la Repubblica, 18 giugno 2021
Il futuro del libro dipende dalle biblioteche scolastiche
La passione per i libri di solito nasce durante l’infanzia. Chi ha la fortuna di crescere in una famiglia di lettori la contrae per imitazione. Ma per molti bambini e ragazzi del nostro paese non è così: per chi abita in case in cui l’unico libro è il ricettario di cucina, c’è un solo luogo in cui è inevitabile l’incontro con i libri ed è la scuola. Il fatto è che qui i libri sono parte di un obbligo formativo, per cui la lettura è finalizzata a qualcos’altro rispetto a un puro e semplice piacere o interesse personale. Ecco perché è così importante che in ogni scuola ci sia una biblioteca: cioè un luogo in cui accanto a un classico come Pinocchio si possano scoprire le avventure di Harry Potter e dopo un libro su un idolo musicale o sportivo si possa decidere di leggere l’autobiografia di Greta Thunberg...
Tutte le scuole – o quasi – dichiarano di avere una biblioteca. Nei fatti, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di una stanzetta spesso chiusa, se non addirittura soltanto di un armadio pieno di libri polverosi. E soprattutto manca una figura essenziale: quella del bibliotecario scolastico. Che invece esiste in molti altri paesi europei: non solo in paesi con un Pil pro capite più alto del nostro come la Francia o la Svezia o la Danimarca, ma anche in Croazia, Polonia, Lituania… In Portogallo una politica lungimirante nell’arco degli ultimi 25 anni ha costruito un sistema nazionale integrato di biblioteche scolastiche e biblioteche pubbliche assai ben funzionante. Proprio questo è il problema italiano: non siamo mai riusciti a costruire un sistema integrato. Eppure le esperienze virtuose non mancano, frutto quasi sempre dell’iniziativa di singole persone, insegnanti, docenti bibliotecari, dirigenti scolastici, genitori. Esperienze nate in regioni del centro nord ma anche del sud, come la bibliomediateca “Malanga” dell’Istituto Comprensivo di Bella, in provincia di Potenza, aperta al suo territorio. Sull’apprendimento e sul benessere influisce molto positivamente la qualità anche estetica dello spazio, come accade a Torino al Liceo D’Azeglio oppure nella stessa città nelle due biblioteche “diffuse” delle scuole Pascoli e Fermi, finanziate rispettivamente dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Agnelli, insieme al Comune e alla Fondazione per la Scuola nell’ambito del progetto “Torino fa scuola”.
La biblioteca in questo modo diventa il centro della scuola e la scuola stessa il centro culturale del suo territorio, realizzando al meglio la funzione della cultura come propulsore dello sviluppo anche sociale ed economico e consentendo ai ragazzi di coltivare i loro personali interessi, scegliendo loro i libri da leggere. Due anni fa si è costituita per la prima volta, per iniziativa di una rete di scuole torinesi, il coordinamento delle reti delle biblioteche scolastiche: raggruppa solo 300 scuole ma è un primo passo importante, un segnale che i tempi sono maturi per portare a sistema le tante esperienze virtuose del territorio.
All’inizio dell’anno scorso la legge sul libro e la lettura ha stanziato un milione di euro per la formazione degli insegnanti al lavoro di referente di biblioteca scolastica, da svolgere attraverso corsi istituiti dalle scuole polo delle diverse reti territoriali. Ma quella norma a oggi non è stata tradotta in pratica... perché nessuno se n’è occupato! Anche di questo si è discusso qualche giorno fa in un incontro tra Patrizio Bianchi e l’associazione Forum del libro, che da tanti anni si occupa di promozione della lettura, raccogliendo – unica in Italia – insegnanti e ricercatori, bibliotecari, librai ed editori. Il ministro si è mostrato attento e intenzionato a sbloccare i fondi. Il Forum gli ha chiesto di istituire presso il ministero un ufficio apposito, perché non succeda più che le disposizioni contenute in una legge vengano dimenticate! Nella speranza che alle parole seguano i fatti, il Forum del libro oggi sul proprio sito ( https://forumdellibro.org) lancia un appello sulle biblioteche scolastiche con cinque richieste concrete. Tutti possono firmare all’indirizzo https://tinyurl.com/2vkmhc7k. Speriamo di essere tanti a sostenere una battaglia essenziale per il futuro della scuola e del paese. Anche perché – nonostante tutto – i nostri ragazzi sono i lettori più forti e assidui, come mostra una ricerca dell’Associazione Editori presentata in questi giorni durante la Fiera del libro di Bologna. Esiste dunque un terreno fertile che aspetta solo di essere coltivato… anche pensando che stiamo entrando nel tempo del Next Generation EU: se non ora quando?