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 2021  giugno 21 Lunedì calendario

Tutti 9 e 10 per Anita, la studentessa anti-Dad

Anche i docenti hanno premiato Anita per la sua lotta anti-Dad. La studentessa della scuola media di Torino che ha dato vita alla protesta dalle piazze, il 6 novembre scorso, contro la didattica a distanza e la chiusura delle scuole in tutta Italia ha ricevuto la sua pagella.
I voti delle materie sono tutti tra il 9 e il 10, con un solo 8. Ma questi sono per meriti acquisiti, voti accumulati lungo un anno difficile ma dove lo studio non è mai mancato. «Come ha sempre fatto: Anita è sempre stata un’ottima studentessa» ha confermato anche la preside della sua scuola, Lorenza Patriarca. Il voto che ruba l’attenzione, però, è il 9 di educazione civica. La materia che tra tutte premia l’attenzione verso i valori della costituzione, la cittadinanza e la cura verso la sostenibilità ambientale: «Si è dimostrata una studentessa capace di riflettere su questi temi, era giusto valutarla sulla fascia più alta di tutte». Perché non 10, si potrebbe chiedere, visto la sensibilità verso certe temi dimostrata fuori dal comune, considerando l’età, senza neanche entrare nel merito.
Ma la preside precisa: «Un tempo l’educazione era un giudizio, il 9 e il 10 rappresentano la stessa valutazione». Dettagli, di fronte a una conferma: la protesta non l’ha distratta, alzare simbolicamente la voce non l’ha penalizzata. Un finale che oggi, abituati dopo mesi di dibattito su quelle manifestazioni anti-Dad, sembra scontato.
Ma all’inizio lo scenario era stato opposto, la pace ben meno distesa. «È giusto manifestare il proprio dissenso, ma non violando una norma pensata per proteggere tutti e che funziona solo e nella misura in cui tutti la rispettano». Era con queste parole che, il 19 novembre scorso, la sua scuola aveva bandito la sua protesta che iniziava ad espandersi a macchia d’olio, a Torino e in tutta Italia. L’indicazione per chi si collegava, seguendo il suo esempio, dal marciapiede era l’esclusione dalla lezione per rispetto della privacy della classe e delle normative in vigore. Anita Iacovelli, però, ha continuato a lottare per quello in cui credeva. Presentandosi davanti a scuola o in piazza ogni giorno lontano dall’aula con pc, libri, banco e sedia ma anche coperte e guanti quando faceva più freddo del solito. Lanciando un messaggio che si è amplificato dal marciapiede alle case fino a raggiungere il Parlamento: la scuola deve essere una priorità. Durante i periodi di emergenza, come quella sanitaria che l’Italia si augura di essersi messa alle spalle, ma non solo: «La pandemia ha mostrato problemi che c’erano già - ha detto più volte Anita, lungo i mesi di protesta - e se non cambia niente continueranno ad esserci».
La sua lotta davanti alla scuola ha dato forza al messaggio, coinvolto tutto il mondo studentesco e politico. Il ritorno in aula l’ha riportata alla riservatezza dei suoi 12 anni, tra lezioni sport e hobby. È tornata bambina, ma il messaggio è ancora lì. A ricordarlo, ora, c’è anche il 9 in educazione civica. In vista di settembre, quando un altro anno scolastico ricomincerà e la Dad si spera diventerà solo una risorsa in più e non l’unica opzione per milioni di studenti lontani dall’aula. Anita si è battuta, per mesi, per dircelo. Accendendo riflessioni e dibattiti che il mondo dell’istruzione si porterà indietro per il futuro.