Il Sole 24 Ore, 19 giugno 2021
Anac: senza gara il 58% di appalti
Accelerare sulla digitalizzazione dell’intera gestione dell’appalto, «richiestoci con forza dall’Unione europea»; attuare la qualificazione delle stazioni appaltanti, selezionando bene le professionalità necessarie; alleggerire gli oneri burocratici per le imprese che concorrono agli appalti; garantire trasparenza e concorrenza per evitare il rafforzamento di operatori non meritevoli; rilanciare il ruolo dei soggetti aggregatori regionali e promuovere quelli costituiti dagli enti locali.
Queste le direttrici indicate dal presidente dell’Anticorruzione, Giuseppe Busia, che ieri, parlando alla Camera, ha presentato al Parlamento la relazione annuale riferita all’anno 2020. Un bilancio dell’anno passato raccontato però guardando all’impegno del Pnrr, con la consapevolezza che gli “snellimenti” apportati alle norme sugli appalti (introdotti dai decreti legge Sblocca cantieri e Semplificazioni 1, e ora confermati e ampliati dal Dl Semplificazioni 2) hanno già prodotto una «sospensione della concorrenza» su un segmento rilevante degli appalti sottosoglia, pari al 58% dei lavori tra 40mila e 150mila euro di importo, e sul 53% dei servizi e delle forniture tra 40mila e 139mila euro di importo. Il decremento tendenziale, nel corso del secondo semestre 2020, dei bandi di lavori con procedura aperta a vantaggio delle procedure negoziate senza bando e degli affidamenti diretti, si registra in tutte le fasce di importo degli appalti sotto la soglia comunitaria (5,35 milioni di euro), con picchi di +97% per gli affidamenti diretti per importi tra 40mila e 150mila euro e +95,1% per le procedure negoziate senza bando di appalti tra un milione e 5,35 milioni.
Una novità che «inciderà sugli assetti del mercato», segnala il presidente dell’Anac, visto anche che il Dl Semplificazioni 2 estende la deroga al giugno 2023 per servizi fino a 139mila euro. Non è ancora un allarme vero e proprio, quello lanciato da Busia, ma un dettaglio nitido di come il mercato sia già cambiato, e non esattamente a vantaggio della concorrenza. Il rischio che gli incarichi vadano alle imprese più conosciute dalle stazioni appaltanti e non a quelle più meritevoli e molto concreto.
Un tema prossimo a quello della trasparenza – che impegnerà l’Anac a realizzare una piattaforma unica – sul quale è arrivato un monito chiaro e forte: «Occorrerà compensare le procedure acceleratorie individuate dai recenti provvedimenti normativi con iniezioni massicce di trasparenza sull’intero ciclo dell’attività svolta». Un’uscita forse stonata alle orecchie del ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, che ieri, pur riconoscendo all’Anac un «ruolo cruciale» nell’attuazione del Pnrr ha voluto sottolineare che già il Dl Semplificazioni «risponde a queste esigenze segnalate anche dall’Anac: snellire le procedure, innovare gli appalti, migliorare la qualità delle stazioni appalti, garantire trasparenze e correttezza in ogni fase di realizzazione di un’opera». Anche il presidente della Camera, Roberto Fico, introducendo la presentazione dell’Anac, ha subordinato «la necessità di una semplificazione del quadro normativo» alla tutela della legalità e dei controlli.
Confermata l’esigenza di tenere alta la guardia contro i criminali: «nei prossimi anni – stima Busia pensando al Pnrr – sarà quanto mai necessario mettere al riparo gli affidamenti da interferenze illecite, considerato peraltro il continuo aumento, proseguito anche nel 2020, delle interdittive antimafia comunicate all’Autorità: 814 contro le 633 del 2019».
Un’esigenza che fa il paio con le misure straordinarie di gestione e sostegno delle imprese che «hanno dato prova di grande efficacia in molteplici situazioni».
Più in generale, un beneficio per le imprese arriverà dal «fascicolo virtuale dell’operatore economico» che l’Anac svilupperà: «Il vantaggio – ha spiegato Busia – è evidente: l’impresa non dovrà più perdere tempo con carte e documenti perché questi saranno forniti una sola volta e utilizzati per le altre gare». In tema di cambiamenti del mercato l’Anac ha segnalato il ridimensionamento delle centrali acquisti regionali che dal 2016 al 2020 sono scese dal 14% al 10% in termini di numero di procedure e dal 32% a poco meno del 25% in termini di volumi. Infine l’Anac ha assicurato continuità sull’attività di “arbitrato”, attraverso i pareri di precontenzioso rilasciati in numero crescente nell’ultimo triennio.