Il Sole 24 Ore, 22 giugno 2021
Ripensare il sistema di riscossione
Sin dall’Unità d’Italia la riscossione dei tributi veniva affidata alle differenti figure di esattori privati, tenendo a debita distanza la riscossione dei tributi dalla politica. Questo distacco della riscossione dalla politica significava
distacco dall’interesse pubblico. Un sistema che veniva accettato da tutti. I concessionari locali non hanno tributi che loro spettano. Solo successivamente, e dopo molti anni,
il sistema della riscossione è cambiato. Con esiti che, però,
non sono stati soddisfacenti.
Per comprendere i difetti del sistema si può fare riferimento alla sintesi che ha fatto la Corte dei conti, elencando alcuni dei problemi aperti per un buon funzionamento della riscossione: il sistema informatico appare per molti versi superato e bisognoso di aggiornamento di concerto con gli enti impositori; un punto delicato dovrebbe riguardare il finanziamento dell’ente preposto alla funzione che dovrebbe essere realizzato con superamento dell’aggio: gli oneri di riscossione affluirebbero direttamente al bilancio dello Stato e degli altri enti creditori; occorrerebbe rivedere le procedure; il servizio di notificazione manca di programmazione; occorrerebbe uno smaltimento degli enormi carichi pregressi in gran parte ritenuti non riscuotibili; notevole inoltre è l’incertezza nell’applicazione delle norme sulla prescrizione; sarebbe, poi, necessaria la revisione delle rateazioni: sono quelle interessate da anni da ripetute riaperture di termini e da proroghe delle decadenze.
Sul piano organizzativo la gestione dei carichi si risolve nella maggior parte in una serie di adempimenti di tipo automatico, quando invece richiederebbe scelte legate a singoli casi. Manca, poi, una regolamentazione degli adempimenti. E questa confusione non può produrre un sistema razionale.
In conclusione, la riscossione dei crediti pubblici o non spontaneamente pagati dai debitori presenta da tempo gravissime difficoltà alle quali i ripetuti interventi di revisione organizzativa e procedurale non
hanno certamente posto rimedio.
Si impone, fra l’altro, la revisione delle procedure, superando una serie di notificazioni che dilatano i tempi della riscossione mettendo a dura prova le capacità organizzative della struttura.
In sintesi, appare evidente la necessità di una profonda revisione del modello organizzativo e procedimentale finora adottato e
di un’ampia e organica revisione dell’intero sistema della riscossione per potenziare l’efficienza della struttura amministrativa e tutelare adeguatamente l’interesse dello Stato.