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 2021  giugno 17 Giovedì calendario

Cillian Murphy "Volevo essere Batman ma ora amo il silenzio"

Voleva indossare il costume di Batman e Nolan gli consegnò un cappuccio da Spaventapasseri. Ha girato quaranta film e il successo da protagonista lo deve a una serie: Peaky Blinders. È cresciuto con le cuffie piene di musica e sul set di A quiet place 2 ha scoperto il valore del silenzio. L’irlandese Cillan Murphy, 45 anni, non è tagliato per i percorsi lineari, riempie poche delle caselle canoniche dell’attore. Anche per quanto concerne l’aspetto fisico: gli occhi sgranati e la bocca carnosa da adolescente contrastano con i lineamenti spigolosi che gli conferiscono una ambiguità versatile. Si concede una pausa dal set della sesta stagione della serie Netflix, di cui è anche produttore esecutivo, per parlare del film di John Krasinski: A quiet place 2 è stato il primo film post pandemia a superare i 100 milioni di dollari d’incasso negli Usa. Da noi sarà in sala il 24 con Eagle.
Murphy si è innamorato del primo film, «dopo averlo visto ho scritto una mail a John per dirgli che era il mio preferito degli ultimi ventotto anni. Ma ero così imbarazzato che alla fine l’ho lasciata nelle bozze. Un anno dopo ho ricevuto la chiamata di John e mi è sembrata una coincidenza strana». Entrare nella realtà distopica in cui umani sopravvissuti vivono nel silenzio per non finire divorati da una specie aliena cieca, ma dall’udito finissimo, «è stato fantastico. John ed Emily (Blunt, la protagonista e moglie di Krasinski, ndr) hanno immaginato ogni dettaglio: interpreto un superstite che entra con contatto con madre e figli sopravvissuti al primo film. Un set intenso, impegnativo, fisico». L’idea di un’umanità disgregata, condannata all’isolamento, oggi sembra ancora più attuale, «si parla di comunità, resilienza, famiglia ma in fondo il mondo è sempre sull’orlo di una catastrofe, qualcosa di terribile può sempre accadere. I film apocalittici sono popolari perché le persone sono in ansia per la sicurezza propria e dei figli». Murphy è stato leader della band rock Sons of Mr Green Genes: «Mi considero un musicista fallito, era il mio progetto di vita e alla musica torno sempre, è una compagna. Su questo set è cambiato il mio rapporto con il silenzio, che da giovane non sopportavo perché non volevo ascoltare me stesso. Ora so apprezzare la solitudine, la quiete». Nel cinema, si è rivelato un importante compagno di strada Christopher Nolan, che incontrò al provino per fare Batman: Murphy entrò vestito da supereroe e uscì che era il cattivo Spaventapasseri. «Chris era il mio mito dai tempi di Memento. Subito c’è stata sintonia, ho girato molti suoi film, lo considero un privilegio. Sarà una grande avventura lavorare con lui nei prossimi anni».
Refrattario ai riflettori, Murphy vive lontano da Hollywood, a Dublino, con la famiglia e un ristretto gruppo di amici di lunga data: «Come molti irlandesi sono andato a lavorare e vivere a Londra e poi a Los Angeles. Hollywood non è un luogo vero ma un mito costruito dalla gente. Sono tornato perché sono irlandese e amo gli irlandesi. Sono sul set a Manchester da cinque mesi, mi mancano». La sesta stagione di Perky Blinders riparte da una sospensione drammatica: «Sono passati 10 anni dal primo ciak, mai avremmo pensato a un tale seguito. È successo lentamente ma tutto torna perché la scrittura è potente, originale. Mi sento molto legato a Tommy Shelby, non c’è nessuno più diverso da me eppure mi pare di comprenderlo fino in fondo».