Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  giugno 26 Sabato calendario

Il Covid ha chiuso pure gli scioperi: -900

Tra i mille nuovi motivi per protestare offerti proprio dalla pandemia e gli inviti alla “responsabilità” rivolti a sindacati e lavoratori dalle istituzioni, alla fine sono stati i secondi a prevalere. Risultato: nell’anno del Covid, gli scioperi organizzati in Italia nell’ambito dei servizi pubblici essenziali si sono drasticamente ridotti. Ne sono stati proclamati 1.473 nel 2020 contro gli oltre 2.300 del 2019; quelli che – al di là dell’annuncio – si sono realmente tenuti sono stati appena 895 contro i 1.463 del 2019.
I dati della Relazione annuale del Garante degli scioperi, diffusa ieri, dicono chiaramente che il virus ha avuto l’effetto di ridurre le astensioni, ma non la conflittualità nei luoghi di lavoro: non sono spariti i problemi, ma le sigle sindacali hanno assunto un atteggiamento più prudente degli anni precedenti.
Diversi i fattori che hanno influito: intanto la moratoria richiesta dallo stesso Garante a marzo e aprile 2020 per evitare di peggiorare gli effetti della crisi sanitaria ed economica. Lo smart working, poi, ha diminuito la presenza fisica e quindi anche la capacità di organizzazione dei dipendenti. Infine non va sottovalutato l’effetto del blocco dei licenziamenti, visto che una fetta molto importante delle mobilitazioni è in genere dovuta proprio alle riduzioni degli organici.
L’emergenza Covid, però, ha anche in alcuni casi aumentato gli scontri tra lavoratori e datori, proprio perché ha posto nuovi problemi. Nel settore dell’igiene urbana, già di per sé caratterizzato da proteste contro gli stipendi pagati non puntualmente, il Garante ha ricordato diverse problematiche per i ritardi nella consegna dei dispositivi di protezione e per la mancata applicazione dei protocolli di sicurezza; circostanze che l’hanno costretto a inviare note alle aziende per evitare disagi scaturiti da fermate (e hanno funzionato, perché si sono infatti dimezzate).
Lo stesso è avvenuto nelle pulizie, con il contratto collettivo fermo al 2013 e i lavoratori spesso in agitazione per la carenza di protezioni: il Garante ha più volte chiesto di sospendere gli scioperi che avrebbero messo in difficoltà le sanificazioni di scuole e ospedali. I più coinvolti dalla pandemia, gli operatori sanitari, hanno proclamato 156 scioperi (contro i 200 del 2020) e in 99 casi hanno realmente dato seguito all’annuncio, denunciando carichi di lavoro insopportabili.
Anche il trasporto aereo, interessato da drastici tagli di personale, ha annunciato meno scioperi: quelli nazionali sono passati da 147 a 68. Nel trasporto ferroviario siamo passati da 100 a 35. Nel trasporto pubblico locale i richiami all’ordine hanno funzionato poco e nonostante la moratoria, il numero di scioperi è rimasto elevato 259 proclamati e 160 realizzati. Il timore del Garante Giuseppe Santoro-Passarelli è che la tensione sopita dal Covid stia per esplodere nei prossimi mesi.