la Repubblica, 26 giugno 2021
Valentina Lodovini contro tutti
Valentina Lodovini dedica il Nastro d’argento, vinto come migliore attrice per 10 giorni con Babbo Natale, alle lavoratrici e a Giuseppe Rotunno: «Il mio mito, il più grande direttore della fotografia. Al Centro Sperimentale di Cinematografia mi capitò di fare un lavoro con altri studenti sotto la sua supervisione. Per me le luci, la fotografia erano un’ossessione. Un giorno lui, vedendo il lavoro, mi disse “ma sai che ti vedo più dietro la macchina da presa che davanti?”. Era un complimento ma lì per lì la presi come una bocciatura d’attrice. Non mi presentai per giorni, rischiando. Alla fine i miei compagni e i miei genitori mi dissero che dovevo tornare. Questo per dire quanto una sua parola potesse sconvolgermi. Era il più grande».
L’attrice si racconta con trasporto e allegria in una pausa dal set romano del film Netflix tratto dal bestseller per adolescenti Love & Gelato di Jenna Evans che «racconta di una diciassettenne di Seattle che viene a Roma e io intepreto la migliore amica della madre dai tempi dell’università. Recito in inglese». La parte è arrivata «perché la responsabile americana di Netflix che segue i progetti europei ha mostrato al regista Cambio tutto.
Sono seguiti incontri e provini ed eccomi qui». Prima del set ha dovuto fare un corso antimolestie «che non riguarda solo quel che possiamo immaginare ma una casistica vasta su ogni tipo di discriminazione: razziale, di genere, religiosa. È stato interessante anche se colpisce che si debbano ribadire certe cose. Ma c’è una involuzione grave nella società, basta guardare cosa succede con il ddl Zan, che andrebbe approvato subito. Certe cose sono già state superate dalle nuove generazioni. Ho un rapporto forte con i miei nipoti, un serbatoio di punti di vista diversi – racconta – ne ho 5, dai 16 ai 32 anni, sono i figli dei miei fratelli. È una generazione che, malgrado la pandemia e le difficoltà, incarna il progresso».
Si è molto divertita anche con i piccoli attori di Dieci giorni con Babbo Natale, «sono loro che hanno dato il passo». Quel ruolo e quello di Cambio tutto, a pochi mesi di distanza, sono stati momenti importanti: «Due figure moderne, che hanno avuto un grosso impatto sul pubblico, in molte mi hanno scritto di essersi identificate, di aver fatto un passo in più verso certe decisioni. So che Babbo Natale è stato visto da tante famiglie, Cambio tutto avrebbe potuto avere più attenzione mediatica, per i temi e perché è raro vedere un’attrice da sola sul manifesto».
Dopo questo set l’attrice ha in programma altri quattro film, tra cui L’afide e la formica con Beppe Fiorello e La terra delle donne, storia al femminile ambientata in Sardegna a cavallo della Seconda guerra mondiale: «Non mi fermo mai fino all’autunno, ma sul set mi sento a casa. Faccio quello per cui sento di essere nata». Eppure le persone che non hanno creduto nel suo talento «sono tante e tanti sono gli aneddoti. Molti non hanno voluto vedermi e ascoltarmi e questo mi ha ferito. Io ho provato a parlare e lottare lo stesso, ma è dura ricevere in cambio un silenzio che è una squalifica».
I Nastri assegnati dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici hanno premiato miglior film Le sorelle Macaluso di Emma Dante mentre Miss Marxdi Susanna Nicchiarelli è stato giudicato film dell’anno: «Film bellissimi che meritano riconoscimenti». La situazione nell’industria del cinema sta cambiando «e sarà bello quando registe premiate o in concorso non faranno notizia. I copioni e i ruoli sono cambiati, a volte trovi qualcosa di prezioso, bello, intelligente. A volte è appiccicato lì per far contenti tutti. Ma se una cosa non è sincera io non la rispetto».