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 2021  giugno 17 Giovedì calendario

Sul nuovo romanzo di Andrea Vitali

Succede qualche volta di trovarsi nell’imbarazzo di recensire i lavori degli amici o dei colleghi, e mica è detto che siano sempre apprezzabili. E dunque, per non far torti né all’interessato né al lettore, bisogna incamminarsi in un’impervia strada di perifrasi, non detti e omissioni di vario tipo. Questo dilemma non si pone, mai, con i libri di Andrea Vitali, amico e collega (nel senso che da un annetto il Fatto ha la fortuna di ospitare i suoi articoli).
È uscito da pochi giorni Un bello scherzo (Garzanti), ultima indagine del maresciallo Ernesto Maccadò. Non vi diremo troppo della trama perché i romanzi di Vitali, tra tutte le altre cose, sono anche dei gialli: dunque non vi vogliamo levare il gusto della scoperta. Si sappia solo che oltre al Maccadò e alla di lui consorte Maristella (per i fan di lungo corso: siamo nel marzo 1935 e la truppa della prole è ferma al numero di tre), ci sono i carabinieri Misfatti e Mannu, un aspirante poeta travestito da maestro elementare in pensione, un trio di zitellissime sorelle (di cognome Rovente, di nome rispettivamente Fiamma, Italia e Maddalena), un goffo segretario del Partito nazionale fascista, e molti altri.
L’innesco è presto detto: alla fine di una sbadigliosa giornata di marzo al caffè dell’Imbarcadero i pochissimi avventori possono notare una motonave della Milizia confinaria da cui scendono tre ceffi dall’aria cupa e poco raccomandabile. Quando fanno ritorno sono uno in più: i tre si trascinano l’insospettabile maestro Fiorentino Crispini. Il quale da un po’ di tempo non è più lui, tanto che nemmeno si presenta all’appuntamento con il quotidiano marsalino, appunto all’Imbarcadero.
Ma oltre alla storia, consuetamente punteggiata di episodi solo apparentemente marginali, c’è il mondo piccolo di Bellano. Non solo i panorami, i luoghi che abbiamo imparato ad amare come l’albergo del Cavallino bianco, ma soprattutto le vicende degli abitanti: mai davvero eroi né antieroi, tutti splendidamente umani.
Anche per questo ultimo romanzo vale la pena una postilla sui nomi dei protagonisti che sono la prima spia della maestria dell’autore. Passino gli Aiace e i Callisto, i Cirillo e gli Omarino, le Esterine e le Seline, ma vogliamo parlare della Soporina, pingue moglie dell’orafo Avventati che per ragioni che nessun medico era riuscito a spiegare “emanava un odore talvolta acre, pungente, talaltra vagamente imparentato con il minestrone di verdura”? Oppure del Tabarelli Querulo, giurato del concorso del Dopolavoro Provinciale, autore delle musiche che accompagnavano la stranota I tèt de la Besana e l’altrettanto diffusa L’è come on om el lac de Com? O ancora della Cinghia Mirabola, segretaria della sezione femminile del Fascio (dopo le dimissioni di Fusagna Carpignati)… Tutto ciò per dire che i Queruli e le Cinghie non dicono solo qualcosa della fantasia dello scrittore, ma anche della sua capacità di tratteggiare un personaggio in una sola parola, che poi è la più importante, ovvero il nome.
Andrea Vitali è stato da molti paragonato a Giovannino Guareschi (con cui condivide il gusto del quotidiano come misura dell’universale). Bellano è stata definita una Vigata con il lago di Como al posto del mare montalbanesco. Per i suoi lettori, che sono moltissimi, i romanzi di Vitali sono molto di più: soprattutto una gita in famiglia. Per chi, come noi, è nato in provincia, tutte le volte è come rimettere in circolo la memoria dei rapporti stretti (non per questo meno insidiosi), l’atmosfera irresistibilmente finita del conoscersi tutti, anche se mai fino in fondo. I complimenti, i doveri, il bisbigliare affettuoso o invidioso dei vicini, le liti al piano di sopra, le passioni inconfessabili, le debolezze segrete.
I romanzi di Vitali – pur ambientati in un altro luogo e in un altro tempo – sono sempre un ritorno a casa. La circostanza stupefacente è che nonostante la vena fertilissima (per Garzanti, a occhio e croce, l’autore ha pubblicato oltre una trentina di titoli) la penna di Vitali non invecchia mai. Sarà l’aria del Lago?