il Fatto Quotidiano, 17 giugno 2021
Sergio Romano parla del ruolo dell’Italia nel mondo oggi
Per Sergio Romano, ex ambasciatore in Unione Sovietica e accademico tra i massimi esperti di politica internazionale, “in questo riassetto atlantico, l’Italia è come sempre abbastanza ambigua: non si vuole lo schieramento totale, si mantiene una politica prudente, per dimostrare che non bisogna rompere i rapporti o sprecare occasioni. È quello che ha fatto Draghi, ma lo avrebbe fatto chiunque al suo posto. È stata sempre questa la linea dell’Italia nei momenti più critici”.
Ambasciatore Romano, tra Nato, Russia e Cina, è corretto dire che l’Italia rimarrà in bilico?
Non è bello, ma si può dire così.
Ieri per la prima volta si sono incontrati i presidenti Joe Biden e Vladimir Putin a Ginevra.
Se hanno deciso di incontrarsi, non lo hanno fatto per manifestare dissenso: desiderio reciproco di entrambi è dare un’immagine positiva e portare a casa qualcosa. Sanno che se il risultato sarà un fiasco totale, il clima internazionale precipiterà e condannerebbero se stessi all’insipienza e all’incapacità. Dare un’immagine di impotenza, non gioverebbe a nessuno dei due. Dichiareranno qualcosa di non impegnativo, come per esempio che cercheranno di incontrarsi in altre circostanze e che manterranno i colloqui tra collaboratori.
Putin ha urgenza di risolvere due conflitti: Libia e Siria. Biden chiede invece chiarezza sulla guerra in Ucraina e sull’oppositore Navalny, ora in carcere.
Navalny, Libia, Ucraina: non potranno non parlare di queste problematiche urgenti, ma non so quanto diranno del vero risultato delle loro conversazioni. Anche se nessuno dei due rinuncerà a quelle affermazioni di principio che fanno parte del loro inevitabile bagaglio, tenteranno di conservare un clima disteso, non diranno nulla di esplicitamente costruttivo, ma preserveranno la continuità del dialogo.
Biden, nel suo tour in Europa, ha rinvigorito l’immagine di imprescindibilità e supremazia della Nato, un’organizzazione che Macron, qualche anno fa, ha definito in stato di ‘morte celebrale’.
Credo che il presidente francese lo pensasse e, per certi versi, aveva ragione. Di certo è avvenuta la sua rivalutazione, insieme a quella degli Usa come leader globale. La Nato, tornata a essere la più importante e principale organizzazione del momento, è sulle prime pagine di tutti i giornali, ma vediamo questo cosa significherà in termini reali.