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 2021  giugno 19 Sabato calendario

Mamma mia, torna die Inflation

 Sono andato a piedi alla mia banca, 3,7 chilometri, mi informa il telefonino, con 33 gradi all’ombra. I tedeschi intorno a me sembravano reduci dell’Afrika Korps del feldmaresciallo Erwin Rommel, la volpe del deserto, dopo la battaglia di El Alamein, in Egitto. Sguardo smarrito, calzoni corti, in maglietta e anche senza. Delle signore non parlo per prudenza. Ma la settimana scorsa avevo i termosifoni accesi.
Non è questa la notizia, con buona pace di Greta Thunberg, a Berlino è sempre stato così. Andando a passeggio ho scoperto che sta tornando lo spettro della Repubblica di Weimar (1918-1933), come scrivono i giornali. Die Inflation.
Nella versione online del settimanale Der Spiegel una foto mostra due bambini che costruiscono una torre con le mazzette di banconote, nell’anno 1923. Le madri andavano a prendere lo stipendio dei mariti due volte al giorno con le carriole per trasportare i miliardi della paga. E si affrettavano a spenderla, perché i prezzi salivano di ora in ora. Un uovo costava cinque miliardi di Reichsmark al mattino, il doppio prima di sera.
Friedrich Minoux, il braccio destro di Hugo Stinnes, uno degli uomini più ricchi dell’epoca, propose di pagare in natura gli operai delle acciaierie e i minatori della Ruhr, farina, carne, quel che bastava alla famiglia, e non con banconote che valevano quanto caccia straccia. Ma lo accusarono di essere un comunista.

Nella mia passeggiata, passando davanti ai ristoranti di nuovo aperti, ho notato i prezzi: un bicchiere di Regaleali costa 6 euro e 70, per due decilitri. Quanto fa a bottiglia? Sarà effetto del trasporto dalla mia Sicilia in Prussia, ma prima della pandemia, un calice non arrivava a 5 euro, secondo me sempre un prezzo esoso per un paio di sorsi. I ristoratori si vogliono rifare del tempo perduto? Temo che dopo torneranno indietro.
Dopo il Covid, l’inflazione è salita al 2,5% in maggio, mai così alta da dieci anni. Per fine anno potrà superare il 4%, prevede la Bundesbank, la banca centrale tedesca, il livello da cui si comincia a evocare Weimar, l’inflazione che spalancò la strada a Hitler (non fu l’unica causa, per la verità). Nel 1982, l’éra di Helmut Kohl iniziò perché l’inflazione era giunta al 5,2%.
Il liberale Hans-Dietrich Genscher, alleato al governo con i socialdemocratici, chiese al Cancelliere Helmut Schmidt di intervenire con misure deflazionistiche che avrebbero provocato il taglio dei posti di lavoro. Schmidt si ricordò di avere il cuore a sinistra, e rispose: «Questo non posso farlo», e Genscher passò con Kohl. Fu il primo ribaltone all’italiana nella storia della Repubblica federale.
Ho un distributore vicino a casa, e noto che i prezzi della benzina variano di ora in ora, e le punte massime si toccano al venerdì. Un litro di super costava ieri un euro e 51 centesimi, a gennaio eravamo a un euro e 18 centesimi, se non ricordo male.
E la candidata alla Cancelleria, la verde Annalena Baerbock, ha osato proporre una stangata ecologica di 16 centesimi al litro. Le misure imposte volute dai verdi costano già 40mila euro in media su una villetta unifamiliare.
Si vota tra poco più di tre mesi (il 26 settembre), e l?inflazione diventa argomento per la campagna elettorale.
Però ricordo che appena ieri, la Bild Zeitung attaccava il governatore Mario Draghi che teneva quasi a zero i tassi. Il capo italiano della Banca centrale europea, per salvare il suo paese, minacciava il futuro dei tedeschi: i fondi pensione non rendevano come previsto, e i pensionati avrebbero ricevuto una pensione sotto il livello di povertà.
Come i contadini quando piove, I tedeschi non sono mai contenti, né quando i prezzi calano né quando salgono.