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 2021  giugno 27 Domenica calendario

Gli Ufo nella storia

Il Pentagono e l’Fbi hanno confermato per la prima volta l’esistenza degli Ufo, ma hanno anche ammesso di non capirci nulla. Occorreranno nuovi studi e nuovi finanziamenti, e il Congresso sarà informato dei progressi ogni nove mesi. Chissà se nei nuovi studi sarà compresa anche la rilettura dei libri antichi, nei quali gli Ufo sono presenti in abbondanza. Ce ne sono tracce evidenti nei testi dei Sumeri, nella Bibbia, nei poemi di Omero, nei Veda indiani, nel Corano, nelle tradizioni del Centro America. Visto che ora è ufficiale che gli Ufo esistono, forse quei libri potranno essere riletti in chiave tecnologica e non più mitologica, scoprendo così cose molto interessanti.
Parte dei fatti narrati dalla Bibbia e la guerra di Troia si sono svolti più o meno nella stessa epoca, tra il XII e l’XI secolo a. C. Omero scrive che gli dèi, sui loro «cavalli altonitrenti» (che stanno in alto e fanno rumore), in un attimo percorrono la distanza che un uomo vede sul mare guardando da un colle: sembra di leggere la descrizione degli Ufo fatta dai piloti dell’US Navy. Omero parla di armi e armature prodigiose, come l’esedra di Atena, che la protegge e annienta i nemici. L’autore di questi oggetti è il dio Efesto, che lavora in un laboratorio tecnologico, apparentemente assistito da robot. Nel canto XVIII Omero scrive: «Fuori dall’uscio mosse: con lui pur movevano ancelle scolpite nell’oro, che in tutto sembravano vive fanciulle, perché senno entro i petti racchiudono, e forza, e favella». Efesto crea anche tripodi dotati di ruote, in grado di muoversi da soli e poi «di tornare a casa da sé, meraviglia a vedersi».
Nell’Odissea (canto VIII) Ulisse arriva nella terra dei Feaci, il cui sovrano, Alcinoo, è nipote del dio Poseidone. Il re descrive all’eroe le sue navi: «Non han timone come le navi degli altri: esse stesse, le navi, dei nocchieri comprendon la mente e il volere: di tutte quante le genti conoscono i fertili campi e le città: traversan, di nebbia e caligine avvolte, velocemente, la vasta voragin del mare; e timore non c’è che possan dànno patire, che vadan perdute».
La nebbia e la caligine che avvolgono le navi dei Feaci è molto simile a quella che, nella stessa epoca, accompagna nella Bibbia la discesa di Yahweh o dei suoi «angeli», i Malakim. «Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube ... e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce» (Esodo 13:20-22). La nube è presente nell’attraversamento del «mare di canne», e si interpone tra gli ebrei e gli egizi che li inseguono. Improvvisamente, dalla «nube», Yahweh «getta uno sguardo» sulle truppe del faraone e le sgomina. Quando il popolo dubita della potenza di Yahweh, egli mostra il suo kavod, un termine tradotto con «gloria», ma che indica anche qualcosa di pesante, forse un carro da battaglia.
Molti personaggi biblici salgono sulla «nube» e vengono condotti in cielo o in luoghi lontani. Secondo Giuseppe Flavio, anche Mosé fu portato via da una nube. Elia sale a sua volta su un carro di fuoco. Ezechiele, in una delle sue visioni (Ez. 1:4-28) descrive il «trono» di Dio in termini così dettagliati che uno scienziato della Nasa, Josef Blumrich, già collaboratore di Von Braun, ne ha fatto un disegno e lo ha brevettato, sostenendo che l’oggetto potrebbe volare.
La nube di Yahweh e dei Malakim, accompagnata da fuoco, tuoni e tremori della Terra, scende anche sul monte Sinai ed è presente vicino al Tabernacolo, costruito per ospitare Dio nell’accampamento. Mosé comunica con lui parlando tra i «cherubini» del coperchio dell’Arca dell’Alleanza, e la voce di Yahweh risponde (Numeri, 7:89). All’Arca bisogna avvicinarsi con molta prudenza: i figli di Aronne, entrati senza permesso e senza istruzioni, muoiono fulminati (Levitico, 10:1-22).
L’Arca aiuta ad abbattere le mura di Gerico, i Malakim sono sempre presenti nelle battaglie per la conquista della terra di Canaan e danno una mano con molti prodigi. Secoli dopo, anche gli angeli di Allah vanno in soccorso delle truppe di Maometto e il Profeta sale su un carro di fuoco (Sura 17:1) per raggiungere in un baleno, con l’angelo Gabriele, Gerusalemme e il cielo. In India, i testi sanscriti descrivono tra il 2.000 e il 1.000 a.C. il volo dei Vimana, i carri degli dèi che, come gli Ufo avvistati dai piloti americani, sono in grado anche di immergersi sott’acqua. Nelle tavolette sumere gli dèi Enki e Enlil, arrivati su oggetti volanti, creano, con quella che appare ingegneria genetica, il primo Homo sapiens.
Saranno tutte storie, ma anche la Nasa sembra crederci: quando ha lanciato nel 1977 il programma Voyager, ha inserito nelle sonde destinate ad altri sistemi solari un messaggio inciso in vari idiomi terrestri. Tra questi c’era l’antico sumero, una lingua che forse anche al Pentagono stanno cominciando a studiare: non si sa mai.