ItaliaOggi, 24 giugno 2021
L’immortalità del bianchetto
Il bianchetto, il correttore liquido, più spesso Tipp-Ex in Europa, Liquid Paper o Wite-Out in Nord America, doveva morire. Le macchine da scrivere sono scomparse dagli uffici, eppure quelle piccole boccette di vernice bianca per correggere gli errori di battitura si continuano a vendere, e bene anche. Negli anni recenti c’è stato addirittura un aumento dei volumi commercializzati e nessuno sembra sapere esattamente perché.
Certo, una volta i solventi utilizzati per il prodotto potevano essere «sniffati», producendo un breve (e pericoloso) stato di euforia, ma i componenti intossicanti sono stati tolti da tempo dalle formulazioni. Ci sono però tanti piccoli «mini-usi» occasionali: i grafici utilizzano a volte il bianchetto per cancellare una riga sbagliata, serve di tanto in tanto per censurare frettolosamente un documento dicui non si possiede l’originale prima di farne una copia, ma è un po’ poco per un mercato che vale milioni di pezzi all’anno ed è in decisa crescita.
Il correction fluid originale, Liquid Paper, ha una storia molto gratificante. Fu inventato negli anni Cinquanta da una segretaria dattilografa texana, Bette Nesmith Graham, alle prese con le tastiere ipersensibili delle prime macchine da scrivere elettriche. Queste generavano tanti errori e lei, che sapeva qualcosa delle tecniche artistiche, si ricordò che i pittori, anziché cancellare gli errori, li coprono con altra pittura. Così la Graham si preparava a casa, con un frullatore da cucina, una sorta di pittura a tempera bianca da portare in ufficio per risistemare i testi, cominciando
man mano a rifornire anche le colleghe.
Licenziata dalla banca dove lavorava, si dedicò a tempo pieno alla nuova attività, creando di sana pianta un’intera categoria merceologica. Trasferì la produzione dalla cucina al garage e assoldò il figlio teenager e i suoi amici per occuparsi del confezionamento e della spedizione. Prese anche il secondo marito a lavorare nella nuova azienda, ma appena venne il boom lui provò a strapparle il controllo.Lei si disfece di lui e, alla fine degli anni Settanta, cedette la Liquid Paper, con 200 dipendenti, alla Gillette Usa per poco meno degli odierni 200 milioni di dollari. Si comprò una Rolls-Royce.
Ma cosa fa il mondo di tutto quel bianchetto, ormai sono tanti i produttori, se quasi nessuno usa più la macchina da scrivere? I dati non sembrano esserci, cosa strana, a meno che… Nasce un tremendo sospetto: la contraffazione spicciola. Poniamo che c’è un dato, o una data o una firma, «sfortunato» su qualche tipo di certificazione secondaria? Quante persone cedono alla tentazione di farne una fotocopia, «correggerla» e quindi ricopiare il documento in versione corretta?
Comunque sia, in ultima analisi, il prolungato e improbabile successo delbianchetto è forse la migliore dimostrazione che il paperless office, e certamente la paperless burocrazia, è ancora lontano dal compiersi.