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 2021  giugno 24 Giovedì calendario

Hong Kong, chiude l’Apple Daily


Questione di tempo. Il destino di Apple Daily (e del suo editore, il tycoon Jimmy Lai) era segnato. La testata ha chiuso i battenti dopo giorni di incursioni in redazione, arresti di giornalisti – l’ultimo, ieri, dell’editorialista Li Ping con l’accusa di attentato alla sicurezza nazionale – e di conti correnti online congelati per ordine delle autorità.
Il consiglio di amministrazione del gruppo editoriale aveva parlato di una chiusura «non più tardi di sabato», ma non c’è stato verso: pubblicazioni sospese, con efficacia immediata.
L’applicazione letterale della nuova legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong varata in marzo dal Parlamento di Pechino ha troncato la parabola di mezzo di informazione che – suo malgrado, visto che si trattava di un magazine popolare, non certo di una testata di carattere politico – ha svolto un ruolo cruciale nelle proteste di Occupy Central pro-democrazia, mesi di guerriglia urbana che hanno tenuto in scacco l’ex colonia britannica. Jimmy Lai, ex boat people cantonese che ha creato dal nulla un impero anche mediatico è in attrito con la nomenklatura di Pechino dai tempi di Tian an men. È tra i tycoons che non hanno scelto di calcare il tappeto rosso srotolato sotto i piedi dei businessman di Hong Kong, ed è stato arrestato e condannato per aver capeggiato le rivolte pro-democrazia.
Come dimostra il caso Apple Daily la nuova legge sulla sicurezza non ammette deroghe. Ieri si è anche svolto il primo processo con il nuovo rito e senza giuria. Tong Ying-kit era stato arrestato il 1° luglio 2020, il giorno dopo l’entrata in vigore della legge, con l’accusa di aver guidato in motocicletta contro gli agenti di polizia mentre portava una bandiera con la scritta «Liberate Hong Kong, la rivoluzione dei nostri tempi». Diversi agenti erano stati travolti e tre avevano riportato ferite. Tong si è dichiarato non colpevole dei tre reati di cui è accusato: terrorismo, incitamento alla secessione e guida pericolosa, che ha causato lesioni personali gravi. Finora, oltre un centinaio di persone sono state incriminate in base alla legge sulla sicurezza approvata in marzo dalla Plenaria del Parlamento di Pechino.
Il taglio dei finanziamenti è stato ferale per Apple Daily, senza fondi impossibile continuare le pubblicazioni. La psicosi dei conti bloccati specie dall’estero ieri si è diffusa in maniera generalizzata, quando un account twitter ha rilanciato le nuove regole adottate da HSBC per i conti telematici a partire dal 26 luglio. La filiale di Hong Kong della banca ha dovuto precisare che non c’è alcun timore e che si è trattato di una semplificazione organizzativa, d’ora in poi gli accessi saranno unificati, anche quelli via smartphone, con la stessa procedura diffusa negli altri mercati.
Si temono intoppi sul versante crossborder, molti cittadini di Hong Kong stanno lasciando il Paese o lo hanno già fatto per motivi politici e temono che i loro conti online possano essere bloccati. Londra ha aperto la strada a una vera e propria diaspora per chi vanta un passaporto British National Oversease (BNOs) rilasciato prima del 1997, anno dell’handover Gran Bretagna-Cina. Una corsia privilegiata per chi sceglie di trasferirsi in Gran Bretagna per vivere e lavorare con la possibilità di acquisire la cittadinanza britannica. Decine di migliaia le adesioni online che l’Home Office ha preferito per evitare code imbarazzanti al consolato britannico di Hong Kong. Bank of America stima che il flusso di capitali in uscita legato a questi flussi migratori potrebbe raggiungere i 280 miliardi di dollari di Hong Kong (36 miliardi di dollari Usa) quest’anno, 588 nei prossimi cinque anni.