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 2021  giugno 20 Domenica calendario

Nel polo di Briandate il 70% dei lavoratori è straniero. Intervista ad Attilio Fasulo, segretario generale della CGIL di Novara

In queste ore si sciopera per la morte di Adil Belakhdim e si discute a cosa ’serva’ questa morte. Servirà a fare luce sulla situazione dei lavoratori della logistica italiana?
È bene chiarire questo aspetto – risponde Attilio Fasulo, segretario generale della CGIL di Novara -. La logistica ha enormi problemi ma alla Lidl, dove è avvenuta la tragedia, non si applica il contratto della logistica perchè siamo in un settore diverso, con altri problemi. I lavoratori che partecipavano allo sciopero di venerdì sono dipendenti diretti cui è applicato il contratto del commercio, che ha caratteristiche migliori di quello della logistica. In altre parole, a livello mediatico si sta facendo una gran confusione tra il caso di Biandrate e le tensioni della logistica, con il rischio che la confusione non aiuti i lavo- ratori Lidl nè quelli della logistica.
Perchè è stata scelta Biandrate per uno sciopero della logistica?
Il SiCobas ha scelto legittimamente questo polo per la giornata della logistica. Nulla di strano, nell’ambito di una programmazione nazionale delle manifestazioni. Il paradosso è che l’unico operatore della logistica in questa vicenda è l’autista che ha travolto Adil…
Inquadriamo meglio la situazione del polo di Biandrate.
Ci lavorano 300 persone e 170 sono operai, il 70% stranieri, cioè marocchini, tunisini, nigeriani… Alcuni reparti, come Ortofrutta, vedono la loro prevalenza, in quanto sono lavori più faticosi. È iniquo, lo sappiamo, ma è un fatto. Spostare duecento colli all’ora, fino a 23 chili l’uno, alla fine della giornata ti rovina la schiena e infatti uno dei temi su cui stiamo lavorando da anni è il carico di lavoro e la sua organizzazione.
I lavoratori parlano di buste paga opache.
Ci sono alcuni aspetti salariali. Mi riferisco a non corrette applicazioni del contratto, come sul passaggio automatico di livello, che viene aggirato spostando nominalmente
il dipendente da un reparto all’altro. La discussione con la proprietà stava maturando alcune soluzioni e proprio noi sindacati avevamo lamentato che non chiudere la situazione danneggiava il clima, soprattutto tra gli stranieri. Purtroppo, ci troviamo con il morto a dire la classica frase ’l’avevamo detto’…
Cosa rimprovera alla Lidl?
Di essersi impuntata su alcune questioni superabili. Ad esempio le quattro settimane di ferie ridotte a tre: Lidl dovrebbe capire che va contro i propri interessi a stressare una persona che non vede i propri cari da anni e noi siamo pronti a fare la nostra parte a convincere i colleghi italiani a rendersi disponibili e assecondare l’organizzazione del lavoro in quei periodi dell’anno, perchè altrimenti scoppia una guerra tra poveri che nessuno vuole.
Quindi con Lidl la situazione non era di guerra aperta?
A livello nazionale e territoriale con Lidl si discute, tant’è che c’erano dei problemi che sono stati risolti. Parliamo sicuramente di un’impresa che pone al centro il profitto, ma quelli di Biandrate restano problemi di natura sindacale che affrontiamo tutti i giorni. Non ci voleva una tragedia simile. Non ci voleva proprio.
(P.V.)