ItaliaOggi, 22 giugno 2021
A Barcellona le donne che vanno al lavoro in bici guadagnano il 5 per cento in più
In Spagna le donne pedalano meno degli uomini e ora nella penisola iberica si vuole combattere seriamente questo divario di genere sui pedali. E a Barcellona le dipendenti che usano la bicicletta guadagnano il 5% in più. Non è una questione di propensione allo sport, ma un’esigenza per impostare, soprattutto nelle città, una mobilità più equilibrata, sfruttando i vantaggi che si possono ottenere, sia in termini ambientali che di minor traffico automobilistico, trasferendo parte dei viaggi urbani sulle due ruote. L’ultimo numero del Barómetro de la Bicicleta, un osservatorio sugli spostamenti ciclabili in Spagna, ha indicato che il 58,9% degli uomini pedala abitualmente, mentre solo il 42,8% delle donne lo fa.
Gli esperti di mobilità, come ha riportato il quotidiano El Pais, chiedono di promuovere piste ciclabili sicure e puntare sulla formazione per stimolare l’abitudine ad utilizzare la bici e combattere così questo divario. Un gap che, negli ultimi anni, è stato in parte colmato: nel decennio 2010-2019 si è infatti ridotto da 22 a 16 punti percentuali.
Esther Anaya, è una ricercatrice all’Imperial College di Londra e il suo lavoro è focalizzato proprio sul ciclismo urbano. Al giornale spagnolo ha spiegato come sia essenziale agire sulla sicurezza dei percorsi ciclabili per convincere le donne ad usare la bicicletta. «Preferiscono le piste ciclabili protette, perché aumentano la sensazione di sicurezza. Questo emerge in molti studi», ha detto l’esperta che su Transport Review ha pubblicato un lavoro in cui ha evidenziato come in Spagna meno del 7% dei viaggi viene effettuato in bicicletta.
Un abisso rispetto ai Paesi Bassi o alla Danimarca, dove almeno il 30% della popolazione sale in sella per spostarsi. «Se ci sono meno viaggi in bicicletta, ci sono meno donne che usano la bicicletta. Questo è legato alla sensazione di sicurezza: più persone vanno in bicicletta, più è sicuro andarci e il tasso di incidenti è inferiore», è il ragionamento della ricercatrice, «Quindi, all’aumentare del numero di persone sui pedali, cresce il numero di donne che vanno in bicicletta. Le donne sono più influenzate dalla percezione della sicurezza in strada».E poi, come accennato, spingere sulla formazione: perché se in Spagna c’è un 20% di persone che non sa andare in bicicletta, di queste l’80% sono donne.
Questo punto di vista è condiviso da chi si batte per promuovere la mobilità dolce, come Marta Serrano, fondatrice di Mujeres en Movimiento.
«Le donne hanno una percezione del rischio superiore, anche perché tendono a subire più violenze in strada: per esempio gli automobilisti se la prendono di più con noi e questo non è bello mentre si pedala». Ma la paladina delle cicliste spagnole ha spiegato il divario anche con le esigenze familiari: «Le donne tendono a spostarsi per accompagnare i figli nelle varie attività, per fare la spesa, e fare questi spostamenti in bici è più complicato e mancano le infrastrutture sicure per farli».
Da qui l’esigenza di piste ciclabili protette e parcheggi sicuri per le bici, i furti delle due ruote sono all’ordine del giorno. A Barcellona il gruppo Col.lectiu Punt 6 ha condotto diversi studi sulla rete ciclabile urbana, da cui emerge la necessità di piste ciclabili separate dalla strada, più larghe e maggiormente segnalate. E nel capoluogo della Catalogna ci sono imprese che per colmare il divario di genere sui pedali ha pensato di introdurre un piccolo bonus in busta paga: le donne che usano la bici guadagnano un 5% in più.
E a raccontare le mobilità ciclistica in rosa c’è Isabel Ramis col suo blog Muèvete en bici por Madrid, aperto dopo aver sposato la causa delle due ruote. «Mi è stato detto mille volte che Madrid ha molte colline, che il traffico è molto aggressivo, che il tempo è orribile... Ma i norvegesi vanno in bici con uno strato di neve di un metro, qui non piove quasi mai e si evitano le strade cercando percorsi alternativi». Insomma, la rivoluzione ciclabile è possibile anche in Spagna.