Corriere della Sera, 19 giugno 2021
I vescovi americani sfidano il Papa: niente comunione a chi è pro aborto
CITTÀ DEL VATICANO Non sono serviti a nulla gli ultimi appelli dei vescovi più vicini al Papa, come il cardinale di Newark Joe Tobin: «Qualsiasi sforzo a sostegno dell’esclusione categorica dei leader politici cattolici dall’Eucaristia, spingerà i vescovi della nostra nazione nel cuore della lotta partigiana tossica che ha distorto la nostra stessa cultura politica». L’assemblea online della conferenza episcopale Usa, a maggioranza conservatrice, ha deciso ieri di tirare diritto nonostante il Vaticano, con una lettera dell’ex Sant’Uffizio, avesse invitato i vescovi a fermarsi: con 168 sì e 55 no, hanno scelto di mettere ai voti, a novembre, una «dichiarazione sull’Eucaristia» che sarà preparata nel frattempo e richiederà una maggioranza di due terzi.
Non è, o almeno non è ancora, il divieto a fare la comunione che i vertici dei vescovi meditano da mesi: un’esclusione mirata ai cattolici favorevoli alle leggi sull’aborto, anzitutto al presidente Joe Biden ma anche alla speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi. E non è nemmeno lo «scisma» della destra cattolica Usa, ostile a Bergoglio e ricca di finanziamenti e di network, che da anni aleggia come uno spettro con le sue «guerre culturali», una minaccia alla quale Francesco aveva già risposto sereno ma secco, nel 2019, parlando con i giornalisti: «Io prego che non ci sia uno scisma, ma non ho paura: nella Chiesa ci sono stati tanti scismi…». Ma certo il clima nella Chiesa Usa non è dei migliori.
Il vescovo Kevin Rhoades, presidente del «comitato dottrinale» che preparerà il testo, ha detto che il documento «didattico» sarà aperto a emendamenti, non farà nomi e offrirà «linee guida» anziché imporre obblighi ai vescovi. Precisazione superflua, del resto: nella Chiesa, nessuna conferenza può imporre nulla a un vescovo che governa la sua diocesi in quanto successore degli apostoli e risponde solo al Papa. Difatti il cardinale di Washington Wilton Gregory, altro arcivescovo vicino a Francesco, durante l’assemblea ha ripetuto che Biden potrà ricevere la comunione nella sua diocesi.
Gli effetti del voto riguardano piuttosto la spaccatura nella Chiesa Usa e i rapporti sempre più difficili con il Papa. Francesco non vuole che la comunione diventi uno strumento politico e all’Angelus del 6 giugno aveva ripetuto: «L’Eucaristia non è il premio dei santi, ma il Pane dei peccatori». Anche le parole rivolte all’assemblea dal nunzio apostolico Christophe Pierre, «la Chiesa americana non ha bisogno di un nuovo programma, esiste già: è il Vangelo», sono cadute nel vuoto.
Il cardinale Luis Ladaria, prefetto dell’ex Sant’Uffizio, aveva inviato il 7 maggio una lettera al presidente dei vescovi: «Sarebbe fuorviante se si desse l’impressione che l’aborto e eutanasia da soli costituiscano le uniche gravi questioni della dottrina morale e sociale cattolica». Spiegava che «una simile posizione» avrebbe creato «discordia» e ci sarebbe voluto un «consenso unanime». Chiedeva di non precipitare le cose. Non gli hanno dato retta.
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