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 2021  giugno 24 Giovedì calendario

Periscopio

Il mio conto corrente è timido. Diventa subito rosso. Marco Pozza.
Matteo Lepore, il vincitore delle primarie Pd di Bologna è cresciuto nel partito, è orgogliosamente di sinistra e non perde occasione per rimarcarlo, anche salutando con il pugno chiuso, quando ritiene che occorra. Di lui dicono che è bravo, serio, preparato (pregi). E che è molto schivo, fin troppo, al punto da essere chiuso, un po’ orso (difetti). Avendolo conosciuto, direi che è molto meglio di come lo si dipinge: e la sua riservatezza, in quest’epoca in cui molti confondono la politica con lo spettacolo e pure con qualche pagliacciata, è forse essa stessa un pregio. Michele Brambilla. QN.
Nella politica italiana ci sono sempre più quelli che distorcono il senso delle parole. Di tanto in tanto arriva qualcuno che colloca i Fratelli musulmani nell’area dell’Islam moderato. Oppure qualcun altro che chiama ultras liberisti quegli economisti che, semplicemente, sostengono la semplice evidenza e cioè che il mercato, sia normalmente in grado di generare più crescita dello Stato. Angelo Panebianco. (Corsera).
“Giuseppi” Conte è nero di rabbia perché nell’agenda di giugno aveva segnato una bella gita in Cornovaglia con il debuttante Joe per il G7 e “vertice Nato” insieme, tra gli altri, ad Angela, Ursula e all’autobiografico Rocco. Si è ritrovato, invece, con una pizza doppia mozzarella “da Michele” a Forcella con la fascinosa consigliera regionale grillina Valeria Ciarambino. Luigi Bisignani. Il Tempo.
Sapete perché a Milano non abbiamo ancora un candidato? Perché dopo Damilano a Torino ci sembra giusto trovare uno che si chiama Datorino a Milano. Ma ancora non l’abbiamo trovato. Continuiamo a cercare. Battuta di Silvio Berlusconi alla presentazione del candidato di centrodestra a Torino (Maurizio Gianattasio). Corsera.
Se le esportazioni calano e i prezzi delle materie salgono sarà un dramma per l’Europa (e per noi), visto che la strategia resta quella della trasformazione, senza però possedere materie prime? Ci vogliono decisioni strategiche rapide, per fortuna è arrivato Mario Draghi, ma la nostra burocrazia e quella europea sono pachidermi impossibili da trasformare in gazzelle, quindi saremo inermi di fronte a un cambio di paradigma, di cui ci sfuggono ancora i contorni e le dimensioni. Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi.
Il risultato del regime cubano è un clamoroso fallimento, Cuba oggi è più povera di 60 anni fa, nel 1959 produceva l’80% di quello che consumava, oggi importa l’80 per cento di quello che consuma; l’acqua nelle case è continua per 24 ore solo per il 13% degli abitanti, la vita dei cubani è fatta di interruzioni di servizi. E di attese: si calcola che ogni donna cubana passi in media 7 ore al giorno in fila per il cibo presso i negozi autorizzati. Loris Zanatta, Storia dell’America Latina all’università di Bologna (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Nel suo libro “Ring” Giancarlo Perna mette nero su bianco. Ma soprattutto in punta di penna. Perna è infatti uno scrittore eccezionale. Così descrive la decisione, presa nel 1981 dal ministro del tesoro Beniamino Andreatta e da Carlo Azeglio Ciampi, ai tempi governatore della Banca d’Italia, di smettere di stampar moneta, come s’usava allora, per venire incontro ai problemi di cassa dello Stato. Senza consultare il parlamento, né informarlo a cose fatte, questa decisione fatale, destinata a far crescere il debito pubblico a dimensioni cosmiche, fu «presa in solitaria da due uomini. Eminenti quanto si vuole ma con la stessa autorità a farlo d’una coppia di ammiragli che dichiari guerra a Marte». Diego Gabutti, scrittore, ItaliaOggi.
La Gioconda, che era stata rubata dall’italiano Peruggia, tornò in Francia, ma ci mise un anno. Ci riuscì solo dopo un lungo tour promozionale, diplomaticamente concesso dai francesi agli Uffizi, a Palazzo Farnese e alla Galleria Borghese a Roma, quindi alla Pinacoteca di Brera a Milano. Ma al Louvre nel 1914 ad accoglierla con tutti gli onori c’erano il presidente della Repubblica e il governo schierato in pompa magna. Il sorriso materno e carico di promesse della Monna Lisa, in tutto questo, non si era mai spento: ma il viaggio per tornare a casa era stato più lungo del previsto. A volte capita. Maurizio Pilotti, Libertà.
Ero timidissima, non parlavo. All’asilo delle Seghetti piangevo tutta la mattina. Una suora disse a mia madre: «Se vuole che questa bimba si ammali, continui a portarla qui». Dal giorno appresso passai l’infanzia nel giardino di casa. La mia isola che c’è. Oltre il reticolato, aperta campagna. Unico compagno di giochi fu Angiolino, il gatto di un’anziana vicina. Un giorno mi salvò la vita, uccidendo una vipera che stava per mordermi. Arrivata all’età delle elementari, la mattina entrava in camera mia e mi scortava fino a scuola. Elena Gaiardoni, giornalista (Stefano Lorenzetto). L’Arena.
Se non avessi sposato mio marito, un uomo completamente refrattario al potere, e se non avessi delle amiche altrettanto disinteressate alla manipolazione, sarei probabilmente stata il frutto della mia famiglia. Un posto dove mi veniva insegnato che si potevano ferire gli altri per il proprio tornaconto, che si poteva essere infedeli, che il centro di tutto e di tutti ero io. Ai saggi di danza, sebbene fossi la più sgraziata, finivo sempre al centro, ero sempre la prima ballerina, le maestre sapevano chi era mio padre e non c’era nemmeno da discutere: dovevo brillare più di tutti. Se mi fossi circondata, nella mia vita adulta, di persone come i miei familiari, non ne sarei mai venuta fuori. Teresa Ciabatti, scrittrice (Simonetta Scandivasci), il Foglio.
I video della ragazza che mangia i cibi italiani usando le bacchette li avevamo pensati come un tributo alla Cina. Ma abbiamo imparato che ci sono argomenti che non si devono toccare, perché per gli orientali sono sacri. Comunque politicamente corretto, per me, significa avere paura di dire ciò che davvero penso. Vuole dire restare nel gregge. Stefano Gabbana. (Daniela Monti). Corriere della Sera.
Se avessi bisogno di un ortopedico mi affiderei ai miei allievi. Sono i più bravi. Per i legamenti del ginocchio anche al professor Paolo Mariani, che opera a Roma, alla clinica Villa Stuart. Claudio Zorzi, primario ortopedico all’ospedale Sacro Cuore don Calabria, Negrar, Verona. (Stefano Lorenzetto), l’Arena.
Mia moglie Vittoria non mi perde mai d’occhio, e mi vede anche dove non ci sono. Roberto Gervaso.