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 2021  giugno 26 Sabato calendario

Perché un intellettuale non può fare il sindaco?

Caro Aldo,
la Lega raccoglie 1/3 dei consensi ma nessuno vuole essere l’uomo di Salvini. Nascosti dietro mille scuse tra le quali il mancato totale consenso dei tre partiti, si ri-nasconde una discreta mediocrità dei candidati i quali salvo Albertini e di Montigny non hanno saputo cogliere l’opportunità di competere, non dico vincere, ma competere. Cosa si aspettavano? 
Donato Losa, Milano

Caro Donato, 
a lungo Milano è stata un po’ la capitale del centrodestra italiano, prima con la Lega e poi con Forza Italia. Fa impressione in effetti che il centrodestra non abbia ancora un candidato. Gabriele Albertini è stato un buon sindaco, sta per compiere 71 anni, ritiene che non sia più tempo di stare in prima linea, ma è disposto a dare una mano; mi pare un atteggiamento di buonsenso. Oscar di Montigny non lo conosco e quindi non lo giudico. Mi limito a far notare che la sua amata citazione shakespeariana – «siamo fatti della stessa sostanza dei sogni» – non significa quel che vorremmo significasse, non ha una connotazione positiva ma negativa: Shakespeare intende che siamo vani, inconsistenti, impotenti appunto come sogni che svaniscono all’alba; è un memento mori, un richiamo alla vanitas vanitatum, vanità delle vanità. 
C’è da dire una cosa, a proposito non delle persone, ma del tipo di persone cui i partiti pensano al momento di scegliere i candidati sindaci. A Roma ad esempio si sono fatti avanti Vittorio Sgarbi, che peraltro in questi giorni ha altro cui pensare, e Luca Barbareschi. Forse non erano i nomi giusti. Non so, non sta a me dirlo. Ma perché in Italia un intellettuale o un artista non può fare il sindaco di una grande città? Siamo sicuri che un opinionista radiofonico (che peraltro ha ottime chances di essere eletto) sia meglio? Ripeto, non è questione di nomi o di confronti. Ma ad esempio Londra ha avuto come sindaco Boris Johnson, che ha studiato a Eton e a Oxford, ha diretto giornali, è insomma un intellettuale per quanto stravagante, non è certo simpatico a tutti, però ha dimostrato di non essere proprio uno sprovveduto. In Italia non è mai accaduto nulla del genere, con l’eccezione di Massimo Cacciari, che non avrà un carattere amabile ma è stato un bravo sindaco di Venezia. A Milano hanno avuto esperienze amministrative Philippe Daverio e Stefano Zecchi. Capisco che «intellettuale» oggi sia quasi un insulto, però insomma non è un delitto per un politico o per un sindaco aver letto qualche libro; anche perché di cultura, di università, di turismo, di servizi alla persona ormai vivono le grandi città europee.