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 2021  giugno 25 Venerdì calendario

McAfee, così vive (e muore) un vero genio paranoide

Nel 2012, John McAfee se ne sta sdraiato sotto la sabbia sulla spiaggia di Orange Walk, in Belize. Tiene fuori solo la testa, nascosta da una scatola piena di buchi. La polizia lo cerca dopo la morte di un suo vicino e l’avvelenamento di 11 cani. “Stavo molto scomodo”, ha commentato con Joshua Davis di Wired. Nulla, con lui, è più difficile del distinguere tra verità, genio e paranoia.
McAfee, 75 anni, mercoledì si è apparentemente suicidato in carcere, in Spagna (era stato arrestato a ottobre mentre cercava di partire per Istanbul) dopo l’ok alla sua estradizione negli Usa. Ad attenderlo, un processo per frode per il quale rischiava 30 anni di carcere. Più volte, da quando era stato rinchiuso, aveva ribadito che un eventuale suicidio non sarebbe dipeso da lui. Il suicidio è arrivato, i dubbi anche.
Programmatore negli anni 70-80, apparteneva alla generazione che ha fatto fortuna con l’avvento di Internet. Il padre, alcolizzato e violento, si suicida quando ha 15 anni. “Ogni giorno mi sveglio con lui accanto – dice McAfee a Davis, che lo racconta nel suo ebook Last Stand – In ogni mia relazione è lì accanto a me. In ogni mia diffidenza, lui è il negoziatore. Per questo la mia vita è fottuta”. Si iscrive al college, studia matematica, lo paga vendendo abbonamenti ai giornali porta a porta. Convince le persone di vivere in un mondo di menzogna. Sono anni turbolenti: viene cacciato dall’ateneo in cui insegna per una relazione con una studentessa (che poi sposerà) ed è arrestato per consumo di marijuana. Torna a lavorare, prima nel settore ferroviario poi in quello agricolo, infine alla Lockheed. Parallelamente cocaina, Lsd e alcool gli faranno perdere tutto. Va in terapia. Qualcuno lo abbraccia. “Quello è stato il momento in cui la mia vita è iniziata” ha raccontato.
È sobrio da quattro anni quando, nel 1986 due fratelli pachistani diffondono il primo virus informatico e lui crea la sua azienda di antivirus, nel salotto. Nel 1990 macina 5 milioni di dollari l’anno, nel 1992 sbarca in Borsa con azioni per 80 milioni. “Molto del suo successo – è stato detto – derivò dalla sua capacità di comunicare la sua paranoia”. Diffonde il virus dei virus, regala l’antivirus e vende gli aggiornamenti. Crea il bisogno e monetizza la soluzione.
Da allora, per 20 anni, è il tipico uomo della Silicon Valley. Nel 2000 apre finanche una scuola di yoga tra le Montagne Rocciose e scrive tre libri di spiritualità. “Ma alle soglie del 2002 inizia a sentirsi come se avesse deluso se stesso. Non vuole più la sua vita da uomo ricco tradizionale” scrive Davis. Inoltre, la crisi del 2008 colpisce anche le sue finanze e si ritrova in mezzo a due grosse cause: una per la morte di uno studente di un suo corso di volo e un’altra per l’infortunio di un suo dipendente. Vende quindi azienda e proprietà e se ne va in Belize dove gli sembra di poter sfuggire alle responsabilità, ma pure agli eccessi della modernità. Qui spende milioni per costruire un compound con innumerevoli bungalow a bordo spiaggia. Niente Internet. Fa arrivare un pianoforte (che non sa suonare) e la sera strimpella alla luna, con le onde del mare in sottofondo.
Il suo entusiasmo però non è sedato: acquista un bar, crea un servizio di taxi acquatici, attrezza un laboratorio per studiare un nuovo tipo di antibiotico. Scopre le pessime condizioni in cui vivono gli abitanti del villaggio di Carmelita, elargisce soldi per progetti e, soprattutto, per la polizia. Vuole fidelizzarla per evitare che sia corrotta, ma viene accusato di star costruendo una sua “armata”, poi di essere coinvolto nel narcotraffico: la sua presenza attiva e virtuosa nei villaggi è a suo dire mal vista dalla criminalità e questo nutre la sua paranoia al punto da spingerlo a importare armi per difendersi. Quando un suo amico va a trovarlo, nel 2011, gli dà una pistola. “Potevo vedere la paura nei suoi occhi”, disse. Arriva a mettere a disposizione un fondo di 500mila dollari per chi ucciderà un uomo che lui teme voglia farlo fuori. “Se muoio, si attiva” gli dice, costringendolo a diventare sua guardia del corpo.
Davis lo intervista nel 2012: vive con cinque donne e si considera l’unico baluardo di legalità nel villaggio. Il giornalista parla di una “rete di contraddizioni”: McAfee dice di contrastare la droga ma posta dichiarazioni assurde online, dice di punire il suo staff che beve ma possiede un bar, dice di tenere al rispetto della legge ma cerca di eludere le cause statunitensi, non incontra sua figlia ma quasi soffoca di dolore se vede soffrire altri bambini. “È come – conclude – se volesse aggiustare se stesso aggiustando ciò che non va in Belize”.
Tormentato dall’idea che la Gsu, la Gang suppression Unit del Belize voglia farlo fuori, vive anni di fughe e paranoia, in Guatemala è arrestato per essere portato negli Usa. Sarà il ministro degli Esteri del Belize a spiegare che deve solo essere ascoltato come persona informata dei fatti. In America, nel 2015, annuncia la sua candidatura (senza esiti rilevanti) alle primarie del Partito Libertario ed è tra il 2014 e il 2018 che, secondo il fisco Usa, avrebbe evaso le tasse evitando di dichiarare milioni di utili da criptovalute, interventi in pubblico e vendita dei diritti d’immagine.
Accuse che resteranno ammantate di dubbio, come la sua morte. “Ci ho anche provato per un po’ a fare ‘l’intervista del secolo’ – ha scritto ieri Marco Romandini, di Wired, da anni in contatto con McAfee – ma nessuno sembrava interessato a pagarmi un viaggio per raccontare che i Los Zetas volevano far fuori McAfee. E che le prove erano dei cracker al formaggio”. Finire in un carcere americano per lui sarebbe stata la fine, diceva di avere le prove della corruzione del governo. “Da lì il suicidio. Questa la conclusione più ovvia – dice Romandini –. Ma John non era ovvio, era visionario. Era paranoico”. Poi, chiude: “La racconterò come farebbe lui: ‘Mi hanno fatto fuori perché stavo rivelando su Twitter i metodi con cui i governi inseriscono agenti nelle aziende informatiche per scrivere ghost code nei chip, backdoor che servono per spiarci, mandare all’aria sistemi, vincere guerre. Nel prossimo post avrei rivelato i metodi per individuarli e smascherarli. Fanculo stronzi”.