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 2021  giugno 24 Giovedì calendario

Metalli, la Cina avvia la vendita di scorte statali

La Cina è passata all’azione contro i rincari record dei metalli, pianificando di avviare tra meno di due settimane la vendita di scorte dai magazzini di Stato. L’offerta della prima tranche da 100mila tonnellate avverrà il 5 e 6 luglio, ma il mercato ha accolto con freddezza l’annuncio, in parte perché aveva già scontato la notizia e in parte forse perché deluso dalla partenza cauta del programma. Pechino aveva già indicato di voler frazionare le vendite, dunque ce ne saranno altre nel prossimo futuro, anche se il calendario non è stato comunicato. Anche i volumi complessivi di metallo che saranno messi in vendita non sono noti, forse nemmeno al Governo cinese, che potrebbe valutare di volta in volta a seconda delle condizioni del mercato.
In teoria il gigante asiatico custodisce montagne di metallo (e di materie prime di ogni genere) nei magazzini di Stato: solo di rame ci sarebbero almeno 2 milioni di tonnellate secondo le stime degli analisti, circa il 7% dei consumi annui globali. Le prime quantità messe a disposizione, tuttavia, sono molto limitate: per il metallo rosso si tratta di appena 20mila tonnellate, pari al 2,3% della produzione cinese di maggio, fa notare Reuters. In vendita il 5 e 6 luglio ci sono anche 50mila tonnellate di alluminio – corrispondenti ad appena l’1,5% della produzione mensile del Paese – e 30mila tonnellate di zinco, pari invece al 5,7%.
Le quotazioni del rame – influenzate anche dalle precisazioni di Jerome Powell, che ha indicato che la Fed non intende affrettare il rialzo dei tassi – hanno del tutto ignorato gli ultimi sviluppi dalla Cina. Il metallo si è anzi apprezzato di circa il 2% sia a Shanghai che a Londra, dov’è tornato ad avvicinarsi a 9,500 dollari per tonnellata, in recupero dopo il tonfo dell’8,6% della settimana scorsa (la peggiore da marzo 2020), che in parte era stato provocato proprio dalla conferma della vendita di scorte cinesi: un rimedio eccezionale ai rincari, al quale la Repubblica popolare non ricorreva da oltre dieci anni. Al London Metal Exchange la seduta si è conclusa in rialzo anche per lo zinco (+1% a 2.890 $/tonnellata) e l’alluminio (+0,4% a 2.435 $).
La mossa cinese lascia perplesso Ivan Glasenberg, ceo uscente di Glencore, che ha liquidato le vendite di metalli come «un gioco di breve durata». «Possono andare avanti per un po’ ma alla fine avranno bisogno di ricostituire le scorte strategiche», ha commentato il manager, un veterano dell’industria mineraria, convinto che a prevalere sarà la forza dei fondamentali, decisamente solidi soprattutto per il rame, materiale chiave per la decarbonizzazione. «Oggi nel mondo ne consumiamo 30 milioni di tonnellate l’anno e seguendo questa traiettoria dovremo produrne 60 milioni l’anno entro il 2050», prevede Glasenberg. Significa aumentare la capacità delle miniere di 1 milione di tonnellate l’anno, un tasso di incremento doppio rispetto all’ultimo decennio che secondo il ceo sarà «estremamente difficile» ottenere.