la Repubblica, 17 giugno 2021
Marcus Rashford "Restiamo in ginocchio per essere migliori"
LONDRA – Oggi Marcus Rashford è la star del calcio inglese, non solo per la sua classe in campo: 23 anni, dopo un’infanzia povera, è attivista convinto, ha costretto il riluttante Boris Johnson ad aumentare i pasti gratis ai bambini indigenti e ora ha scritto un libro motivazionale, You Are a Champion, in testa alle classifiche inglesi, anche per promuovere la lettura tra i più piccoli, «perché a me ha cambiato la vita». Certo, sportivamente Rashford non è al top: con il Manchester United ha perso l’Europa League ai rigori, qualcuno gli rimprovera di non aver mai fatto il salto di qualità definitivo nonostante enormi mezzi e al vittorioso esordio dell’Inghilterra contro la Croazia è partito dalla panchina. Ma Rashford, nel suo calmo accento mancunian, pensa di essere comunque sulla strada giusta e lo spiega in una videochiamata con Repubblica e altri giornalisti britannici.
Rashford, domani c’è la Scozia.
Torna alla mente quell’1-0 inglese nel ’96 con gol di Gascoigne.
«È una sfida per noi storica. Sarà molto difficile, proveranno a non farci fare la partita che vogliamo. Ma stiamo bene e dobbiamo imporci anche stavolta. Abbiamo tanti giocatori che possono cambiare la partita in ogni momento. E se vinciamo, siamo agli ottavi».
Teme un’altra panchina?
«Tutti vogliamo giocare. Ma l’importante è essere sempre pronti e fare il proprio meglio quando si viene chiamati. Questa è stata la nostra mentalità ai Mondiali di Russia tre anni fae anche oggi. Abbattersi non serve a nullae nemmeno cercare dicambiare se stessi: tocca solo lavorare duro e restare uniti».
Sterling può essere un esempio: stagione sottotono, gol decisivo all’esordio di Euro2020.
«Raheem è un bravo ragazzo, c’è sana competizione tra noi e ognuno cerca di imparare dall’altro».
Anche Harry Kane sembra ben lontano dal capocannoniere di Russia 2018.
«Harry è uno dei più forti attaccanti al mondo: è una punta che fa l’elastico, il centrocampista, aiuta a difendere.
Bisogna valutarlo anche per quello che fa per la squadra, non solo per i gol».
Molte squadre hanno deciso di non inginocchiarsi contro il razzismo prima dei match, a differenza dell’Inghilterra.
«Noi invece continueremo a farlo, fino alla fine. Abbiamo un messaggio importante da mandare al mondo.
Inoltre, ciò ci sta rendendo persone e un gruppo migliori».
Ha visto la doppietta di Cristiano Ronaldo? Lasciò il Manchester United quando lei aveva 12 anni.
Cosa ricorda di lui?
«Cristiano è incredibile. Oramai i suoi record sono “normali”. La cosa più impressionante per me, anche come insegnamento, è stato vederlo crescere: all’inizio era riottoso, litigava con tutti. Poi è maturato anche a livello mentale ed è lì che è diventato il migliore».
Alex Ferguson, suo maestro scozzese, chissà per chi tiferà domani a Wembley…
«Sarà molto passionale, come sempre. Ricordo il nostro primo incontro: ero nella Academy dello United, avevo 8-9 anni e mi portarono al campo di allenamento “dei grandi”. Ero teso, nervoso. Ma subito mi fece capire che sarebbe stato un maestro per me e così per tanti altri giovani».
Dopo il libro, è sempre più un idolo per bimbi e ragazzini inglesi.
«La cosa più bella è che ciò li spinge alla solidarietà tra loro. Perché il cambiamento dall’alto dura poco: quello dal basso è decisivo».
Oggi è un anno dalla sua lettera al primo ministro Boris Johnson contro la povertà minorile.
«Ho lottato tutta la mia vita contro la povertà, da quando non avevo i soldi per gli scarpini. Perciò noi calciatori dobbiamo essere in prima linea».
L’altro giorno haparlato a lungo con Obama,su Zoom.Futuro in politica?
«No. Non saprei farlo».
Ha visto che forza la Francia?
«Sì, anche il Portogallo. Ma non abbiamo paura di nessuno. Anzi, vogliamo affrontare le più forti.
Prima del 2018 eravamo un gruppo alla prima grande esperienza, facevamo fatica con le grandi. Ora non più. Vogliamo migliorarci sempre di più. Un calendario facile non ci interessa».