rifondare le idee e crescere, ma è altrettanto necessario conservare i principi e le origini. Questo non va dimenticato». Sono pensieri che nascono prima che venga data notizia della telefonata. Dopo, al calare del buio, tutto diventa silenzioso e anche le chat si ammutoliscono. È chiaro a tutti, ormai, che la storia di Conte con il Movimento è finita.