Il Sole 24 Ore, 16 giugno 2021
Il legno diventa merce rara
La telefonata dalla Lituania è inattesa, tempi e prezzi in realtà erano già stati concordati. E tuttavia, quei cinque autotreni carichi di legno, questo il senso della chiamata, partiranno solo pagando il 20% in più. «E cosa vuole che faccia – spiega Ezio Daniele – in questa situazione si accetta e si manda giù il rospo, non c’è alternativa».
Daniele, presidente di Assoimballaggi, è imprenditore del settore dei pallet e come tutti i suoi colleghi è alle prese con un doppio problema, legato ai costi e alla disponibilità della materia prima per comporre i bancali: il legno. «A seconda delle tipologie – spiega – in meno di un anno i valori sono raddoppiati o anche triplicati e questo si riverbera sui prezzi a valle». L’impatto del materiale sul prezzo finale è nell’ordine del 70-80% e lo stesso Daniele,che rivende un particolare tipo di pallet, ne subisce l’impatto. «A settembre mi costava meno di nove euro – spiega -, stamattina mi è stato quotato a quasi 18. Ma il nodo è anche quello della scarsità, il legno proprio non si trova: non escluderei che qualche azienda in estate possa restare senza imballi». Problema acuito dalla forza della domanda, uno scatto in avanti che coinvolge tutti i settori e che viene “letto” in modo lineare dai produttori di bancali, mattone di base di ogni processo logistico, elemento trasversale che entra in tutte le filiere produttive.
Spingendo a nuovi record la categoria sia in termini di ricavi (ma qui è rilevante l’effetto del costo della materia prima) che di volumi, in progresso anche rispetto al periodo pre-Covid. «Siamo qualcosa oltre i livelli del 2019 – spiega Emanuele Barigazzi, imprenditore nell’omonima azienda di Parma – e al momento facciamo fatica a servire i nostri clienti storici. Se possiamo, cerchiamo di evitare commesse aggiuntive, che gestiremmo con difficoltà. Gli aumenti? In qualche modo i clienti li stanno assorbendo, anche se un momento così frenetico non si era mai visto: se un anno fa il nostro legno si pagava 140 euro al metro cubo, oggi siamo arrivati anche oltre quota 400». Dall’alimentare alla meccanica, dai macchinari alle piastrelle, la domanda è in questa fase esplosiva, contribuendo ad aggravare le difficoltà di approvvigionamento.
«Siamo in una situazione drammatica – spiega Livia Ghirardi, imprenditrice nell’azienda mantovana Monari Pallets – che ci costringe a cambiare modalità operative. Da questo mese, ad esempio, gli aggiornamenti sui prezzi con i clienti vengono effettuati ogni quindici giorni, non era mai accaduto. Del resto, quando un fornitore di legno oggi ci presenta un’offerta, questa vale poche ore, è una sorta di “prendere o lasciare”. Noi stiamo comprando a spron battuto, cercando di fare magazzino ma non sappiamo se tutto questo basterà». Chi può mette al lavoro le segherie interne, allargando il range di materiale acquistabile ma l’impatto sui costi totali è comunque ridotto.
«Nella mia azienda abbiamo ordini per tutto il 2021 – spiega il presidente di Conlegno Orlando Fravega – e in teoria potremmo fare anche di più, se non fosse per la scarsità di materiale. I volumi crescono ma in termini di margini per il settore sarà un anno difficile: sui prezzi, per quanto l’aggiornamento ora sia più frequente, siamo sempre ad inseguire un valore della materia prima che pare fuori controllo».
Se il legno è certamente il problema chiave, per il settore non è comunque l’unico. La scarsità riguarda ad esempio i chiodi, componente che ora viene cercato in paesi mai sondati in passato per questa fornitura, come ad esempio Turchia o Lituania. Come risultato, in meno di un anno i prezzi dei bancali sono letteralmente esplosi, con aumenti dal 50 al 100% a seconda delle tipologie (il bancale standard, Epal, è passato da 8-9 a 15-16 euro al pezzo) e la sensazione che la corsa non sia ancora terminata.
«Usa e Cina fanno incetta di materiale – commenta il presidente del gruppo pallet di Assoimballaggi Massimiliano Bedogna – e crediamo che per l’Europa sia arrivato il momento di tutelare la materia prima, limitando o bloccando l’export di tronchi. Al Governo chiediamo di darci garanzie, perché il pallet è un bene essenziale per l’economia».