Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  giugno 19 Sabato calendario

Oscar di Montigny, genero di Ennio Doris, pronto a correre per il centrodestra


ROMA— Chi lo conosce bene lo accosta a un predicatore americano: grande capacità di tenere il palco con discorsi motivazionali, un campionario di keyword con le quali sedurre l’uditorio, uso sapiente di citazioni su uno spettro amplissimo: da Plutarco a Greta Thumberg, per capirci. Ma chi è davvero Oscar di Montigny, l’uomo che il centrodestra sta per gettare nella (quasi) impossibile sfida con Sala a Milano?
La biografia lo inchioda impietosamente al ruolo di discendente (indiretto) di una dynasty fra le più ricche d’Italia. O meglio, di “genero di": di Montigny è infatti il marito di Sara Doris, figlia di Ennio Doris, il fondatore dell’impero Medionalum, un colosso da 5.500 dipendenti. Della società di famiglia, Oscar è dirigente di lungo corso. Ma si è ritagliato uno spazio sui generis, come esperto di “megatrends e grandi scenari”, definizione tratta dall’autobiografia che correda il suo curatissimo sito web. Nelle decine di eventi cui partecipa ogni anno, trasformati in “one man show”, di Montigny parla di finanza ma anche di filosofia, con costanti richiami alla ricerca del senso della vita. L’aspirazione palesata è quella di essere un “generatore di gratitudine”. Intanto Oscar ha depositato, come marchio registrato, il termine “Economia 0.0": quella che – spiega – è capace «di riconoscere nell’amore l’atto economico per eccellenza». Sono concetti che il predicatore- manager ripete anche nei suoi dialoghi pubblici con ospiti eccellenti, da Lech Walesa a Steve Wozniak a Sara Ghandi, mettendo il naso posticcio sul palco accanto a Patch Adams o togliendosi calze e scarpe davanti agli ospiti di San Patrignano. Ed esibendo sul suo sito internet una foto con il ciuccio in bocca, accanto al figlioletto.
Un dirigente d’azienda figlio della ex città da bere, con villa a Milano 2, che ha attraversato qualche guaio giudiziario (nel 2011 patteggiò una condanna a 4 mesi all’interno di un procedimento per frode fiscale che ha visto coinvolti 35 promotori finanziari) e che si è trasformato in un “entusiasta divulgatore”, per dirla ancora con le sue parole. Siamo oltre, molto oltre, il pionierismo delle televendite, siamo al marketing non di prodotti finanziari ma di una way of life: «Perfeziono ogni giorno la meditazione, le pratiche di visualizzazione, rilassamento e respirazione», spiega Oscar di Montigny in uno dei suoi libri infarciti da centinaia di citazioni, decisamente famose: “Siamo fatti della stessa materia dei sogni” o “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Shakespeare o Ghandi poco cambia, in questo intruglio metapolitico che lo porta a individuare tre priorità nel suo programma: «Sostenibilità, ambiente e centralità dell’individuo». «Cosa c’è di centrodestra in tutto questo?» Gli ha chiesto il cronista de “Il Giorno”. Risposta: «Mi scusi, per il centrodestra il benessere delle persone non è importante?». E poi, insomma, «destra e sinistra sono ormai cliché».
A Salvini comunque piace, male che vada potrà dividere la sconfitta con Fi. E Oscar piace anche a Giorgetti. Se il prescelto sarà davvero lui, il “generatore di gratitudine”, non mancheranno le occasioni di sfottò da parte degli avversari. Ma di Montigny vola alto, altissimo: sapendo che le «menti piccole parlano di persone e quelle grandi di idee» (altra citazione dal suo inesauribile cassetto). La sua idea della classe politica, d’altronde, è persino sprezzante: «Dobbiamo ripensare l’economia e l’intera società, rimettendo al centro – scrive nel suo libro “Gratitudine” – gli esseri umani e l’ambiente in cui viviamo. Ma i nostri leader politici sembrano le persone meno adatte per riuscirci. Non vogliono trovare le soluzioni? Preferiscono giocare con le nostre vite inconsapevoli? No. Non possono perché non sanno». L’ultimo candidato civico pescato dal centrodestra, il predicatore con il marchio d’origine del biscione, si appresta a mettersi in marcia con questa convinzione.