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 2021  giugno 22 Martedì calendario

Cinque cuscini all’Eliseo per un sonno tranquillo

Può forse dormire sonni tranquilli un presidente che vede il proprio partito giungere quinto, con appena il 10% dei suffragi espressi al primo turno, nell’ultima grande elezione prima della fine della legislatura e di un nuovo scrutinio presidenziale? Se il Paese non fosse la Francia, il presidente in questione vivrebbe probabilmente ore complicate di sudori freddi, fra tanti cattivi presagi in chiave futura. Ma nel caso del presidente francese Emmanuel Macron, almeno 5 argomenti di peso relativizzano fortemente l’ipotesi di un “effetto di traino” di questo scrutinio in vista dell’ormai non lontana corsa per l’Eliseo. Il primo è legato al fortissimo astensionismo e in particolare al fatto che a recarsi alle urne domenica sia stato soprattutto un elettorato d’età molto matura, tradizionalmente refrattario al “nuovo” rappresentato dall’attuale capo dell’Eliseo. Il secondo argomento riguarda invece il forte presidenzialismo e centralismo del sistema politico transalpino, che lascia ancora a Regioni e Province un ruolo molto subalterno in termini di poteri relativi di decisione. Non a caso, secondo molti sondaggi, gli elettori conoscevano poco e male i candidati schierati dai diversi partiti, ignorando in generale pure i perimetri precisi delle competenze dei consigli regionali e provinciali. In terzo
luogo, nel 2015, in occasione del precedente scrutinio dello stesso tipo, il partito di Macron, La République en marche, semplicemente non esisteva. A differenza degli altri partiti, dunque, Lrem non aveva nessuna poltrona da difendere e inoltre ha dovuto schierare spesso candidati con un forte deficit di notorietà rispetto ai responsabili uscenti, per lo più neogollisti e socialisti, che non a caso si avviano quasi tutti verso un’agevole riconferma. Tale fossato di notorietà è stato ancor più accentuato dalla crisi sanitaria che ha pesantemente alterato la campagna elettorale. In quarto luogo, in vista delle Presidenziali, sarà decisivo soprattutto il livello personale di popolarità dei candidati e su questo fronte Macron gode attualmente d’un consenso particolarmente elevato, attorno al 50%, legato alla buona immagine della gestione della crisi sanitaria e della campagna di vaccinazione da parte della maggioranza presidenziale. Infine, pur avendo ricevuto un innegabile schiaffo, Macron vive una sorta di mezzo gaudio legato al tracollo degli ultranazionalisti della sua principale rivale Marine Le Pen, finalista delle scorse Presidenziali.
Rispetto al 2015, gli oltre 8 punti percentuali persi dall’ultradestra potrebbero accentuare ancor più l’immagine di perdente della loro leader.